Ruby ter. Cosa significa che a difendere Ghedini arriva Giulia Bongiorno?

Di Redazione
27 Gennaio 2014
L'ex delfina di Fini assisterà Ghedini, accusato di corruzione insieme al collega Piero Longo e al Cavaliere. Torna a fare squadra con Franco Coppi, come nel processo Andreotti

È Giulia Bongiorno l’avvocato scelto da Niccolò Ghedini, storico difensore di Silvio Berlusconi, per affrontare il terzo processo Ruby, nel quale Ghedini è accusato, insieme al suo collega Piero Longo e all’ex premier, di corruzione in atti giudiziari.
Stando a quanto riporta Repubblica, la nomina di Bongiorno è già stata depositata alla procura di Milano e (al di là della rinuncia forzata a Longo e Ghedini, in quanto coimputati), confermerebbe il cambiamento radicale della linea difensiva di Berlusconi, che il quotidiano guidato da Ezio Mauro sintetizza con uno slogan: «Difendersi nel processo e non dal processo». Ancora da capire, se l’intervista rilasciata oggi dal ministro marocchino (Ruby non era minorenne quando conobbe Berlusconi) avrà qualche ripercussione sul processo.

DIFENDERSI NEL PROCESSO? Il cambiamento tattico-processuale non ha finora giovato molto al Cavaliere. L’esordio del principe del foro, nonché maestro della Bongiorno, Franco Coppi (nella foto sotto, a destra, insieme a Ghedini), nella difesa di Berlusconi nel processo Mediaset, coincise per Berlusconi con la sua prima e per ora unica condanna definitiva della sua vita, il 31 luglio 2013. Quella fu anche la prima volta in cui Coppi ebbe a stupirsi dell’insolita rapidità della Cassazione. Dal momento del suo incarico, il maestro della Bongiorno ebbe infatti poche settimane a disposizione per preparare una memoria difensiva, visto che i magistrati della suprema corte, sollecitati da un articolo del Corriere della Sera firmato da Luigi Ferrarella, decisero di distogliere l’ex premier dal giudice naturale, la terza sezione, per dirottarlo sulla base di un presunto rischio di prescrizione riferito dal giornalista (poi risultato errato) alla sezione feriale presieduta dal giudice Antonio EspositoBisognerà vedere se nelle prossime fasi della guerra ventennale tra Berlusconi e procura di Milano, Coppi riuscirà a invertire la tendenza. Sicuramente dovrà farlo con l’aiuto della sua ex allieva, Giulia Bongiorno.

GHEDINI E BONGIORNO. Bongiorno ha un curriculum prodigioso – fra le tante sue vittorie si conta l’assoluzione di Giulio Andreotti, che assisté giovanissima proprio al seguito di Franco Coppi – ma fra lei e il suo nuovo cliente Niccolò Ghedini, e soprattutto fra lei e il capo del suo cliente, Berlusconi, non corre buon sangue. Da anni c’è un’accanita rivalità, perlomeno politica. Ghedini e Bongiorno sono infatti entrambi parlamentari: il primo però entrò alla Camera nel 2001, al seguito di Berlusconi, la seconda, nel 2009, nello stesso partito ma con Gianfranco Fini, il “traditore” politico per antonomasia per i ferrei berlusconiani. Come Fini, anche Bongiorno partecipò a quello che il cavaliere avrebbe definito «un complotto per rovesciarmi», passando all’opposizione nel 2011 nelle file di Fli. Con Ghedini, Bongiorno avrebbe dovuto stilare la bozza della riforma della giustizia, ma i due non riuscirono mai a trovare un’intesa. Che ora la stessa donna, braccio destro di Fini, che sulla giustizia tanto aveva fatto patire il Cavaliere («toglietemela dai piedi» sembra dicesse il Cavaliere ai suoi parlamentari) sia diventata avvocato del suo avvocato, è il segno più eloquente di quel cambiamento tattico iniziato con l’assunzione di Coppi.

RUBY TER. Di cosa si dovranno occupare Coppi e Bongiorno? Difendere Berlusconi, Ghedini e Longo nell’inchiesta denominata “Ruby ter”, ferma per ora alle indagini preliminari. La scorsa settimana, il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha spiegato sinteticamente di cosa si tratta: l’ipotesi di reato contestata a Berlusconi e ai suoi due difensori è corruzione in atti giudiziari. I testimoni portati dalla difesa avrebbero mentito in tribunale su quanto avveniva alle cene di Arcore. Lo avrebbero fatto in cambio di denaro. L’indagine, ha spiegato Bruti Liberati, è un atto dovuto, derivante dall’obbligatorietà dell’azione penale. È stata infatti avviata dalla Procura su esortazione dei giudici del tribunale di Milano, che negli atti dei processi Ruby e Ruby bis, hanno ipotizzato l’esistenza di una corruzione di testimoni da parte di Berlusconi e dei suoi avvocati.

LE ACCUSE. I giudici di entrambi i processi hanno contestato a Berlusconi «il pagamento mensile regolare di una somma di denaro» alle ospiti delle sue cene private in cambio di false testimonianze nel processo Ruby. Il versamento di 2.500 euro al mese  nei confronti delle ragazze inserite nel «sistema prostitutivo di Arcore», secondo i giudici, avrebbe anche costituito «un inquinamento probatorio», in quanto le avrebbe portate a testimoniare il falso. L’accusa a Ghedini e Longo è relativa, in particolare, alla convocazione delle “olgettine” ad Arcore, il 15 gennaio 2011, in vista delle loro deposizioni al processo Ruby. I due legali sono indagati «per aver partecipato nella loro qualità di difensori» del Cavaliere alla riunione del 15 gennaio 2011, insieme a diciotto ragazze. Per i testimoni che sono accusati semplicemente di avere mentito, senza essere pagate, la Procura procede per falsa testimonianza.

PM PIETRO FORNO. Coppi e Bongiorno non dovranno però affrontare Ilda Boccassini. La nemesi del Cavaliere ha rinunciato all’incarico. Bruti Liberati ha precisato che il pm che ha coordinato l’accusa negli altri due processi Ruby, ha chiesto espressamente da mesi di non dedicarsi a questa nuova indagine «per i suoi impegni pressanti». L’inchiesta è stata affidata al procuratore aggiunto Piero Forno, specializzato in crimini contro i minori, e ufficialmente candidato al ruolo di Procuratore generale di Milano. Insieme a lui c’è il pm Luca Gaglio.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.