Rolando Rivi. A Novi di Modena ci sarà la prima strada intitolata al ragazzo ucciso «in odio alla fede»

Di Redazione
06 Novembre 2013
È il primo Comune a intitolare una via al giovane seminarista ammazzato da due partigiani. A Reggio Emilia e a Modena, invece, i consiglieri si oppongono

Novi di Modena, comune di diecimila abitanti, sarà il primo paese di Italia a intitolare una via al beato Rolando Rivi. È stato approvato settimana scorsa un ordine del giorno, su proposta del consigliere comunale di minoranza Davide Boldrin, per dare il nome di una strada al giovane seminarista ucciso nel 1945 da due partigiani comunisti, esempio di coraggio e punto di riferimento per i giovani.

A REGGIO EMILIA GLI PREFERIRONO TITO. Se la proposta di intitolare una via a Rolando Rivi ha ricevuto piena adesione dal consiglio comunale di Novi di Modena, non si può dire lo stesso di altre città dell’Emilia.
Da sessant’anni, i consigli comunali della regione rossa si oppongono all’intitolazione di qualsiasi via o piazza al seminarista trucidato dai partigiani. Nel 2011, a Reggio Emilia, il Consiglio bocciò la conversione della via dedicata a Tito (l’ex dittatore della Jugoslavia) con Rivi, poiché il cambiamento avrebbe prodotto disagi fra i residenti. Due anni prima, nel 2009, fu invece il Consiglio comunale di Modena a far cadere una proposta del centrodestra sulla base delle osservazioni della sezione locale dell’Anpi, nella quale si sosteneva che i due responsabili della morte di Rivi, «pur avendo avuto un ruolo nelle formazioni partigiane della zona, commisero un reato di delinquenza comune e non furono spinti da ragioni ideologiche», benché avessero goduto dell’amnistia per reati politici di Palmiro Togliatti (scontarono per il loro crimine 6 anni di prigione invece di 22). Ancora oggi, il Consiglio comunale di Reggio Emilia, sulla proposta di intitolare a Rivi la piazza della Stazione Mediopadana, è stato redarguito dalla Cgil perché, secondo il sindacato, invece che a Rivi andrebbe dedicata alle vittime dei lavori dell’alta velocità.

BEATIFICAZIONE. «Domani avremo un prete in meno», con queste parole, Giuseppe Corghi e Delcisio Rioli, partigiani della Brigata Garibaldi, appartenenti al battaglione Frittelli, divisione Modena Montagna, decisero di porre fine alla vita del ragazzino perché alla richiesta di togliersi la veste talare aveva risposto «io non ho paura, io sono orgoglioso di portarla. Non posso nascondermi. Io sono del Signore».
Rivi aveva 14 anni quando fu martirizzato «in odio alla sua fede», ha ricordato Papa Francesco, nell’angelus del 6 ottobre, all’indomani della sua beatificazione. La colpa di questo «giovane martire, eroico testimone del Vangelo» era quella di «indossare la veste talare in un periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra».

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3 commenti

  1. Tiberio

    Sarebbe buona cosa anche cambiar finalmente nome alle varie Vie Tito, Ho Chi Minh e Lenin che ancora si possono trovare da quelle parti !

  2. beppe

    sempre avanti agli altri in quanto a violenza, malafede e falsità, e in perenne ritardo sulla storia e nel riconoscere la verità. riguardo l’ANPI, meglio tacere. rossi, vil razza dannata

  3. Paolo Cattari

    Il comune è quello di Reggio Emilia, non di Modena (che non ha la stazione dell’alta velocità)!

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