Rilancio dell’economia: ecco i cinque punti della “frustata” del governo

Di Emanuele Boffi
08 Febbraio 2011
Per alzare il Pil del 3-4%, domani il Consiglio dei ministri darà avvio al Piano nazionale per la crescita: riforma degli art. 41, 97 e 118 della Costituzione, rilancio del Piano casa, piano per il Sud, riordino degli enti che promuovono l’Italia sui mercati internazionali e semplificazione dell’accesso agli incentivi alle imprese

Domani il Consiglio dei ministri darà avvio al Piano nazionale per la crescita. Ecco i provvedimenti all’ordine del giorno:

1) Riforma della Costituzione negli articoli 41 (libertà di impresa), 97 (amministrazione pubblica) e 118 (rapporti tra centro e periferia). L’articolo 41 recita: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Il governo ritiene che il secondo e il terzo comma, di fatto, limitino il principio enunciato nell’apertura dell’articolo. Di qui la volontà di modificarlo secondo il principio liberale secondo cui «è lecito tutto ciò che non è espressamente vietato».

2) Rilancio del Piano casa. Onde evitare gli impedimenti che Regioni e Comuni hanno posto alla sua attuazione, il Governo incontrerà gli enti locali.

3) Piano per il Sud, con cui il centrodestra intende sbloccare i fondi strutturali stanziati dall’Unione Europea, finora sottoutilizzati (secondo un recente studio della Uil, il nostro Meridione ha speso solo 3,9 miliardi dei 47 disponibili). Sgravi fiscali sono previsti per chi vuole dare avvio a nuove imprese. Continua l’iter per la Banca del Sud.

4) Riordino di tutti quegli enti (come l’Ice, Istituto commercio estero) che si occupano della promozione dell’Italia sui mercati internazionali.

5) Semplificazione e riordino dell’accesso agli incentivi alle imprese, che ammontano a 60 miliardi di euro, ma sono articolati in 88 diversi interventi nazionali, regolati da 30 leggi. A questi si aggiungono un labirinto di 1.400 interventi regionali. Si punta a semplificare il quadro, con una sola “cassetta degli attrezzi”, dalla quale attingere le norme e gli strumenti più adeguati.

Articoli correlati

4 commenti

Non ci sono ancora commenti.

I commenti sono chiusi.