Quell’ultimo scampolo di ragione che coltiviamo in combutta con le femministe

Di Renato Farina
07 Febbraio 2016
La manifestazione di Parigi contro l’utero in affitto l'ha voluta un gruppo di francesi guidate da una allieva di Derrida. Difficile definirle delle disperate utopiste di un mondo che non c’è più

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Il due febbraio di Parigi (contro l’utero in affitto, la maternità surrogata, la trasformazione delle donne in fabbriche di bambini) somiglia al Family Day. Numeri assai più piccoli, ma con un vantaggio formidabile. Non è stata una manifestazione espressiva del popolo cattolico straccione, quindi non ha avuto bisogno dei distinguo della Cei e del Vaticano, e non ha dovuto sopportare il sottile disprezzo dei catholical chic. La fortuna per la manifestazione di Parigi è che l’hanno voluta un gruppo di femministe francesi, guidate da una allieva di Jacques Derrida, Sylviane Agacinski. Difficile stenderle al tappeto come inguaribili utopiste di un mondo che non c’è più, o seppellirle come una nostalgia fuori tempo. Come si fa a non vedervi in controluce il desiderio di dialogo profondo e di incontro con tutti, anche con le persone omosessuali, che ha animato il Family Day? Non è proprio giusto impiccare il cuore di due milioni o trecentomila persone, fate vobis, a degli slogan sbagliati, così da sputazzarli meglio.

La manifestazione di Parigi dimostra, in combutta con il Family Day, che – come ha detto il cardinal Camillo Ruini in una bella intervista con Aldo Cazzullo – non esiste solo la modernità o post-modernità che scivola verso la dissoluzione di qualunque evidenza, che non sia l’assenza di evidenze. Esiste un ultimo scampolo di ragione (=senso religioso) insopprimibile, anche ora, anche adesso. L’incontro personale è la via maestra. Ma perché rinunciare alla scena pubblica, come se fosse inesorabilmente in mano al diavolo, e dunque solo e sempre deformatrice della testimonianza del vero, del bello e del bene?

Boris è un indegno cultore del mirabile pensiero di una filosofa italiana, Luisa Muraro. Da una vita, da sinistra sta vigorosamente picconando “il bunker di cemento armato” della ragione razionalista (vedi Benedetto XVI al Bundestag, 23 settembre 2011). Era il 2000, sedici anni fa, quando Luigi Manconi mi suggerì di leggerne i libri. Fatto. Il suo pensiero somiglia tremendamente a quello di Pier Paolo Pasolini. Denuncia una sorta di genocidio culturale. Indica una strada. Il recupero della evidenza originaria dell’essere stati fatti da qualcun altro, di non essere noi i padroni del nostro corpo. Di lei cito due frasi che trascrivo da Avvenire. E propongo alla riflessione di tutti, proprio di tutti.

«La causa (del preteso diritto di essere padri e madri con l’utero di un’altra donna, a cui portar via il bambino appena nato, ndr) è un neoliberismo – non economico ma culturale – che predica la totale disponibilità del proprio corpo. Il che poi era la parola d’ordine nel passato di alcune femministe con quell’“io sono mia”, slogan poco sensato al quale non ho mai aderito (la vita l’abbiamo avuta in dono, prima di tutto da una madre, dunque è un dono da ricambiare con altre persone). Per questo micidiale neoliberismo tutto deve tradursi in merce, tutto si compra e si vende. Non è solo un business, è una cultura, una tendenza generale a farci ragionare in questi termini. Poi però è vero che dietro ogni falso diritto c’è sempre un business che lo rafforza. I popoli europei sarebbero molto lontani dagli eccessi di questo capitalismo statunitense, ma è difficile svincolarsi dalle leggi del mercato globalizzato. Oggi combattere davvero per la libertà significa riuscire a gestire con saggezza la potenza tecnoscientifica e soprattutto difendersi dal mercato, che non è più progresso, è una macchina che stritola la gente. Dobbiamo dirlo ai giovani».

Ancora:

«Sebbene su tante cose la mia morale non coincida con quella cattolica, noi femministe dobbiamo avere il coraggio di dire che l’etica cristiana non è contro le donne. E non dobbiamo avere paura di coincidere nelle parole e nelle azioni, quando coincidono le nostre buone ragioni. Dobbiamo avere la semplicità di farlo. Quando dalle due parti ci si comporta con lealtà e coerenza, e le posizioni sono giustificate, non fanatiche, ci si aiuta in modo importante».

