San Marino, il vescovo Turazzi: «L’aborto è una delle piaghe dell’umanità»

Di Peppe Rinaldi
27 Agosto 2022
«Si deve operare per migliorare il quanto più possibile la legge e limitare il ricorso all'interruzione di gravidanza». Parla a Tempi il vescovo della diocesi

Tempi ha scambiato due chiacchiere con monsignor Andrea Turazzi, vescovo della diocesi San Marino-Montefeltro. Argomento: la nuova legge sull’aborto, in discussione al parlamento per l’approvazione definitiva a partire da lunedì 29 agosto, che condurrà la bellissima Repubblica democratica nell’era del progresso e dei diritti. Tra molti applausi, si presume.

Eccellenza, iniziamo con una domanda semplice: cosa pensa di questo nuovo testo legislativo?

Il cristiano sa che nessuna legge può rendere moralmente lecita la soppressione di una vita umana: quello che viene proclamato come diritto, in realtà è una delle piaghe dell’umanità. Tuttavia, è importante operare attivamente per migliorare quanto più possibile tale legge, al fine di supportare con ogni aiuto possibile i nascituri, le loro madri ed i loro padri, per limitare il ricorso all’aborto.

Quando ha saputo dell’esito del “referendum” qual è stata la prima cosa che ha immaginato?

Francamente non mi aspettavo un esito così clamorosamente sbilanciato. È evidente come anche a San Marino pesa il condizionamento della cultura dominante, la secolarizzazione e la scissione fra fede e vita: molti sono cristiani senza mai aver deciso di esserlo! Forse si poteva evitare questo referendum con una migliore mediazione fra le forze politiche. Tuttavia, al di là dell’esito, è stato occasione di un sussulto di consapevolezza e di responsabilità: per i cattolici di maggior coerenza nel testimoniare il Vangelo della vita e per tutti di sostenere una cultura e una politica favorevoli alla famiglia.

La discussione pubblica è stata adeguata oppure abbiamo assistito al copione tipico in cui si fa molta fatica a concentrarsi sul merito dei problemi attardandosi, invece, su questioni slegate dal merito stesso (la “salute delle donne”, “il ritorno del Medio-Evo” etc)?

In molti ha giocato certamente la spinta ad adeguarsi alle legislazioni degli altri paesi abortisti (la quasi totalità). Notevole l’impegno del Comitato contrario (contrario alla proposta di introdurre l’interruzione volontaria della gravidanza) ad entrare nel merito dei singoli aspetti della questione. Hanno condizionato, talvolta, la campagna referendaria gli eccessi polemici.

La comunità sammarinese ha partecipato in maniera consapevole alla discussione?

L’astensione è stata molto alta, questo può essere interpretato come segno di un non pieno coinvolgimento. Un’occasione persa per affermare il valore della vita, ma anche di autonomia e originalità della Repubblica di San Marino tra le nazioni.

Cosa c’è – se c’è – di questa nuova legge che la turba di più e cosa invece la turba meno, ammesso e non concesso che vi sia?

Non è mia competenza, né mio compito intervenire sugli aspetti tecnici del progetto di legge, ma credo di poter sottolineare alcune esigenze etiche sulla questione.
Vorrei si fissasse con chiarezza almeno il limite temporale entro il quale l’aborto viene depenalizzato, in modo rispettoso dell’embrione umano e in considerazione dei progressi della scienza medica.
Insostituibile ritengo sia il ruolo della famiglia; non si isoli la donna dal coniuge e le figlie dai genitori.
Coerentemente con quanto avviene in tutti i Paesi dell’Europa, chiedo si riconosca il diritto all’obiezione di coscienza all’aborto per tutto il personale medico e paramedico. Si riconosca, altresì, libertà di iniziativa alle associazioni laiche e cattoliche che agiscono per aiutare le famiglie e le donne in difficoltà.
Chiedo, infine, non sia consentito un utilizzo a fini di commercio dei resti umani degli aborti.

