
Renzi-M5S, incontro sulla riforma elettorale
A sorpresa Matteo Renzi partecipa all’incontro con la delegazione del Movimento 5 stelle sulla riforma elettorale, in corso dalle 15: il premier ieri sera aveva scartato l’ipotesi di presenziare, «Non credo che ci andró io, ora vediamo che delegazione hanno fatto». Prima dell’incontro a Palazzo Chigi si è tenuto un pre-vertice con la delegazione democratica, a cui hanno partecipato il vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani, l’europarlamentare Alessandra Moretti, il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza.
IL NODO PREFERENZE. All’incontro partecipano i capigruppo di Camera e Senato M5S Paola Carinelli e Vito Petrocelli, il responsabile ed estensore della proposta di legge elettorale pentastellata (il “Democratellum”) Danilo Toninelli, e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Moretti nel corso dell’incontro ha sottolineato: «Siamo felici che abbiate finalmente iniziato un dialogo e deciso di essere qui. Ma non potete pensare di stravolgere il lavoro che è stato fatto nei luoghi deputati a farlo, cioé nelle varie commissioni». Al cento del dibattito tra le due parti c’è il nodo delle preferenze, imprenscindibili per i M5S non per il Pd. Così ha sottolineato ad esempio Moretti: «Siamo arrivati all’ipotesi di piccoli collegi, e con liste piccole, che garantiscono due condizioni imprenscindibili per noi. Aggancio territoriale e riconoscibilità dei candidati: due condizioni che permettono al cittadino di scegliere. Per questo sul sistema delle preferenze noi ribadiamo la disponibilità a dialogare con voi, ma quella a cui siamo arrivati è una condizione che non può essere stravolta». Di Maio dal canto del M5S ha replicato: «Noi abbiamo risposto alle vostre domande, e sintetizzato le nostre osservazioni. Ora siamo qui a chiedervi se siete pronti a discutere con noi delle preferenze: è un dibattito che abbiamo fatto in Aula per giorni. Chiariteci se non si può fare nulla, oppure se si può fare qualcosa qui».
«TEMPI BERSANIANI». «È indiscutibile che siano stati fatti dei passi in avanti con voi» ha sottolineato Renzi. Poi uno scambio di battute: Renzi ha continuato dicendo «Se pretendiamo di risolvere tutto ora, potremmo andare avanti per ore». Di Maio allora ha ironizzato: «Ci prendiamo una birra, Presidente, diciamo in memoria del passato?». La replica: «La birra è un’idea bersaniana» (il riferimento è alla celebre foto di Pierluigi Bersani davanti ad una birra, ndr.). Renzi ha sottolineato che ci siano già dei punti di apertura, ma che resta scetticismo sulla reale disponibilità dell’M5s: tra i punti su cui c’è una favorevole apertura, l’ipotesi dei grillini di un doppio turno di lista che per il premier «Troverebbe d’accordo noi, voi, Forza Italia, ma non i piccoli partiti». Toninelli ha replicato chiedendo: «Comanda Berlusconi per voi?». Renzi ha risposto a tono: «Questa è una battuta: il punto vero è che questa legge costituzionale è stata modificata all’interno di un dibattito in aula».
I DUBBI SUL PREMIO DI MAGGIORANZA. Ritornando sui punti in comune, Renzi ha evidenziato che un accordo sul premio di maggioranza alla coalizione che passa il ballottaggio: «Il punto è che per far passare il ballottaggio abbiamo dovuto individuare un tetto, per guadagnare il premio di maggioranza, fissandolo poi al 37 per cento: voi esprimete dubbi. Io penso che ciò ponga dei rischi. Prendiamo le elezioni del 25 maggio, ed un partito prendesse il 40 per cento. Se in Italia con questi risultati fosse stato vigente il sistema “democratellum” non ci sarebbe stata una maggioranza, con l’Italicum invece sì». Sul doppio turno, l’accordo ci sarebbe con una lieve discussione, e poi Renzi ha aperto anche al premio di maggioranza: «Vediamo sulla soglia del 52 per cento, prendiamo atto che anche dalla vostra parte è condiviso il nostro obiettivo di governabilità». Sulle preferenze Renzi ha rilanciato: «Sarebbe interessante capire cosa direbbe l’M5s sulle primarie per legge. Questo però è un punto su cui io stesso sono contrario e perplesso, perché le primarie per legge richiederebbero un costo: e se dovessi scegliere preferirei le preferenze». Per quanto riguarda il no alle candidature plurime posto dall’M5S, Renzi ha specificato che condivide questa posizione, che invece vede contrari i piccoli partiti che avrebbero l’esigenza di candidare alcune persone in più collegi.
«STIA SERENO PRESIDENTE». Renzi ha quindi aperto: «Voi avete messo delle domande sul tavolo. Bisogna vedere se siete davvero disponibili a dialogare ancora». Di Maio ha interrotto con una battuta, «Stia sereno presidente». Poi il premier ha proseguito: «La discussione sulla riforma costituzionale (del Senato, ndr.) vogliamo tenere aperta la discussione? E se sì, quali punti sareste disposti a tenere aperti? Vedo che sareste d’accordo sul superimento del bicameralismo perfetto, e anche sulla riforma delle Regioni. Avete dei dubbi sull’eleggibilità di secondo livello dei senatori: ma non mi sembrate così distanti. Voi dite che sono un autoritario bradipo, ma mi sembra che anche voi non siete poi così lontani». Di Maio ha replicato: «Ci avete chiesto delle risposte sulla legge elettorale, e ve le abbiamo date. Noi vi abbiamo fatto la nostra proposta e da lunedì scorso. Da allora ad oggi non vi siete ancora consultati sui partiti di maggioranza su queste proposte per darci risposte chiare? Ci state dicendo “Prendiamo e portiamo a casa le vostre risposte per rifletterci”. Non ci sembra serio». Renzi ha risposto spiegando che l’Italicum o riforma elettorale è incardinata al Senato, e che ragionevolmente potrebbe essere discussa entro 15 giorni: «Vi chiedo solo se si può arrivare ad una disponibilità ad una discussione con voi in Aula».
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