
Quirinale. Prodi, Cancellieri o Bonino? Intanto va in scena la carica dei 101 in streaming
Per adesso è solo il trionfo di quei quattro caciottari e perecottari che starnazzano davanti al Parlamento. Il trionfo della stramba alleanza Renzi-Vendola. E del Pd senza testa.
E bravo il Grillo Stregone. Che ha buttato lì un nome per calciare un nido di vespe. E ha suscitato il previsto ricorrente vespaio. Lo sfregio del povero Franco Marini. E il sacrificio dell’ennesimo Segretario.
Fiorire okkupazioni di sedi democrat. E ammuine via twitter. Piccoli lupetti mannari alla Gad Lerner. E un unico, grande, bilioso incollamento di cervelli al solo pensiero educativo che il “nuovismo” e il “cambiamentismo” italiano hanno saputo esprimere negli ultimi anni. Il solito antiberlusconismo. E il disprezzo per la politica intesa come espressione di interessi ed esercizio di compromessi. Ma come lo si vorrà dare un po’ di famosa “stabilità” a un paese con un piede nella fossa, con la carica dei 101 in streaming?
Niente da fare. Concettualmente la sinistra subisce lo Stregone di Genova come ieri stava sotto il tallone del manettaro di Montenero delle Bisacce. Comanda il pensiero cretino che il negoziato è in sé una iattura. E l’idea scema che se tu cambi il nome a una cosa quella cosa lì diventa buona, cambiata, nuova. Comanda lo Stregone e la shampista Lombardi.
E così chiamano “inciucio” il solo fatto che io e il mio vicino di casa votiamo lo stesso amministratore di condominio. “Tradimento” il fatto che un partito che ha preso 9 milioni di voti cerchi un accordo con l’altro che ne ha presi altrettanti. E “vecchio” il negoziato per trovare un Capo dello stato che sia il più possibile rappresentativo di tutti gli italiani.
Ma poi, cosa vuole lo Stregone? Vuole che si “arrendano tutti” .E tutti fuori dal Parlamento. Per fare cosa? Per contemplare Grillo che fa il pifferaio magico in barca a vela? D’accordo, lui lo abbiamo già visto attraversare come il Duce il mare nostrum. Lo abbiano già goduto avanzare come il Che alla testa dei No Tav. Ma adesso che fa della sua tanta evocata primavera araba italiana? Ci fa l’Egitto di Morsi? Ci fa l’M5S formato MSI o i Fratelli Musulmani, sharia per tutti e tutti col Fatto Quotidiano in tasca?
Per fortuna ci sono i grandi e signorili giornali. Ma come ce lo stanno raccontando, loro, questo bello spettacolo di presidenziali? Svolazzando ventimila piedi sopra l’osteria. Ironizzando come al solito sui politici. Cazzulleggiando con gli sms in diretta dal Laticlavio. Prendendo tre pirla in piazza del Parlamento per “la base Pd” . E gli altri tre che inalberano il prestampato “non vi votiamo più” come “il popolo degli italiani”.
Sintesi: non si vede proprio nessuna “fase nuova”. E la parola “cambiamento”, tanto evocato passpartout, si dimostra una ciofeca grottesca. Adesso eleggeranno Prodi. O forse la Cancellieri. O addirittura la Bonino. Chi lo sa. Fortunatamente la politica è indispensabile. E perciò anche la roulette Quirinale potrebbe serbare belle sorprese. Il problema non è il piatto delle presidenziali. Il problema è e resta il contorno. Quale intelligenza sociale, stabilità politica, governo di un paese con un piede nella fossa puo’ uscire da un clima così?
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