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Su Dagospia si riprende l’articolo di Roberto Gressi sul Corriere della Sera: «C’è la fila, con il cappello in mano, davanti a quella porta. Questuanti, corteggiatori, affamati di voti, saccheggiatori di eredità politica, portatori di doni, che sono poi i più temibili. Anzi, più che una fila è una ressa […] Giurano che di loro ci si può fidare e degli altri no. […] Ché per sedersi a Strasburgo, anche solo su uno strapuntino, serve almeno il quattro per cento. […] La porta è quella di Emma Bonino, 75 anni […]».
Mi pare che Gressi descriva realisticamente lo stato della cosiddetta ala moderata della sinistra, una specie di ammucchiata formata da resti di antichi ceti politici, più ispirata da spirito di sopravvivenza (una sorta di quello che Giorgio Guglielmo Federico Hegel chiamava “il partito della pagnotta”) che da visioni e ideali politici.
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Su Linkiesta Iuri Maria Prado scrive: «Il comunicato da indipendenti di centro sociale con cui +Europa si accredita sulla scena “legalitaria”...
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