Ho letto i verbali politico-amministrativi del Governo di San Marino e ho notato che da parte della politica, al netto di qualche singola posizione, vi sono molte impalcature ideologiche, dure a morire. In particolare si celebra, chi più chi meno, l’entrata della Repubblica nell’era del “progresso”: com’è conciliabile a suo giudizio questo dogma secolarista e progressista con ciò che è una infinita tragedia come l’aborto?

Ho imparato da Gesù che la garanzia della libertà è la verità. Ho sperimentato che ogni volta che l’ho testimoniata i frutti di bene sono arrivati. Ed hanno pure creato rete di rapporti e di gratitudine.
La libertà vive in spazi di comunione e non è cancellata dove si testimonia il vero e il bene senza cedere alle mode e al politically correct.

Questa nuova legge, al pari di quanto si tenta di fare in Italia e, drammaticamente, si fa in larga parte dell’Occidente europeo e non, è una specie di cavallo di Troia per innestare nel tessuto culturale e umano, accanto all’aborto, anche il corollario del gender, e astrusità varie di questo tipo, a partire dalla scuola. È così?

Ho rispetto e considerazione delle Istituzioni civili della nostra Repubblica. Credo che i più sappiano capire ed apprezzare i miei interventi. Presuppongo in tutti il desiderio di operare per il meglio della nostra comunità, per la tutela della vita e per il sostegno alle donne e alle famiglie. Non posso che incoraggiare quanti si stanno impegnando con correttezza in difesa della vita. Il nostro sostegno non verrà a mancare!

Cosa può fare una Diocesi (la Chiesa, volendo) per tentare almeno di attenuare gli effetti di queste scelte legislative?

Il primo impegno consiste nel sorvegliare strettamente l’evoluzione del dibattito politico allo scopo di prevenire la fallimentare esperienza italiana e gli eccessi di certe legislazioni abortive europee, e di tenere viva la tradizione umanitaria e cristiana di San Marino. Il secondo impegno è “farsi prossimo”: salvare vite, aiutare le mamme, sostenere associazioni pro-life; non ultimo, l’impegno educativo verso giovani e adulti.
Esprimo apprezzamento e incoraggiamento per quanti si impegnano per la tutela dei nascituri e operano per una cultura della vita. Non verrà meno l’annuncio della comunità cristiana del Vangelo della vita, la sua sacralità, la sua bellezza e la sua preziosità. Sempre. Celebreremo con il coinvolgimento dei giovani la veglia per la vita nascente (nel tempo liturgico dell’Avvento) e la giornata nazionale della vita in febbraio. Nel tempo frammezzo (che coincide per lo più col tempo natalizio) terremo incontri, momenti di confronto e di dialogo con chi ci sta. Permetta una confidenza: ogni mattina, appena sveglio, dal 27 settembre scorso, la prima preghiera è per le mamme che scoprono di essere incinte e per lodare il Signore della vita.

A suo parere c’è stato, c’è, ci sarà un impegno militante del clero locale per cambiare qualcosa o è una partita definitivamente perduta?

C’è stato un serio impegno dei parroci sammarinesi e delle aggregazioni laicale cattoliche. Forse si poteva fare di più. Tuttavia, quanto è stato fatto porterà sicuramente frutto. In ogni caso si tratta di riprendere l’impegno e tenere vivo l’annuncio del Vangelo della vita. Personalmente sono intervenuto in più occasioni sull’argomento dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza: è chiaro a tutti il pensiero della Chiesa, ultimamente ribadito da papa Francesco.
Ho esortato ed esorto i cattolici a saper valorizzare, senza timore, le ragioni della propria fede e, insieme alle persone di altre convinzioni e laiche, far riferimento alle motivazioni di ragione, in sintonia con la secolare tradizione umanistica della Repubblica di San Marino.

Per concludere cosa si sente di dire al Governo, a San Marino, alla Diocesi tutta?

Auspico che tutte le forze politiche adempiano la promessa fatta coralmente durante la campagna referendaria: dare vita ad una rete di prevenzione efficace e solidale che aiuti la donna in difficoltà ed ogni gravidanza difficile, senza lasciare indietro nessuno.
Chiedo di investire di più nell’educazione al rispetto del proprio corpo e delle relazioni affettive, sia nella società civile, sia nella scuola.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.