
Rassegna stampa 1/Mubarak annuncia: «Non mi ricandido alle prossime elezioni»
Mubarak ha alzato bandiera bianca, annunciando in tv la sua resa.
«Ieri sera il presidente egiziano si è presentato in tv per annunciare che vuole completare il suo mandato, ma non si candiderà alle prossime elezioni previste per settembre. Poche ore prima l’inviato americano Frank Wisner aveva portato un messaggio della Casa Bianca, in cui Barack Obama lo invitava a farsi da parte. Una resa alla protesta, dunque, ma non spinta fino alle dimissioni immediate. Adesso l’attenzione si sposta sulla reazione dei manifestanti. Il Presidente sta cercando di dividere la protesta, ma per ora la piazza non sembra giudicare questo compromesso come la svolta che può davvero mettere fine alla crisi. «Le manifestazioni – ha detto Mubarak – puntavano ad esprimere opinioni legittime, ma sono state strumentalizzate da chi voleva minare la stabilità del Paese». (La Stampa, pag.4)
Mubarak ha anche sollecitato il Parlamento a tener conto dell’esito dei ricorsi presenti contro il risultato dell’elezioni legislative, che si sono svolte alla fine dello scorso anno. Il presidente egiziano ha anche detto che la polizia, molto criticata dai manifestanti per le violenze durante le manifestazioni, deve avere un atteggiamento diverso nei confronti dei cittadini. Ma le parole di Mubarak non sono bastate nè alla piazza nè all’opposizione. Alla fine del suo intervento i manifestanti in piazza hanno subito cominciato a scandire lo slogan della rivolta: vattene, vattene e, mentre il leader dell’opposizione Mohamed El Baradei ha affermato che Mubarak «non ascolta la voce del popolo» e che la proposta di modifica della Costituzione «è solo una presa in giro». L’opposizione, ha spiegato il Nobel per la Pace, non intende dialogare con Mubarak perchè, ha sottolineato El Baradei «non tiene conto delle richieste dei manifestanti». (La Stampa.it)
Oggi la piazza ha fatto sentire, più forte cha mai, la sua voce. Due milioni di persone al Cairo, varie decine di migliaia in altre città egiziane hanno chiesto la fine del regime trentennale di Mubarak. La chiamata a raccolta degli organizzatori della rivolta popolare contro il rais, che avevano chiesto agli egiziani di scendere in strada a milioni per mostrare al mondo al compattezza e la consistenza numerica del movimento, sembra aver raggiunto quindi un primo risultato. Il passo indietro di Mubarak secondo il New York Times sarebbe chiesto direttamente al rais dal presidente americano Barack Obama. Le opposizioni hanno poi fatto sapere di non ritenere sufficiente la promessa di non ricandidarsi. In giornata uno dei leader dell’opposizione che si è riunita sotto un ombrello unico, Mohamed El Baradei ha dato al rais un ultimatum per lasciare il Paese, per evitare, ha detto, un bagno di sangue. «Se ne vada entro venerdì», ha scandito l’ex capo dell’agenzia atomica internazionale, respingendo le aperture al dialogo che sono venute ieri sera dal vicepresidente Omar Soliman. E ancora: «Nessun tipo di dialogo è possibile prima che Mubarak se ne vada». In serata è giunta inoltre notizia che Soliman ha avviato una serie di colloqui con le forze di opposizione. (La Stampa.it)
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