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Curare la vita nell’ombra della morte

Di Alberto Frigerio
04 Dicembre 2021
Commento a un articolo di Recalcati su Repubblica. Il dono che si può elargire a chi è nella prova della malattia non è la soppressione della vita ma la sua cura caritatevole
Un uomo in Ungheria viene curato con le cure palliative, alternativa all'eutanasia

Nell’articolo "Donare la morte in omaggio alla vita", apparso sul quotidiano La Repubblica il 29 novembre 2021, lo psicoanalista milanese Massimo Recalcati ha avanzato la tesi secondo cui l’interruzione volontaria della vita (eutanasia o suicidio assistito) in alcuni casi si configurerebbe come un dono, che consentirebbe di onorarne la sacralità.
Recalcati evoca la nota pellicola cinematografica Million Dollar Baby, in cui Frankie (Clint Eastwood) stacca il respiratore di Maggie, giovane pugile da lui allenata, rimasta tetraplegica per una lesione del midollo spinale, e le inietta una dose di adrenalina che ne provoca l’arresto cardiaco. In tal modo, mette fine alle sue atroci sofferenze fisiche, per le piaghe da decubito, la cancrena e l’amputazione di una gamba, e psicologiche, per l’atteggiamento dei famigliari, che le fanno visita in ospedale accompagnati da un avvocato, nel tentativo di intestarsi i suoi soldi.
In simili casi, conclude Recalcati, conferire la morte non costituire...

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