Renzi: «Se si vota la legge elettorale, Parlamento dura fino al 2018»

Di Chiara Rizzo
27 Gennaio 2014
Il segretario del Pd: «Se si approva l'Italicum si apre stagione costituente duratura. Ma se franchi tiratori bocciassero tutto, si va alle urne con le preferenze in mega-circoscrizioni e vediamo»

Il suo aut aut il segretario del Pd lo lancia stamattina, 27 gennaio, dalle colonne del Messaggero con un’intervista: «Se questo Parlamento vota la legge elettorale avvia una stagione costituente che può arrivare addirittura sino al 2018. Ma se i franchi tiratori affossassero l’Italicum con il voto segreto si andrà subito ad elezioni». E poi lima ulteriormente la lama della stoccata destinata anche al suo stesso partito: «Se in Parlamento c’è una maggioranza di persone che non vuole il premio di maggioranza, vuole abbassare lo sbarramento e introdurre le preferenze diciamo a costoro di non affaticarsi troppo nell’inventarsi una propria proposta. Diciamo bocciate questo accordo e poi andremo a votare con le preferenze e vedremo quanti avranno il consenso in ventisette mega-circoscrizioni».

SOGLIA MINIMA E PREFERENZE. I nodi irrisolti dell’Italicum rimangono i soliti due. Soglia per l’ottenimento del premio di maggioranza e preferenze. Renzi spiega che sull’ipotesi di modifiche del testo in Commissione affari costituzionali «margini ci sono sempre se c’è l’accordo dei contraenti: vorrei però capire per fare cosa». Il segretario spiega che «Per esempio sarebbe intelligente alzare la soglia minima di raggiungimento del premio portandolo dal 35 al 38 per cento. Ne stiamo parlando già da qualche giorno con FI e Ncd e consentirebbe di ridurre l’entità del premio di maggioranza al 15 per cento. Ogni legge è migliorabile, ma contesto il metodo di coloro che parlano di preferenze per portare a casa altro». Anche sull’appello lanciato ieri da 29 costituzionalisti Renzi dice che «Loro sostengono che la proposta di riforma va bene a patto che si levi il premio di maggioranza, si introducano le preferenze e si tolga lo sbarramento. In Italia questa legge c’è già stata ed è quella della prima Repubblica. Ci farebbe tornare al pentapartito».

ACCORDO CON IL “NEMICO”. Poi il segretario prosegue: «Nel Pd c’è una parte che dice “siccome piace a Berlusconi, questa riforma non si deve fare”. È un atteggiamento che denota una sudditanza culturale e psicologica». Anche a Nichi Vendola che lo ha accusato di aver riportato sulla scena politica il Cavaliere, con l’incontro organizzato al Nazzareno, Renzi risponde: «Berlusconi c’è e ci sarà finché milioni di italiani lo voteranno – ha risposto Renzi -. A Vendola chiedo invece di sapere se vuol stare con noi o no».

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