
Questo ci fa diventare “outlier”: essere noi stessi

Le tecnologie digitali hanno penetrato ogni aspetto della nostra vita modificando progressivamente il nostro modo di percepire il mondo, le relazioni, noi stessi e il nostro futuro. Trasportandoci in un futuro distopico (ma non così remoto), i tre romanzi brevi della Trilogia dell’Urbe (Bolis edizioni) di Luca Botturi esplorano il nostro rapporto con le tecnologie alla ricerca di cosa, in un modo sempre più digitale, ci permette di non perdere la nostra umanità e unicità.
Il fiorellino oscilla, come se ci fosse vento. Però non c’è vento. O invece sì? Io non lo sento: l’aria è calda e immobile come la terra screpolata davanti a casa. Forse soffia un vento così piccolino che sulle mani e sulla faccia non si sente. Ma il fiorellino sì, lo sente e scuote la sua arruffata testolina gialla.
Cosa succederebbe se, in una megalopoli del futuro, le persone vivessero proiettate in una sorta di metaverso, in cui tutti vivrebbero felici e connessi “grazie al Sistema di Controllo del Benessere”? In fondo, tutti avrebbero piena soddisfazione a portata di mano:
una casa alle famiglie, cure agli anziani, divertimento ai giovani, spikespice a chi vuole svuotarsi la mente per qualche ora.
La tecnocrazia digitale teme solo gli outlier
Eppure, Andres Santiago, protagonista di Outlier. Anomalia (2022), il primo libro della Trilogia dell’Urbe, scopre che il suo lavoro all’interno del DBS, il potentissimo e invisibile Dipartimento del Benessere Sociale, molto avrà a che fare con l’indirizzare i desideri dei cittadini in modo che diventino “accettabili”. E che nessun cittadino non rimanga una nota stonata, cioè, appunto, un outlier. Secondo i dogmi del DBS,
ogni outlier è un individuo che non segue alcun trend, e che quindi, molto probabilmente, non sarà soddisfatto. E ogni individuo non soddisfatto è una potenziale minaccia.
Così, Andres scopre che il suo lavoro sarà più complesso del previsto e che, soprattutto, le persone sono numeri e fanno parte delle statistiche solo finché non le conosci… che fare allora? Andres dovrà fare i conti con il suo lavoro e con i suoi desideri, soprattutto quando verrà a conoscenza di un luogo strano, di cui si continuano a perdere continuamente le tracce e che viene chiamato la casa. E proprio questo luogo sembra essere un collettore o, addirittura, un generatore di outlier.
Caccia ai pirati di “sogni non autorizzati”
«Ispettore, è…» cominciò Mahoney.
«Certo» , la interruppe l’ispettore «onichip pirata con sogni non autorizzati, troppo forti per il cuore di chi li sogna. È il terzo caso di sogno assassino di questa settimana, e siamo solo a martedì. Si sommano ai quattro della settimana scorsa, e ai due della settimana prima. E solo per il nostro settore».
Sono passati gli anni e questa volta il DBS si trova a contrastare bootleg, ovvero dei sogni non autorizzati, rispetto a quelli sicuri venduti dalle Major, i nuovi venditori di benessere sotto forma di sogni artificiali. Nel secondo capitolo della Trilogia dell’Urbe, intitolato appunto Bootleg. Non autorizzato (2023) il Dipartimento del Benessere Sociale cercherà di capire chi produca e spacci questi sogni non autorizzati, così potenti da far esplodere il cuore di chi li sogna. Per questo Zacharias Ryder attraverserà il deserto di Heidr e per arrivare fino allo sperduto villaggio di Aqitaf, dove, dopo un incidente, verrà accolto in una piccola comunità che apparentemente poco ha a che fare con la frenesia dell’Urbe.
Una quindicina di passi più avanti si apriva quello che pareva l’ingresso di una caverna scavata in una strana roccia bianca e tondeggiante. La cavità pure pareva perfettamente rotonda e, mentre la studiava, Zach si accorse che non era una caverna: stavano per entrare nella conchiglia abbandonata di un enorme gasteropode.
(…) L’interno era illuminato dalla luce bianca che filtrava dalle pareti semitrasparenti e il corridoio, alto circa tre metri, si snodava a spirale. Appena dietro la curva videro una bambina di forse otto o dieci anni che, seduta per terra con le gambe in una posizione scomposta, tracciava in silenzio con le mani segni colorati sulla parete candida.
Tra gli incontri di Zacharias ad Aqitaf c’è proprio quello con Mir, un’insolita bambina che vive in un guscio di madreperla e dipinge con le sue manine un altro mondo, capaci di ispirare e scatenare visioni in chi li ammira. Anche lui, come Andres prima di lui, sentirà parlare della casa, che negli anni è cambiata; e anche lui dovrà prendere delle decisioni… ma, soprattutto, riuscirà a scoprire da dove partono i sogni proibiti?
Tâm, la missione di un “difetto del sistema”
Nel terzo capitolo della Trilogia, Flaw. Difetto (2024) scopriamo che la vita dell’Urbe dopo la catastrofe del Contagio si è trasferita nel mondo virtuale ReælTM, dove tutti – o quasi – aspirano a diventare “continui” e quindi a vivere indisturbati nel comodo spazio digitale che si adatta a ogni desiderio. Per sempre, dimenticando il proprio corpo “di qua”. Eppure c’è una Tâm, una bambina che non riesce a restare “di là” e allora guarda un fiorellino dallo steccato di casa sua e ogni tanto va a svegliare sua sorella quando ha fame, in modo che mangino almeno un toast insieme…
«Comunque, di là abbiamo anche i fiori, milioni di fiori, di tutti i colori e forme…»
«Anche gialli e arruffati?»
Suong mi fulmina con lo sguardo: «… anche gialli e arruffati, ovvio! E se non ci sono li puoi creare tu, no?»
Nel corso del libro, la piccola Tâm, considerata parte di un lotto difettoso di bambini prodotti in serie e quindi un difetto del sistema, scoprirà di avere una missione speciale e, quasi per caso, si ritroverà, anche lei, sulle tracce della casa, fino a incontrare chi cura e dà vita a questo luogo speciale, il Padrone di Casa.
La Trilogia di Botturi per chi sfugge alle statistiche
Un esordio, quello di Luca Botturi, capace di far restare col fiato sospeso fino all’ultima pagina, regalando una serie di romanzi scritti con una grazia e una delicatezza tali, che non solo si inseriscono nel ramo della letteratura per giovani, ma che possono essere uno spunto di riflessione – per nulla moralistico – anche per i più grandi e gli appassionati della letteratura considerata “alta”.
Tre libri per riconoscere l’importanza dei propri desideri, dei propri sogni e, perché no, in un’epoca di tecnologie omologanti e performances, anche l’importanza di essere diversi, come chi osserva dalla staccionata un dente di leone, chi disegna sulle pareti con colori sgargianti o chi, per seguire i propri desideri, sfugge a ogni statistica. Perché
ognuno è chiamato a fare la sua parte, a un certo punto. Conviene stare all’erta.
Foto di Anthony Intraversato su Unsplash
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