
Renzi, prima fa la giravolta sull’amnistia, poi si inventa un centro Icam a Firenze, dove non esiste
Caro Marco Pannella, «le tue richieste sono giuste e legittime, nella loro immediatezza oltre che nel loro contenuto». «Vogliamo farci carico della lotta per l’amnistia». Firmato Matteo Renzi.
Era il dicembre 2012 e il sindaco di Firenze sottoscrisse la lettera aperta (estensore, Enzo Brogi) a Marco Pannella, nella quale si sosteneva la necessità di atti di clemenza come rimedio al sovraffollamento carcerario. Oggi, Renzi sconfessa quell’idea, in nome dei consensi («l’amnistia sarebbe un clamoroso autogol per il Pd», ha detto qualche giorno fa). L’aspirante leader del Pd si era dichiarato a favore dell’amnistia, anche nel 2005. Scrisse, allora: «Aderisco alla battaglia di Pannella per l’amnistia, impegno morale, civile sociale della comunità italiana».
LA GIRAVOLTA DI RENZI. Fino a pochi mesi fa, Renzi appoggiava la battaglia per l’amnistia, perché la riteneva una lotta «per la giustizia e per la libertà». Oggi la definisce una «cosa poco seria». Cosa è cambiato nel frattempo? Nella realtà nulla, o quasi: l’Europa ha di nuovo condannato l’Italia per la disumanità dei trattamenti riservati ai detenuti e le ha imposto di risolvere il problema del sovraffollamento entro maggio dell’anno prossimo.
Nella testa di Renzi, invece, il cambiamento è stato radicale. Si è assistito a una giravolta: prima, pensava che l’amnistia occorresse «per il ripristino della legalità e del rispetto della dignità all’interno delle nostre carceri» mentre, ora, che un atto di clemenza sarebbe addirittura «ineducativo» per i ragazzi che devono imparare la cultura della legalità.
Prima, sosteneva che bisognasse «interrompere una violenza che riguarda tutti i cittadini, non solo i detenuti» e apprezzava la necessità di «ristabilire i principi della Costituzione», depredata dalla messa in discussione della «funzione rieducativa» della pena, mentre ora sostiene che ignorare le illegalità commesse dallo Stato italiano nei confronti dei detenuti abbia una funzione educativa.
LE BUFALE DEL SINDACO. In questi giorni, Renzi non solo ha fatto una giravolta sulla questione “amnistia”. Si è lasciato scappare anche un paio di affermazioni totalmente campate in aria. Intervistato da Lucia Annunziata, nel corso della trasmissione In Mezz’ora su Rai 3, ha dichiarato che «a Firenze siamo stati i primi ad aver fatto l’Icam (l’istituto a custodia attenuata per le detenute madri, ndr)». Parole smentite dal vicecapo del Dap, Luigi Pagano, durante la rubrica Radio Carcere in onda su Radio Radicale: «Attualmente a Firenze non c’è un Icam così come ha affermato Matteo Renzi». «Inoltre – ha precisato Pagano – non è neanche vero che a Firenze sono stati i primi a istituire l’Icam. Infatti il primo Icam è stato istituito a Milano nel 2006, mentre quest’anno è entrato in funzione solo quello di Venezia».
Non solo, il sito di Radio Carcere avverte che «non è vero neanche che attualmente a Firenze sia in funzione un istituto per le donne detenuti e i loro bambini. A Firenze esiste solo un protocollo, del gennaio 2010, e un progetto che avanza con estrema lentezza. Morale: ad oggi anche a Firenze i bambini restano ad oggi chiusi in carcere».
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1 commento
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Mi sa che l’icam o nasce destinando casa mia o continua ad essere la solita bufala del millantatore/rinnovatore.
Quindi buona la prima.
A presto!