@RenatoFarina

Foto Ansa

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15 commenti

  1. Claudia

    La maternità surrogata viene vista come un nuovo problema dato dallo sviluppo scientifico che consente nuove forme di procreazione. In realtà e’ storia antica (anzi antichissima). Mia nonna mi raccontava di come, quando lei era ragazzina, tutti sapevano che il ricco del paese che aveva la moglie sterile aveva offerto una cospicua somma di denaro ad una indigente per fare con lui (con i metodi tradizionali) un bambino e poi cederlo (all’epoca i bambini nascevano in. Casa e corrompere un’ostetrica era cosa da poco). In seguito la signora ebbe altri due committenti ai quali fece due bimbi su ordinazione. Per usare la terminologia di oggi la signora era ” libera e consapevole” e guadagnava anche bene. Quindi dov’è la differenza? Solo nel modo di rimanere incinta.

    1. Susanna Rolli

      La maternità surrogata fa schifo gogi come allora. metodo o non metodo.

  2. giovanna

    Cara trollona, qui “glam-nino-caterina” , per favore, non c’è bisogno che riproponi sempre la stessa arida pappetta : nell’articolo ci sono tutte le spiegazioni necessarie alla tua stupida obiezione.
    Hai proprio BISOGNO di ripetere le stesse tre frasette insipide all’infinito..
    Il fatto che non hai il senso del ridicolo, certo ti aiuta nel tuo trollare infinito.

  3. Nino

    certo che con voi di pazienza ce ne vuole proprio tanta!

    1. Menelik

      …….senti chi parla !!!!!!

  4. Nino

    I soliti commenti offensivi … abbi pazienza Caterina e cristianamente perdonali 🙂

    1. Giannino Stoppani

      Altra carbonara?

    2. giovanna

      Trollona Nino-Caterina , ancora troll-firme ?
      Lo vuoi capire che l’abbiamo capito ???
      Però fai tenerezza, in questo aver del tutto deposto le armi e presentarti per quello che sei.
      Chissà che non ti sia di augurio di una vita migliore, non basata esclusivamente sul molestare il prossimo.

  5. Caterina

    Provate ad andare a casa di quelle femministe e dire, come avete detto al family day, che le coppie omosessuali non hanno diritti e che gli omosessuali in Italia non sono discriminati e poi ne riparliamo.

    Si può condividere o meno la pratica dell’utero in affitto, ma se non la si condivide la si combatte onestamente, come hanno fatto a Parigi e non usandola come scusa per affossare una legge che finalmente eliminerà una anomalia solo italiana, nel’Europa occidentale

    1. Giannino Stoppani

      Ora che hai evacuato la tua fetente corbelleria mattutina e non senti più quella fastidiosa sensazione di gonfiore addominale, ti senti meglio?
      Lo sanno anche i sassi oramai che ‘sta legge l’hanno scritta apposta per concedere ai vari Lo Giudice una specie di sanatoria automatica dei pargoli acquistati sul mercato estero mentre si attende che l’utero in affitto non diventi una prestazione gratuita a carico del servizio sanitario nazionale, come le operazioni e le cure ormonali per cambiar sesso.
      Se avessero voluto solo estendere i diritti patrimoniali e personali alle coppie omosessuali avrebbero potuto fare da anni, e magari, nell’anno della misericordia, avrebbero avuto pure la benedizione del papa.
      Ma a lor signori non gliene frega nulla dei diritti degli omosessuali.
      A lor signori interessa demolire la famiglia e far posto all’individuo che può godere e disporre di tutto, compreso se stesso e i suoi simili.

    2. Sebastiano

      Per “anomalia” intendi il divieto di comprarsi dei bambini, come ha fatto il senatore lo giudice, cofirmatario della Cirinnà? Il quale ha pure detto che userà la legge per adottare legalmente il bambino comprato con l’affitto dell’utero della “madre surrogata”: ti riferisci a quello?
      Perché, sai, siccome vi state sgolando – tu, il radiografato e il fotografo – a furia di ripetere che l’utero in affitto non c’entra, e – per soprammercato – che siete contrari a tale pratica (lo so che non è vero, lo dite per accattivarvi le simpatie altrui), quale battaglia politica pensate “onestamente” di fare nei suoi confronti? O siete convinti che funzioni ancora il giochino delle tre carte (della serie: “è vietato, sì, ma solo in italia, quindi basta andare a compralo all’estero”)?
      Prima rispondi a questa domanda e poi parliamo del resto dei “diritti”, che pure lì abbiamo tanto da chiarire.
      Ma prima rispondi, però.

    3. Sebastiano

      Ah redaziò, ci risiamo?

      1. Sebastiano

        Vabbè, oggi è domenica, magari lunedì pubblicate la risposta…

        1. Giannino Stoppani

          E invece il moderatore di ciccia (pare che fuori di Firenze e del contado si dica “carne”) pare lavori pure la domenica…
          Un abbraccio anche a lui/lei.

          1. Sebastiano

            Più che giusto.

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