
Rischia la morte per l’aborto “fai da te”

Mercoledì scorso tutti i principali quotidiani nazionali hanno riportato la notizia di una diciassettenne che, l’autunno scorso, ha rischiato la vita a causa di un aborto “fai da te”. L’accento è stato posto sul fatto che la giovane e il suo fidanzato ventenne, per paura di uscire allo scoperto, anziché percorrere l’iter previsto dall’aborto legale, hanno acquistato online il Cytotec (misoprostolo), una prostaglandina che ha l’effetto di procurare le contrazioni e di espellere dal grembo materno il bambino concepito.
UN ITER LEGALE. In realtà proprio il Cytotec viene utilizzato normalmente nei percorsi previsti dalla legge come abortivo da associare alla Ru486 (mifepristone). Quando si ricorre all’aborto farmacologico la prassi richiede l’assunzione della Ru486 e, dopo tre giorni, del misoprostolo per aumentarne l’efficacia. Somministrata da sola, infatti, la prima ha successo solo in circa il 60 per cento dei casi, ma accostata al Cytotec, che da solo ha efficacia nel 90 per cento dei casi, raggiunge il suo scopo producendo le contrazioni e l’espulsione del concepito. La giovane genovese ha dunque utilizzato una delle pillole necessarie all’aborto farmacologico legale che in alcuni casi ha provocato addirittura la morte delle donne che l’hanno assunta. Con la sola differenza di abbassare la probabilità di successo in mancanza del mifepristone e di disobbedire alle linee guida italiane secondo cui il processo deve avvenire sotto la supervisione di un medico. Così, alla vista del sangue, la ragazza ha pensato a un ritorno del ciclo, senza capire che, in realtà, la pillola aveva avuto il suo effetto provocandole un’emorragia da cui è stata salvata in pronto soccorso.
VADEMECUM ONLINE. Il caso solleva una domanda. Come due ragazzini potevano sapere che il Cytotec si vende in farmacia e che causa l’aborto? La coppia aveva scoperto l’azione del farmaco online, dove si trova davvero di tutto. Si va dal sito Women on Waves, tradotto in più lingue fra cui l’italiano, che spiega che «le donne possono anche procurarsi un aborto da sole fino alla 12 settimana di gravidanza usando unicamente il Misoprostolo», al vademecum dell’associazione Luca Coscioni a firma del noto ginecologo e promotore dell’aborto farmacologico “fai da te” Silvio Viale. In quest’ultimo si trova la spiegazione di come utilizzare il Cytotec senza pericoli, perché «l’aborto indotto con le prostaglandine è una pratica abbastanza sicura, senz’altro preferibile ai rischi di un aborto chirurgico quando non è eseguito in condizioni di sicurezza». E ancora: «In Italia il Cytotec è utilizzato da donne straniere per provocare l’aborto, che spesso finiscono in pronto soccorso per avere assunto troppe pastiglie (…). Di solito si tratta di donne che non sanno a chi rivolgersi, che temono di andare ai consultori ed agli ospedali, che vogliono evitare iter lunghi troppo incomprensibili». Ma che «in realtà, non corrono mai un rischio elevato, nonostante il forte dolore e i rischi di ogni aborto spontaneo».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!