Contenuto riservato agli abbonati
Sui giornali si gioca da qualche giorno la carta dell'indignazione per lo squid game quirinalizio. Ma che c'è da indignarsi? È politica. E la politica è fatta di trattative e tattica (per dirla in maniera più elegante rispetto alla nota definizione escrementizia di Rino Formica).
Anche questo mood dello sdegno continuo è una posa, giusto per rimarcare la distanza rispetto alla "casta" che certo ha le sue liturgie e riti bislacchi da teatro dell'assurdo, ma non solo. Quindi non saremo noi a sollevare il sopracciglio per i tre voti, poi ritirati, a Rocco Siffredi «perché lui in realtà si chiama Rocco Antonio Tano».
Nomi di bandiera
In realtà, anche i quotidiani ci sguazzano. Un po' perché un pezzo di colore sulla "giornata del peones" non si nega a nessuno, un po' perché i giornali sono anche loro "centri di potere", con le loro preferenze, le loro idiosincrasie, il loro piccolo o grande tornaconto.
Fa più impressione che nel grande gioco della corsa al Colle siano stati espressi dei no...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno