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Salvare l’Ucraina o sconfiggere Putin?

Di Gian Micalessin
16 Giugno 2022
L’offensiva russa nel Donbass ha ribaltato il quadro strategico, una disfatta di Mosca diventa ogni giorno più improbabile. L’urgenza della diplomazia per mettere fine all’orrore
Militare russo a Donetsk
Militare russo davanti a una scuola di Donetsk colpita dai bombardamenti, 13 giugno 2022 (foto Ansa)

«Putin non deve vincere». Le parole di Mario Draghi hanno sicuramente il dono, raro, della chiarezza e della decisione, ma rischiano di rivelarsi azzardate e d’innescare un corto circuito politico. Se il vero obbiettivo del sostegno garantito dall’Italia con le sanzioni a Mosca e gli aiuti militari a Kiev non si limitasse alla salvezza dell’Ucraina, ma contemplasse il tentativo di azzoppare la Russia, il premier avrebbe il dovere di sottoporre quell’obiettivo, mai enunciato chiaramente, alla fiducia delle forze politiche del suo governo.
«Salvare l’Ucraina» e «impedire a Putin di vincere» non sono sinonimi. Salvare l’Ucraina significa garantirle i mezzi per difendersi e trasformare la guerra in una trattativa capace d’arrestare l’intervento russo e individuare una soluzione politica alla guerra civile iniziata nel 2014. In pratica riprendere la trattativa resa impossibile dalla mancata realizzazione degli accordi di Minsk. O per parafrasare un Henry Kissinger, lucidissimo non...

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