
Rovinarsi per passare all’auto elettrica, e non ottenere un bel niente per il clima

Gli attivisti del clima e i politici ci ripetono in continuazione che le auto elettriche sono più pulite, più economiche e migliori. Molti paesi, tra i quali Germania, Regno Unito e Giappone, entro uno o due decenni proibiranno addirittura la vendita di nuove automobili a gas e a diesel. Ma se davvero le auto elettriche sono così eccellenti, che bisogno c’è di vietare le alternative? E perché dobbiamo sovvenzionare le auto elettriche a ritmo di 30 miliardi di dollari l’anno?
La realtà è molto più complicata di come i sostenitori delle auto elettriche vogliono farvi credere. Le emissioni di CO2 di un’auto elettrica dipendono dall’energia con cui essa viene ricaricata, se prodotta da fonti pulite o da carbone. Inoltre, la produzione delle batterie richiede grandi quantità di energia, che attualmente è ottenuta per lo più bruciando carbone in Cina. Ecco perché l’Agenzia internazionale dell’energia stima che un’auto elettrica che durante il suo ciclo vitale utilizzi il mix globale medio di fonti energetiche emetterà comunque una quantità di CO2 pari alla metà di quella prodotta da un’auto a gas. La medesima riduzione di emissioni si può comprare al prezzo di circa 300 dollari nel più vecchio sistema di scambio delle quote di emissione d’America. Eppure molti paesi spendono più di 20 volte tanto in sussidi per convincere le persone a compiere la transizione.
Il motore di un’auto elettrica non inquina l’aria, ma necessita di elettricità, che può finire per inquinare di più. Uno studio recente ha concluso che in due terzi degli Stati americani le auto elettriche sono causa di inquinamento dell’aria da particolato – il più pericoloso – in misura maggiore rispetto alle auto alimentate a benzina. In Cina un’auto elettrica in più inquina lievemente meno se usata in aree con centrali elettriche nuove e più pulite, ma produce maggiore inquinamento nelle regioni con centrali elettriche più vecchie.
I veicoli elettrici necessitano di batterie con enormi capacità, e questo le rende molto più pesanti delle auto alimentate a gas di categorie paragonabili. Una nuova ricerca dimostra che già solo questa differenza di peso comporta che le auto elettriche rispetto alle auto a benzina producano più emissioni di particolato da usura di pneumatici, strada e freni. Questi veicoli pesanti sono anche più pericolosi per gli altri in caso di incidente. Secondo uno studio pubblicato da Nature, in totale queste auto dal peso maggiore causeranno così tanti morti in più che il conto potrebbe superare i benefici totali per il clima ottenuti grazie alla riduzione delle emissioni di CO2. E la domanda da parte dei consumatori di mezzi a maggiore autonomia e dunque con batterie più capienti aggraverà questo problema.
Sebbene utilizzare un’auto elettrica è più economico, acquistarne una costa caro. L’auto media americana costa 48.000 dollari, mentre una elettrica attualmente costa più di 66.000 dollari. Un report del governo americano valuta che il costo del ciclo di vita di un’auto elettrica è più alto del 9 per cento, anche concedendo l’assai generoso assunto secondo cui l’auto elettrica sarà utilizzata tanto quanto una normale auto a benzina. In realtà le auto elettriche sono utilizzate verosimilmente meno della metà di quelle tradizionali, altro aspetto che le rende molto più costose.
Come dimostra uno studio recente, solo una famiglia dotata di auto elettrica su 10 conta unicamente su di essa. Le restanti nove hanno almeno un’auto non-elettrica, nella maggior parte dei casi Suv, furgoni o minivan. E per la maggior parte delle famiglie almeno una di queste auto non-elettriche viene usata per tragitti molto più lunghi, cosa che rende quella elettrica la “seconda auto”.
Le auto elettriche richiedono grandi quantità di minerali per essere costruite, e una transizione entusiastica accrescerà la domanda di cobalto, nichel e manganese di 40-80 volte da qui al 2050. La domanda di Litio esploderà fino a raggiungere un livello pari a 140 volte il suo attuale utilizzo per le auto elettriche; automobili e stoccaggio divoreranno ogni anno oltre dieci volte l’attuale produzione annuale di litio. Ci sono poi problemi etici relativi a questa produzione, per esempio gran parte dell’estrazione di cobalto in Congo è fatta sfruttando il lavoro minorile, e ci sono inoltre problemi di sicurezza sollevati dal fatto che la lavorazione dei minerali è concentrata per lo più in Cina.
A oggi è la Norvegia l’unico paese dove già la maggior parte delle auto nuove è elettrica. Ma un percorso simile è possibile solo per le nazioni super ricche, dal momento che la Norvegia versa sussidi indiretti per 23.500 dollari ad auto sotto forma di mancate vendite e tasse di immatricolazione, senza dimenticare altre agevolazioni fiscali come i pedaggi stradali ridotti. Notoriamente il petrolio costituisce una bella fetta dell’economia norvegese. Il paese sta pagando sussidi così alti per riduzioni così piccole di CO2 che deve vendere 100 barili di petrolio, emettendo 40 tonnellate di CO2, per poter sovvenzionare un’auto elettrica allo scopo di tagliare appena una tonnellata di emissioni.
Sebbene molti opinionisti prevedano che le vendite di auto elettriche diventeranno predominanti nel giro di qualche decennio, la realtà è ben diversa. L’amministrazione Biden stima che ancora nel 2050 oltre due terzi di tutte le automobili a livello globale saranno alimentate a gas o diesel. E se da qui alla metà di questo secolo la stragrande maggioranza degli elettori continuerà a non selezionare un’auto elettrica come prima scelta, chissà se i politici che promettono divieti oseranno davvero dire loro di fare altrimenti.
In fin dei conti, il motivo per cui si sostengono le auto elettriche è la promessa che grazie ad esse le emissioni verranno ridotte. Tuttavia l’Agenzia internazionale dell’energia calcola che se anche il mondo intero raggiungesse entro il 2030 tutti gli ambiziosi obiettivi proclamati in termini di auto elettriche, il risparmio aggiuntivo di emissioni di CO2 nel corso di questo decennio sarebbe di 235 milioni di tonnellate. Il modello climatico standard utilizzato dall’Ipcc rivela che ciò ridurrà globalmente le temperature di appena 0,0001 gradi centigradi entro il 2100.
I veicoli elettrici prenderanno il sopravvento soltanto quando l’innovazione li avrà resi migliori e più economici delle auto alimentate a gas. Ma i politici vogliono il cambiamento subito e progettano di buttare via centinaia di miliardi di dollari in sussidi per le auto elettriche, impedendo ai consumatori di scegliersi il modello che vogliono, e tutto al fine di ottenere virtualmente niente per il clima.
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