Recensioni

THE FOUNTAIN (concorso)
Di Darren Aronofsky
Genere: non pervenuto
Allora: ci sono un lui e una lei. Lui fa lo scienziato alla ricerca dell’albero della vita. Ma è anche un conquistador spagnolo che parla misteriosamente inglese e ogni tanto una specie di monaco buddista chiuso in una palla di vetro. Lei non si capisce cos’è ma ha un tumore al cervello e muore, ma poi risorge come regina di Spagna in lotta contro un Grande Inquisitore assetato del sangue degli eretici (qui si assiste alla scena cult del film: le torture degli eretici sotto lo sguardo vigile dei preti). Film pretenzioso, senza capo né coda, confuso più che complesso. I cattivi, in tonaca e collarino, sono però riconoscibili a chilometri di distanza.

THE QUEEN (concorso)
Di Stephen Frears
Genere: biografia umoristica
Non una biografia e nemmeno un pamphlet: The Queen è il racconto del privato della regina Elisabetta, nei momenti che seguirono la morte di Diana. Il film è un autentico spasso con interpreti magnifici. Ma soprattutto è un film equilibrato, che evita la caricatura dei reali e non scade nel santino costruito attorno a Tony Blair. Il dramma stemperato nell’ironia.

CHILDREN OF MEN (concorso)
di Alfonso Cuarón
Genere: fantascienza apocalittica
Fantascienza apocalittica ma dagli scenari possibili. Nel 2027 nessuna donna è ormai fertile, il governo fascista appronta kit legali per il suicidio e fa fuori gli immigrati clandestini. Nella speranza, sempre più vana, di sentire il vagito di un bambino. Alcune cose molto belle, altre no: l’attesa spasmodica del Bambino che possa ridare speranza, da una parte. L’opposizione terrorista-islamico-resistente contro l’Occidente dai modi nazisti, dall’altra.

L’ETOILE DU SOLDAT (giornate degli autori)
di Cristophe de Ponfilly
Genere: nostalgico
È colpa della Cia, la strage dell’11 settembre. Lo sa bene Nikolaj, il soldato sovietico che durante la guerra contro i “terroristi” afghani, sarà catturato, dolcemente convertito e arruolato dagli uomini di Massoud. Gli afghani partigiani dell’islam senza macchia contro l’ideologia sovietica, ma i peggiori sono sempre loro, Bush e soci, finanziatori di Bin Laden.
La frase: «Dietro le quinte del terrorismo detto “islamico”, di cui è stata brandita fino ad ora la minaccia» (dalle note di produzione).

LETTERE DAL SAHARA (concorso)
di Vittorio De Seta
Genere: terzomondista
Allah è grande e l’Europa ci odia. Lo scopre un senegalese arrivato in Italia clandestinamente e sfruttato e picchiato prima di ritornarsene in Senegal. Facile docudramma a senso unico. E anche questa volta contro, contro, contro.
La frase: «Gli europei non ci considerano esseri umani. ma non è finita qui».

THE BLACK DAHLIA (concorso)
di Brian De Palma
Genere: Thriller patinato
Delusione cocente. Dal libro più noto di James Ellroy un’illustrazione patinata firmata Brian De Palma, che sovraccarica di virtuosismi tecnici una storia già di per sé complicata (e di cui spesso si perde il filo). Cast sontuoso ma senza fascino. Niente a che vedere con Gli intoccabili (a cui il regista rende omaggio in una delle sequenze peggiori). E nemmeno con L.A. Confidential, l’altro noir tratto da James Ellroy.

THE U.S. VS LENNON (orizzonti)
di David Leaf, John Scheinfield
Genere: Peace & Love
Lo dicono tutti: le Black Panther, i neo hippy, i reduci dal Vietnam e il movimento radical chic d’America. Lo dicono persino Noam Chomsky e Gore Vidal: è stata la Cia a far ammazzare John Lennon dietro ordine del presidente Richard Nixon. Una docuballa alla Michael Moore dove si esibiscono presunti documenti, conditi da musica accattivante e immagini forti di fronte a un pubblico che sa già da che parte stare. Contro.
La frase: «John Lennon rappresentava la vita.
Nixon e Bush rappresentano
la morte» (Gore Vidal).

BLACK BOOK (concorso)
di Paul Verhoeven
Genere: resistenza antinazista
Nell’Olanda occupata dai nazisti, la vicenda di una giovane donna ebrea che entra a far parte della Resistenza. Film crudo, cinico, in cui non si capisce mai fino all’ultimo chi sono i buoni e chi i cattivi. Ci fanno una buona figura solo i fieri comunisti. Tutti gli altri sono aguzzini o vili, come i cristiani che non ammazzano ma vendono gli ebrei.
La frase: «La vita di un ebreo qualunque vale meno di quella di un rispettabile olandese» (da un dialogo tra buoni cristiani).

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