
Rischia la bancarotta la New York tassa-e-spendi di Bill de Blasio

Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Lo spettro della bancarotta torna ad aleggiare su New York per la prima volta dopo 40 anni. La fuga di aziende e cittadini per evitare un’imposizione fiscale fra le più alte del paese e i prezzi eccessivi della città, la più cara d’America e non solo, fanno sì che la Grande mela sia avviata verso quello che è stato definito un “disastro finanziario”.
L’allarme degli esperti sulla situazione disperata delle casse di New York fa seguito ai timori per un rallentamento dell’economia americana. Anche se la Casa Bianca ribadisce che la crescita prosegue sostenuta, a una velocità – secondo le stime della legge di bilancio che Donald Trump si appresta a presentare – del 3,2 per cento nel 2019 e del 3,1 per cento nel 2020, gli analisti e gli osservatori sono compatti nel prevedere una frenata della ripresa. «In caso di recessione [New York] si troverebbe in una situazione difficile, quasi impossibile», avverte Milton Ezrati, capo economista di Vested. «New York potrebbe finire in bancarotta», rincara la dose Peter Earle, economista dell’American Institute for Economic Research.
In molti puntano il dito contro Bill de Blasio per l’attuale stato delle cose: da quando è diventato sindaco della città le spese sono salite del 32 per cento, tanto che ormai su ogni famiglia pesa un debito di 81.100 dollari. E di recente a complicare il quadro e spaccare la città c’è stata la decisione di Amazon di rinunciare a New York per l’apertura della sua seconda sede in seguito alle proteste della politica locale. Un addio costato alla Grande mela 25.000 posti di lavoro e miliardi di dollari di investimento, e che è stato accolto con soddisfazione dei democratici progressisti della città capitanati da Alexandria Ocasio-Cortez.
La parlamentare democratica ha rilanciato l’idea di alzare al 70 per cento le tasse sui ceti più ricchi. Una proposta bocciata dagli economisti e dal governatore dello stato di New York. Andrew Cuomo è infatti convinto che un aumento della pressione fiscale sui più abbienti – l’1 per cento dei ricchi paga il 50 per cento delle tasse sul reddito della Grande mela – innescherebbe una fuga dalle conseguenze devastanti sui conti pubblici.
Foto Ansa
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