
Roma, sei incendi in tre mesi in una scuola steineriana. Genitori costretti a fare le ronde per evitare occupazioni abusive

Sei incendi in tre mesi sono una casistica alquanto sospetta. Lo pensano i genitori della scuola media steineriana Janua di Roma (quartiere Magliana), che non si fidano più ad abbandonare la struttura dopo l’ultimo rogo dello scorso 5 maggio. Da alcuni giorni s’alternano in ronde attorno all’istituto, giorno e notte, per evitare occupazioni abusive. Questo sebbene, a dir la verità, il bersaglio degli “incidenti” non sia il loro istituto, ma la scuola Quartararo, istituto pubblico che fa parte dell medesimo stabile in cui Janua è ospite. Entrambe le scuole sono state sgomberate, e gli studenti sono stati divisi in altre strutture o parrocchie della zona (quasi 400 bambini). Lasciando in questo modo vuote aule e corridoi, che ora possono essere occupate.
«C’È DIETRO UN PIANO?». Due classi della Janua sono state bruciate. Della Quartararo, invece, è stato preso di mira la sala delle fotocopiatrici, e prima ancora la presidenza ed un ripostiglio: «Al momento c’è un’indagine ancora in corso, e non ci sentiamo in grado di dire di chi siano le responsabilità», spiega Manuela Deangelis coordinatrice pedagogica della Janua. «Si è parlato di un pazzo, di criminalità organizzata, di zingari… Ma è ancora presto e arbitrario dire con certezza il colpevole. Ciò che è certo, è che al momento la scuola è inagibile: serviranno dei lavori per sistemarla, ma è difficile siano ultimati per settembre e l’inizio del nuovo anno scolastico». Una cosa è sicura: «Gli incendi sono di natura dolosa».
Più diretti sono alcuni genitori, preoccupati per il ripetersi dei roghi: «Temiamo i movimenti che organizzano assalti ed occupazioni alle strutture abbandonate», spiega al telefono uno di loro, «per poi offrirli come abitazione a immigrati e nuovi poveri». La struttura è imponente: 5 piani di aule e corridoi. Nel quartiere si vedono spesso zingari e roulotte, ma più delle azioni dei rom a spaventare i genitori è pensare che ci sia un vero e proprio piano, con gli incendi siano “comandati” per allontanare studenti e insegnanti, e creare così un nuovo insediamento abusivo.
IL PRECEDENTE. In più, c’è un precedente. Non lontano dal loro istituto c’è un altro edificio che ha subito la stessa sorte, la ex scuola “Otto marzo”: dal 2007 è nelle mani di abusivi. Più volte è stata dichiarata inagibile, nel 2012 fu sgomberata e poi rioccupata. Si calcola che ora al suo interno vivano circa 200 persone, in mini-loculi fatiscenti. Segnalati anche episodi di criminalità: l’ultimo è dello scorso febbraio, quando due uomini di nazionalità marocchina furono fermati con 8 chili di hashish. «Ma è da tanti anni che quell’edificio non è più una scuola», spiega Deangelis. «Io non credo siano stati i centri sociali, l’associazionismo non usa questi metodi».
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Per la penosa situazione a Roma:
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