
Sanitopoli Abruzzo: dove sono i versamenti di Angelini a Del Turco?
Nuova udienza scoppietante, sul caso Sanitopoli Abruzzo, che vede l’ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco sul banco degli imputati, accusato dall’imprenditore della sanità privata locale Vincenzo Angelini di aver ricevuto mazzette per sei milioni di euro. Nei ripetuti accertamenti su conti bancari e spese della famiglia Del Turco però non è stata trovata traccia di versamenti riconducibili a queste presunte tangenti, come ammesso in aula dalla Guardia di Finanza che ha condotto le indagini. Dal 2012 però Angelini è sotto processo a Chieti per la bancarotta fraudolenta da circa 298 milioni di euro che avrebbe causato alle 14 sue società (una galassia chiamata Novafin, ndr) con distrazioni continue per spese private. Oggi la difesa Del Turco, condotta dall’avvocato Giandomenico Caiazza, ha esaminato tra gli altri un teste che potrebbe portare, secondo la difesa, ad una svolta importante. Si tratta del commercialista Sergio Cosentino, perito per la Procura di Chieti nel processo ad Angelini, ed ex commissario di Villa Clini (la più importante clinica di Angelini) prima che venisse dichiarato il fallimento nel 2010. Cosentino lo scorso novembre ha anche deposto in aula a Chieti, in relazione alla corposa perizia che gli è stata commissionata dalla procura teatina.
QUEI MISTERIOSI 3 MILIONI. Oggi, inizialmente il Tribunale di Pescara ha rifiutato l’acquisizione della perizia e delle deposizioni rese a Chieti da Cosentino, chiedendo che la deposizione di Cosentino avenisse solo in base a ciò che riusciva a ricordare. Dopo la pausa per il pranzo, però, il Tribunale ha ripensato la sua decisione e disposto l’acquisizione dei verbali di tutte le disposizioni a Chieti, e di 4 sulle 8 perizie realizzate sulle società di Angelini da Cosentino, e che ora diventano dunque parte delle prove nel processo Del Turco.
L’avvocato Caiazza spiega a tempi.it «che, al momento, dovremo studiare meglio anche noi difensori la mole dei nuovi atti, molto corposi e densi», tuttavia già dal primo esame di stamattina a Cosentino sarebbero emersi degli elementi importanti per la difesa Del Turco. Caiazza racconta infatti che «Cosentino ha ricostuito che quindici giorni dopo gli arresti di Del Turco e degli altri imputati di Sanitopoli Abruzzo (arresti cautelari avvenuti il 15 luglio 2008) Angelini, si è presentò alla sua banca di Chieti e depositò 3 milioni di euro in contanti, in sei mila banconote da 500 euro. Sulla base della propria perizia, Cosentino e la procura di Chieti ipotizzano che questi soldi provenissero dai conti di Villa Pini. Abbiamo quindi chiesto se Cosentino ha un qualche prelievo di Angelini, precedente, dal quale si potesse risalire alla cifra, e Cosentino ha risposto che assolutamente no, non c’erano stati prelievi o bonifici per somme equivalenti. Da dove proverebbero dunque? Secondo il consulente si tratta di una tesaurizzazione effettuata nel corso degli anni precedenti».
Secondo la difesa, «se un signore, in questo caso Angelini, documenta di aver prelevato oltre 4 milioni di euro per pagare tangenti, come ha fatto accusando Del Turco, ma in realtà tre milioni in contanti li deposita dopo gli arresti, significa che almeno quei 3 non sono le famose tangenti a Del Turco. Cosentino nella sua perizia documenta un’attività distrattiva costante di Angelini, che solo quando si è sentito “sicuro”, ha ridepositato nel suo conto la cifra distolta, e poi tramite bonfico a Novafin ha pagato stipendi arretrati». Spiega Caiazza che «un altro capitolo della perizia Cosentino riguarda le spese compulsive di Angelini per milioni e milioni di euro. Nell’indagine condotta dalla procura di Chieti, la Guardia di Finanza ha individuato beni voluttuari, acquistati con denaro di cui non si è riusciti a ricostruire l’esatta provenienza, perché spesso usato “cash”».
COLLEZIONE DI QUADRI DA 10 MILIONI. In aula a Chieti, a novembre Cosentino ha parlato di Novafin come «un gruppo ormai in decozione», che nel 2010 aveva oltre mille dipendenti non pagati da mesi e 6 mila creditori, proprio mentre la guardia di Finanza riveniva una collezione di quadri, dal valore stimato di 10 milioni di euro (comprendenti opere di rilievo, con artisti del calibro di Renato Guttuso, De Chirico e Tiziano) e diversi beni immobili, appartenenti ad Angelini.
Sempre al processo di Chieti, il curatore fallimentare di Villa Pini, l’avvocato romano Giuseppina Ivone, ha spiegato che tra le cause che hanno portato al fallimento del gruppo Novafin c’erano gli spostamenti di denaro disinvolti tra l’una e l’altra società messi in atto proprio da Angelini: spostamenti ricostruiti proprio nelle perizie commissionate dalla procura di Chieti, e che in parte arriveranno a Pescara all’esame dei giudici.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!