30 milioni subito più 250 mila euro al giorno. Tanto ci costa il disastro della spazzatura campana

Di Redazione
21 Giugno 2013
L'Italia paga un conto salato per la cronica e irrisolta situazione della regione. E il futuro è nero: ritardi sugli inceneritori e differenziata al lumicino (con gran scorno di De Magistris)

256.819 euro al dì. È questa la cifra che l’Italia dovrà pagare per ogni giorno di ritardo successivo alla condanna della Corte di Giustizia europea. Stiamo parlando dell’emergenza rifiuti campana. Il commissario europeo dell’ambiente, Janez Potocnik, ha detto che l’Italia sarà deferita sarà deferita davanti ai giudici della Corte per il «prolungato inadempimento in materia di gestione dei rifiuti». Quindi, se la Corte accetterà il deferimento, da quel giorno il nostro paese dovrà pagare la suddetta ammenda per ogni giorno di ritardo.
Ma il conto, in realtà, è ancora più salato perché il nostro paese deve sborsare subito 30 milioni per le violazioni passate.

DOVE SONO GLI INCENERITORI? La storiaccia si prolunga da diversi anni. La prima sentenza di condanna contro l’Italia è del 2008. Nel 2010, come ricordato da Potocnik, la Corte aveva richiamato l’Italia che ha tentato di adeguarsi nel gennaio 2012 adottando un nuovo piano di gestione dei rifiuti. A giugno abbiamo presentato un programma di misure per gestire il problema fino al 2016, quando dovrebbero (il condizionale è d’obbligo visti i ritardi) entrare in funzione nuovi impianti di trattamento.
Se questi, come probabile, non saranno ultimati, sarà un disastro. Anche perché, come ha rilevato la Corte, ci sono ancora in giro sparsi per la Campania «sei milioni di tonnellate di rifiuti imballati e stoccati, in attesa di un incenerito che deve essere ancora costruito».
Irrisori i progressi nella raccolta differenziata: a Napoli, il centro che produce la maggiore quantità di rifiuti, non si arriva nemmeno al 20 per cento. Il sindaco de Magistris aveva promesso che entro la fine del 2011 sarebbe arrivata al 70.

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1 commento

  1. francesco taddei

    ho cambiato idea: facciamo le tre macroregioni e ognuno si paga i casini suoi.

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