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Rispondere alla propaganda di Putin con altra propaganda?

Controcanto alla nostra stampa "interventista" che pare disposta a tutto, anche a sostenere la bontà dei battaglioni para-nazisti, pur di giustificare l'ingiustificabile.

Caro direttore, c’è indubitabilmente una campagna stampa di molti giornali che sostiene a gran voce le ragioni di un intervento il più possibile “muscolare” della Nato nella guerra in Ucraina. "La pace si fa con i missili" titolava due o tre giorni fa il Foglio: titolo su cui credo anche Vladimir Vladimirovich Putin possa trovare più di un elemento di convergenza. Se sul punto (missili = pace) la si pensa allo stesso modo, ciò che diventa dirimente è chi ne ha di più, di missili, e i più veloci, i più precisi e i più letali. La dismisura, insomma. In questo contesto in cui ai “pifferai di Putin” si aggiungono quelli dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, un particolare genere letterario sembra sia diventata l'elegia del combattente estremista.
E quindi, dopo il comandante dei miliziani asserragliati a Mariupol che sulla Repubblica spiega che lui no, non è nazista perché “legge Kant ai suoi soldati”, una firma di punta della Corriere della Sera, Massimo Gramellini, in tivvù ci racconta...

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