Ribelli a Tripoli, Gheddafi vacilla. «Non è ancora finita»

Di Redazione
23 Agosto 2011
Nella notte l’irruzione a Tripoli dei ribelli, che ora comanderebbero l’80 per cento della città. Un portavoce dei ribelli invita però alla calma: «Hanno ancora in mano quattro zone della città». Carri armati di Gheddafi sparano in città. I ribelli non sanno dove sia il Colonnello

Malgrado l’irruzione nella notte a Tripoli delle milizie insurrezionali, e le scene di esultanza con cui la popolazione le ha accolte continuando a festeggiare anche a giorno fatto, le forze fedeli al regime di Muammar Gheddafi controllano tuttora tra il 15 e il 20 per cento della capitale della Libia: lo ha affermato un portavoce dei ribelli, identificatosi soltanto come “Nasser”. «Fondamentalmente», ha dichiarato il portavoce all’emittente satellitare pan-araba al-Jazeera, «finora hanno il controllo di quattro zone, che rappresentano all’incirca il 15-20 per cento della città».

Muammar Gheddafi «è ancora a Tripoli», e «potrebbe tuttora trovarsi nella sua residenza a Bab al-Aziziyah»: lo hanno affermato, dietro garanzia di anonimato, fonti diplomatiche accreditate nella capitale della Libia, che nelle ultime due settimane hanno avuto occasione d’incontrare il Colonnello. Negli ambienti insurrezionali si afferma invece di ignorare dove si trovi Gheddafi al momento.

Nuovi, furiosi combattimenti sono scoppiati di primo mattino intorno a Bab al-Aziziyah, la residenza-bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli: a un certo punto carri armati sono stati visti uscire dal complesso e allontanarsene, sparando intorno a sé e cannoneggiando un punto non meglio precisato. Al momento s’ignora comunque dove si trovi il Colonnello, che ieri aveva fatto trasmettere tre propri messaggi dalla televisione di regime, mentre i ribelli s’impadronivano di diversi quartieri della capitale, irrompendo anche sulla Piazza Verde, nel cuore della città. Sempre in centro, stando a fonti giornalistiche presenti sul posto, raffiche di armi automatiche intorno alle 5,30 ora locale, le 6,30 italiane, risuonavano nei paraggi dell’Hotel “Rixos”, dove sono rimasti confinati la maggior parte degli inviati dei mass media stranieri. Scontri armati anche nella parte sud di Tripoli, dove echeggiavano colpi di artiglieria pesante.

Notte relativamente meno travagliata a Tripoli, dopo il burrascoso ingresso nella capitale libica dei rivoltosi: stando a fonti giornalistiche presenti in città, il frastuono degli scontri armati è tuttavia tornato a riecheggiare all’alba, specialmente nei quartieri meridionali. Non a caso, si tratta del settore dove si trova il complesso di Bab al-Aziziyah, la residenza-bunker di Muammar Gheddafi, che per il momento resta alla macchia. Un invito alla calma e alla responsabilizzazione e’ stato rivolto da Bengasi alle milizie ribelli da Mahmoud Jibril, primo ministro ad interim del Consiglio Nazionale Transitorio, attraverso l’emittente televisiva insurrezionale ‘al-Ahrar’. «Non è ancora finita», ha ammonito Jibril. «I combattimenti non sono terminati ma, ad Allah piacendo, entro poche ore la nostra vittoria sarà completa. Vi avverto, dentro e intorno a Tripoli ci sono ancora sacche di resistenza. Fate attenzione, alcune di quelle sacche sono a est, dovete essere prudenti». Quindi Jibril ha lanciato un appello alla moderazione: «Il mondo ci sta guardando», ha sottolineato. «Non vendicatevi! Oggi, mentre celebriamo la vittoria, mi appello alla vostra coscienza e alla vostra responsabilità. Non lasciatevi prendere la mano. Non vendicatevi».

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