
Sardegna arancione. Ovvero: come far dire ai dati quello che si vuole

Cronache dalla quarantena bis / 7
Dopo le “interferenze russe” sulla scaletta dell’Air Force One presidenziale che ha visto per ben tre volte scivolare il presidente Joe Biden, quali altre sorprese ci dobbiamo aspettare? “Celo”! Come esclamavamo da bambini quando ci scambiavamo le figurine e ci davamo degli assassini, poi arrivava la mamma, “fate i bravi”. “E state in buona salute” aggiungeva papà Palmiro.
Comunque dicevo “celo!” perché ho qui un’altra notizia sorprendente. Sardegna. Neanche una settimana in bianco e già l’hanno riportata in arancione. A causa dell’invidia del continente? O perché all’isola sta bene così, che i turisti restino alla larga? Probabile tutte e due.
I contagi sull’isola
Ma qui interessa il tratto scientifico della questione. Perché le statistiche bisogna guardarle bene dentro. AstraZeneca va tutto bene ed è sicura anche se tutto il Nord Europa insiste sul blocco e la Francia continua lo stop dai 55enni in giù. Invece se ho in Sardegna, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), meno di 50 casi (43) di Covid a settimana su 100 mila abitanti «ma con variazione statistica del numero dei contagi in aumento del 32,5 per cento», anche se la Sardegna rimane ampiamente sotto soglia nella pressione sugli ospedali (14 per cento dei posti letto occupati in terapia intensiva e 11 per cento in area medica), la regione finisce dritta in arancione, con tutte le conseguenze del caso per chi aveva appena riaperto piccole e medie attività.
A cosa servono le statistiche
Sta bene tutto. Sta bene anche agli isolani che sono giustamente preoccupati di non invertire la buona rotta per via degli assembramenti stranieri e i rientri degli immigrati dal continente per Pasqua. Per non parlare dei turisti, ovviamente scoraggiati dall’arancione a mettersi in traghetto (costi pazzeschi) o sugli aerei (voli scarsi). Però avete capito che le statistiche servono ad attaccare l’asino al chiodo che pianta il padrone.
I vaccini sono statisticamente sicuri tranne quello zerovirgola di eventi avversi che li fanno sospendere in tutta Europa tranne in Germania, in Italia e sopra ai 55 anni in Francia. E secondo l’Iss se una settimana hai 2 casi nuovi di Covid e la settimana dopo ne hai 4, devi passare in zona rossa perché c’è stato un aumento del 100 per cento (suppergiù è con questi numeri che hanno richiuso anche la Sardegna).
Vacche nere, vacche bianche
Non voglio mettere in dubbio le correlazioni statistiche e le matrici dei provvedimenti adottati dai nostri scienziati e governanti. Adoro la scienza e anche di più il mio personale Creatore. D’accordissimo anche con il principio di precauzione e la virtù della prudenza: facciamo vaccinare gli italiani nella massima tranquillità (se solo ci fossero i vaccini: in Sardegna, a tre mesi dall’avvio delle vaccinazioni, non siamo neanche al 3 per cento di popolazione vaccinata). Però non usate la statistica per fare tutte nere o bianche le vacche che talvolta sono anche lievemente grigie.
Gli ufficiali 78 chilogrammi di carne rossa pro capite che in media mangiano ogni anno gli italiani non sono di per sé scienza di un bel nulla. Detta così, un Macron è capace che dice, ma con tutti i polli e le carni rosse che mangiano questi “maccheronì” che balle sono i quasi 6 milioni di italiani in povertà secondo l’Istat? Ecco, così noi siamo contenti di essere governati da persone caute e virtuose. Però non siamo i capponi di Renzo.
Foto Ansa
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