Rassegna stampa/1 Il Sud Sudan è indipendente con il 98,83% dei voti

Di Redazione
08 Febbraio 2011
Il 9 luglio nascerà il nuovo Stato. Ufficiali i risultati del referendum, accettati anche dal governo di Khartum dopo 50 anni di guerra civile e due milioni di morti. I nodi da sciogliere: definizione dei confini e dei proventi che derivano dai pozzi petroliferi. La festa del sud cristiano e animista

Sono stati ufficialmente annunciati i risultati del referendum, che hanno visto il trionfo dell’autodeterminazione con quasi il 99% dei consensi. Il Sud Sudan sarà il 193mo Stato del mondo, il 54mo dell’Unione Africana. Il 9 luglio nascerà il nuovo Stato, grazie anche al riconoscimento della validità del referendum da parte del governo di Khartum.

“Il presidente Omar Hasan Ahmad al-Bashīr ha detto sì alla nascita del 54mo Stato dell’Africa. Accetta la separazione del sud animista e cristiano, dal nord arabo e musulmano. Concede non solo il suo benestare, almeno così sembra, ma anche l’aiuto che si dovesse rendere necessario. […] E’ rivolgendosi al mondo […] che Bashir accoglie la secessione dei sudisti e promette la sua collaborazione: «Oggi abbiamo ricevuto i risultati e li abbiamo accettati – ha annunciato ieri il presidente -, sono i benvenuti poiché esprimono la volontà del popolo»” (Avvenire, p. 6).

Dopo mezzo secolo di guerra civile tra nord e sud,
“che ha causato almeno due milioni di vittime, dalle urne, aperte a cavallo tra il 9 e il 15 gennaio scorsi, è uscito un esito compatto che ha raggiunto il 98,83% il consenso sull’indipendenza. […] La data ufficiale per la divisione in due del Sudan è prevista per il 9 luglio prossimo, ma c’è ancora molta strada da fare e, nonostante le parole rassicuranti di Bashir, tanta preoccupazione per consolidare una pace che ancora è considerata fragile, in una realtà dove solo qualche giorno fa ci sono state decine di morti in nuovi scontri tra gruppi armati e fazioni, in una realtà dove armi e carri armati non mancano” (Avvenire, p. 6).

Il presidente provvisorio del Sudan meridionale, Salva Kiir, ha accolto bene l’apertura di Bashir: «Nord e sud devono pensare a costruire rapporti forti». Ci vorrà però ben più che un voto elettorale per fare del Sud Sudan uno Stato indipendente a tutti gli effetti. Nelle principali negoziazioni tra nord e sud “si affronteranno il tema della condivisione dei proventi petroliferi, presenti soprattutto al sud, ma finora gestiti soprattutto al nord. Oltre alla definitiva demarcazione del confine tra nord e sud, che comprende anche la volatile regione centrale di Abyei. La nascita del più nuovo Stato al mondo è il risultato di una realtà molto difficile. La sua crescita, probabilmente, lo sarà ancora di più” (Avvenire, p. 6).

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