Salvini finalmente fa politica (e gli avversari vanno in crisi)

Di Leone Grotti
10 Febbraio 2021
I giornali sono pieni di commenti al veleno per il leader della Lega: segno che ha azzeccato la mossa appoggiando il governo Draghi. Ha fatto solo un piccolo errore
matteo salvini draghi

Accettando di entrare nel governo che il premier incaricato Mario Draghi sta costruendo, Matteo Salvini ha fatto la mossa giusta. Per capirlo, bastava leggere i giornali di ieri, infarciti di ritratti al vetriolo del «diavolo che si traveste da angelo» (Francesco Merlo su Repubblica), del «lupo con la cuffia da nonna» (ancora Merlo), dell’«apostolo delle felpe convertito sulla via tra il Papeete e Bruxelles» (Massimo Gramellini sul Corriere). La quantità di commenti acidi contenuti in decine di articoli è direttamente proporzionale alla difficoltà per chi li scrive di accettare la verità.

MA PER IL PD SALVINI NON ERA FASCISTA?

Quale verità? Quella enunciata in modo molto lucido da Antonio Padellaro in una lettera al direttore Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano:

«Caro Marco, ti confesso che gli ultimi avvenimenti della politica mi hanno abbastanza disorientato. L’irruzione dell’uomo del Papeete pone una questione non piccola a tutti coloro che, soprattutto a sinistra, fino all’altro giorno consideravano colui che oggi si presenta tra i costruttori responsabili un pericolo per la democrazia, se non oggettivamente un fascista. A questo punto è lecito attendersi che nel Pd e tra i molti vigili intellettuali di area si apra un dibattito approfondito sulla questione Salvini, a partire dalle domande sul risorgente (oppure non più) rischio fascista. Perché sarebbe un pizzico imbarazzante se un pericolo per la democrazia sedesse accanto a chi, per esempio, lo ha mandato a processo per i casi Gregoretti e Diciotti».

ZINGARETTI IN AMBASCE

Nicola Zingaretti, insomma, è in ambasce. Solo qualche mese fa, come riportò la Stampa, il segretario del Pd dichiarava cosette di questo tipo: «Avessimo avuto al governo Salvini e Meloni, che ogni giorno attaccano l’Europa e che sul virus hanno gli atteggiamenti negazionisti dei loro amici Bolsonaro e Orban, dove saremo oggi? Con le fosse comuni sulle spiagge?». Ora potrebbe persino ritrovarselo ministro.

I dem hanno sperato fino all’ultimo che il Carroccio tornasse sulle barricate, pretendesse una lista di riforme irrealizzabili, ponesse veti a questo o a quello, si mettesse nell’angolo da solo, insomma. Invece niente. A Zingaretti, quello che fino a pochi giorni fa diceva «o Conte o voto», dimostrando di non aver capito niente della crisi apparecchiata da Matteo Renzi, non resta che provare a rigirare la frittata sfruttando l’unico errore dell’ex ministro dell’Interno: «Salvini sull’Europa ha dato ragione al Pd, non ci siamo scostati noi».

L’UNICO ERRORE DEL LEADER LEGHISTA

Se il leader del Carroccio avesse agito come Forza Italia, schierandosi immediatamente con Draghi (ancora meglio se insieme a Giorgia Meloni), avrebbe tolto anche quest’ultimo alibi al Pd. Ad ogni modo, la linea Giorgetti per ora paga, anche nei sondaggi a quanto pare (anche se è facilmente ipotizzabile che Fratelli d’Italia dall’opposizione rosicchierà consensi): la retorica del “pericolo fascista” è neutralizzata, i giornali rosicano, il Pd è pronto a «esplodere» (Repubblica), i grillini sono più divisi che mai e non sanno come far digerire ai loro elettori anti-banche il governo del principe dei banchieri. E Salvini? Prende tutti in contropiede, dà prova di europeismo («Se qualche potere forte dell’Europa aiuta l’Italia a curarsi, evviva») e lascia che siano gli altri a cercare una nuova strategia per colpirlo. Finalmente un po’ di politica.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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