Santa Sofia torna moschea. Erdogan ha il suo simbolo neo-ottomano

Di Leone Grotti
10 Luglio 2020
Il Consiglio di Stato annulla la decisione del 1934 di Ataturk, che trasformò la famosa basilica, poi moschea, in museo. Il 15 luglio potrebbe essere inaugurata
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Il progetto neo-ottomano di Recep Tayyip Erdogan ora ha anche il suo simbolo: la riconversione in moschea di Santa Sofia. Oggi il Consiglio di Stato ha annullato un decreto governativo del 1934 con cui l’allora presidente e fondatore della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk, assegnava alla basilica di Istanbul, poi divenuta moschea, lo status di museo.

SIMBOLO DEL SOGNO NEO-OTTOMANO DI ERDOGAN

Ora il governo di Erdogan, al potere ininterrottamente da 18 anni, potrà liberamente aprire le porte dell’edificio in assoluto più visitato della Turchia al culto musulmano. La chiesa eretta da Giustiniano nel 532, famosa per la sua imponente cupola e per i suoi mosaici bizantini, era diventata una moschea nel 1453, quando Costantinopoli cadde davanti alle armate di Mehmed II il conquistatore. Trasformata in museo da Ataturk, è diventata un sito patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’anno scorso è stata visitata da 3,7 milioni di persone (paganti).

Erdogan prometteva da anni la riconversione in moschea di Santa Sofia per titillare il suo elettorato nazionalista e islamico. La decisione del Consiglio di Stato manda definitivamente in soffitta l’immagine della Turchia come paese laico, rilanciando il sogno neo-ottomano di Erdogan, già perseguito attivamente con gli interventi militari in Siria e Libia.

INAUGURAZIONE IL 15 LUGLIO?

Non è ancora chiaro che cosa succederà ora: il presidente turco potrebbe decidere di aprire Santa Sofia al culto soltanto nelle occasioni cerimoniali, soprattutto per non rischiare di perdere i proventi della vendita dei biglietti per l’ingresso. I suoi sostenitori, però, chiedono a gran voce che sia possibile organizzare la preghiera ogni giorno, con tanto di ingresso gratuito per i musulmani.

Gli storici dell’arte sono preoccupati anche da quello che potrebbe succedere ai meravigliosi mosaici medievali, che ritraggono la Sacra Famiglia e gli imperatori cristiani. Secondo alcune indiscrezioni, la data ufficiale del ritorno a moschea potrebbe essere il prossimo 15 luglio, quando Erdogan festeggerà il quarto anniversario del fallito golpe del 2016 (sono stati organizzati tremila eventi in tutto il paese).

ESULTANO I NAZIONALISTI TURCHI

Da quando Erdogan è al potere, già quattro chiese bizantine, diventate musei, sono tornate moschee. Tutto il mondo, a partire dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, hanno protestato esaltando Santa Sofia come luogo simbolo del dialogo tra cristiani e musulmani.

Esultano intanto gli alleati di Erdogan. Il ministro delle Finanze, Berat Albayrak, ha twittato la frase di un noto poeta nazionalista, Necip Fazil Kisakurek: «Abbiate pazienza, giovani. Se non oggi, domani Santa Sofia sarà aperta». L’editorialista del giornale governativo Star, Huseyin Gulerce, ha scritto trionfale: «Rivogliamo indietro ciò che già ci appartiene. Rivogliamo indietro ciò che è stata reciso dalla nostra storia, fede, cultura, dignità nazionale e onore di stato. Esitazioni come questa, “Ma come reagirà l’Occidente?”, dovrebbero essere rimosse dal nostro paese».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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