
Regione Lombardia a Pamplona per difendere la filiera dell’automotive

Non solo l’elettrico, che rimane un’alternativa, ma la possibilità di raggiungere gli obiettivi in tema di sostenibilità ambientale imposti dalla Commissione Europea e che il ‘sistema lombardo’ condivide pienamente, attraverso tutte le possibilità scientificamente certificate, come i carburanti rinnovabili, salvando per cui i motori endotermici, che invece l’Europa con una visione troppo ideologica non vuole prendere in considerazione. È questa la posizione ribadita da Regione Lombardia, con l’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, ieri a Pamplona durante la seconda conferenza annuale dell’Alleanza delle Regioni Europee dell’Automotive.
Le regioni italiane appartenenti all’Alleanza sono 9, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria; a queste si aggiungono ulteriori 25 regioni europee dei principali paesi del Continente, Germania, Spagna e Francia; territori che insieme fanno un prodotto interno lordo pari a 5mila miliardi di euro, il 34% del Pil europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei che equivale al 31% della popolazione di tuti i paesi della Comunità Europea; inoltre, il Pil totale delle regioni dell’Alleanza è l’8,7% superiore a quello medio dell’Europa.
L’Alleanza delle Regioni dell’automotive è una rete politica di regioni impegnate a realizzare la transizione dell’industria automobilistica e del relativo indotto in Europa. Nata per iniziativa del Comitato europeo delle Regioni, punta a riunire i territori con un tessuto industriale specializzato nel settore automobilistico e un forte indotto. Tra i principali obiettivi quello di rafforzare gli ecosistemi industriali regionali e stimolare la creazione di valore, tutelando la coesione economica e sociale dei territori. Durante la plenaria è stata confermata la presidenza dell’Alleanza per il 2025 all’Italia, con la Lombardia, nella persona dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi che diventerà presidente.
La tesi lombarda si riassume in due parole ‘neutralità tecnologica’, che equivale a dire che l’Europa non deve imporre ai cittadini quale tipo di automobile utilizzare, ma concentrarsi sulla definizione degli obiettivi ambientali lasciando la libertà sulle modalità di raggiungimento ai singoli territori. Stiamo parlando ovviamente di automotive ed è proprio dal principio della neutralità tecnologica che la Lombardia nel marzo 2022 ha iniziato un percorso in difesa della filiera dell’automotive e che oggi vede i punti massimi nell’elaborazione di un apposito studio che conferma la forza e le grandi potenzialità dei carburanti rinnovabili, in grado da subito di abbattere le emissioni e nell’essere riusciti a far inserire un preciso e importante paragrafo nel documento ufficiale firmato ieri a Pamplona da tutte le 34 regioni dell’Alleanza delle regioni europee. Nello specifico, il testo fatto inserire dalla Lombardia, recita così: “I regolamenti europei devono tenere conto dell’impatto esercitato sull’economia regionale dalle misure volte a mantenere e rafforzare la competitività dell’intera catena dell’industria automotive europea e raccomanda di tenere conto delle varie soluzioni tecnologiche (ad esempio l’elettrificazione, le tecnologie dell’idrogeno e i combustibili alternativi) che possono anch’esse svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione”.
Lo studio invece è stato preparato, su richiesta di Regione Lombardia, dal Cluster Lombardo della Mobilità che comprende la filiera del settore, dalle università, dai centri di ricerca e dalle associazioni di categoria. Una battaglia di equità, quella che sta giocando Regione, per tutelare una filiera di circa 15mila lavoratori solo nella locomotiva d’Italia e 70mila in tutto il Paese. Lo stop del motore endotermico provocherebbe infatti l’interruzione di molte attività per l’impossibilità di gestire una riconversione con il conseguente crollo dell’intera filiera automotive ed il rischio di una perdita di competitività del settore produttivo europeo nello scenario globale, a vantaggio principalmente della Cina.
La Lombardia per scongiurare una tempesta economica e sociale ha voluto confermarsi capofila nella difesa e nel sostegno alle imprese, grazie sia al lavoro di sistema che rende più ‘autorevoli’ le istanze presentate alle istituzioni sovraregionali sia influenzando le posizioni ufficiali della più importante istituzione europea dell’automotive, appunto quella dell’Alleanza delle 34 regioni.
Una sfida certamente complessa ma che fino a due anni fa sembrava impossibile e che ora trova sempre più consensi e conferme scientifiche.
I risultati del percorso lombardo infatti sono evidenti, ripercorrendo le tappe vediamo che la prima versione del Manifesto, che ha visto il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, è stato redatto con l’obiettivo di creare le condizioni per una graduale e razionale transizione contraddistinta dalla neutralità tecnologica, evitando inopportune accelerazioni che determinerebbero per il nostro continente la perdita di una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali. Questa prima versione è stata sottoposta all’attenzione sia del governo Draghi che a quello attuale, conseguentemente si sono create sinergie con i parlamentari europei competenti in materia che hanno portato a modifiche normative; la partecipazione della Lombardia il 17 novembre 2022 a Lipsa per la prima riunione dell’Alleanza delle Regioni Automotive, in cui la posizione della Lombardia è diventata quella di tutte le regioni italiane appartenenti all’Alleanza (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria).
C’è stato poi lo studio sui carburanti rinnovabili prima richiamato. Il focus del lavoro è stato l’analisi di diverse fonti energetiche, mettendo a confronto la pluralità di soluzioni disponibili nel breve, medio e lungo periodo, con riguardo all’intero ciclo di vita del veicolo e del carburante/vettore energetico impiegato. Lo studio è stato presentato pubblicamente il 20 luglio 2023 e, il giorno seguente, inviato al Governo.
Arrivando appunto all’oggi e all’incontro a Pamplona con la firma del documento ufficiale che si compone di 16 specifici articoli.
La Lombardia continuerà nella sua battaglia, forte anche del sostegno del Governo, e punta a dimostrare entro il 2026, quando la Commissione Europea valuterà i dati delle emissioni e quelli del consumo di carburanti ed energia, l’affidabilità, in ambito ambientale, dei carburanti alternativi. Una sfida difficile ma “fattibile” secondo la Lombardia grazie al know how e alle tecnologie già presenti, che agevolerebbero questo percorso. “Grazie al lavoro fatto in Lombardia, nel 2026 saremo in grado di dimostrare il raggiungimento degli obiettivi ambientali di mobilità continuando a utilizzare i motori endotermici; la scienza, la ricerca e l’innovazione vinceranno sull’ideologia e sull’irrazionalità; questo accadrà ovviamente se saremo lasciati liberi di agire, senza il cambio degli obiettivi, ma in piena neutralità tecnologica”, è la tesi dell’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi.
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