In attesa della grande (finora solo annunciata) riforma della giustizia, non si può che condividere le ragioni delle mosse del ministro Nordio su abuso d’ufficio, traffico d’influenze, legge Severino. Con qualche contrappunto quanto alle soluzioni proposte
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Un reato da cancellare e uno da rendere meno oscuro. Più una norma da migliorare. Da quasi un anno, in attesa di lanciare la sua più grande (e difficile) riforma della giustizia, il ministro Carlo Nordio e l’intero centrodestra puntano a un “programma minimo” che vuole abolire l’abuso d’ufficio, modificare in profondità il traffico d’influenze e migliorare la legge Severino.
Questi, in realtà, sono tre obiettivi di bandiera, il cui raggiungimento sicuramente non salverà la giustizia italiana. Il “programma minimo” di Nordio, però, ha alcune serie motivazioni. Partiamo dall’abuso d’ufficio, la cui abolizione peraltro è stata approvata dal Senato il 9 gennaio e ora passa alla discussione della Camera. Previsto dall’articolo 323 del Codice penale, l’abuso d’ufficio è un reato che da troppo tempo costringe i nostri tribunali a girare a vuoto. Lo dimostrano le statistiche. Nel 2021, su 5.418 procedimenti aperti, le archiviazioni sono state 4.613 (oltre l’85 per cento) mentre le con...