
“Questa canzone” e “Non ti accorgevi di me”: tornano Mina e Celentano
Guardate il calendario, novembre è alle porte e nella discografia italiana si scaldano motori e ugole per cercare di incassare il più possibile, grazie alle strenne natalizie, ottime occasioni per rivitalizzare un mercato dei cd asfittico e moribondo. Abbiamo segnalato più volte la situazione un po’ deprimente nella quale si agita il mondo del cantautorato storico tricolore, tanto che qualcuno ha già annunciato il desiderio di ritirarsi in pensione; qualcun altro lo è già da almeno una decina d’anni, anche se non vuole ammetterlo, sfornando dischi fotocopia (Antonello), o vivacchiando sui soliti live (Claudio), ma su questo non vogliamo tediarvi ulteriormente, aspettiamo nuovi sviluppi. Novità, invece, arrivano dalle parti di due dei più grandi interpreti storici del pop italiano, ancora in attività, i cui uffici stampa stanno inondando le pagine degli spettacoli dei quotidiani, che annunciano con suoni di tromba squillanti l’uscita dei rispettivi lavori proprio a novembre:
Mina e Celentano. Mina, ha suscitato curiosità, lanciando un sos sul web, una specie di caccia al tesoro, alla ricerca degli autori di un brano che ha inciso per il disco in uscita: brano ritrovato nel suo archivio delle canzoni lasciate nel dimenticatoio, ora inciso e gettato nel “mare magnum” della rete. La caccia è durata poco e si è scoperto in pochi giorni l’arcano, suscitando il sospetto che questo appello fosse un ottima trovata di marketing del suo gruppo di lavoro, per accrescere l’attesa dell’intero lavoro. Il brano si è rivelato composto musicalmente da tal Mario Nobile con il testo di Paolo Limiti. Brano bellissimo, intenso, rarefatto, interpretato splendidamente da una Mina, che nonostante sia settantenne, sfoggia ancora una voce fresca e intrigante, che non si abbandona ai birignao tanto cari alle troppe debuttanti dei vari talent televisivi. Una vera icona del canto italiano, alla quale l’esilio dalla televisione ha fatto solo bene.
Un paio di riflessioni, lasciatecele fare: il brano, splendido di suo, è del 1971, e questo la dice lunga e conferma l’annosa questione dell’aridità creativa degli autori di musica leggera dalla seconda metà degli ottanta e che permane, bruciando giovani carriere di puri interpreti con ottime voci costretti a cantare scadenti canzoni. E’ curioso vedere, inoltre, come reagirà Paolo Limiti, che ritorna a collaborare con Mina, forse a sua insaputa, dopo aver pesantemente polemizzato con la tigre di Cremona, in occasione di una trasmissione dedicata alla sua carriera. “Questa canzone“, il titolo del nuovo brano: voto 10.
E passiamo all’(ex) molleggiato, che sta imperversando in rete con il suo nuovo pezzo, anticipo dell’album, scritto dal leader dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi: Non ti accorgevi di me. Che, forse, l’Adriano nazionale pensi di abbandonare i predicozzi, pieni di luoghi comunisti ed errori grammaticali, che in questi mesi hanno invaso paginate di giornali? Aspettando forse di telefonare nel prossimo programma di Santoro, sembra che si sia deciso finalmente a ributtarsi nel pop-rock nostrano, di cui è sommo interprete. Il prossimo album segna il definitivo divorzio dalla collaborazione di Mogol ai testi e alla produzione, che tanto gli ha ridato smalto negli ultimi anni, e vede Celentano affidarsi al gotha della nuova generazione di autori, con illustri partecipazioni, che rispondono al nome di Jovanotti e Battiato. L’intero lavoro è ancora top secret e sicuramente qualche canzone di pura “utopia celentanesca” sarà presente, ma l’ascolto del singolo ci restituisce un Adriano rock, che parte a “cappella” per poi lanciarsi in uno sfrenato ritmo a base di chitarre taglienti nella miglior tradizione old-style seventeen, accompagnate da un piano nervoso e da una sezione di archi furenti e drammatici, che sostengono il racconto di un rapporto amoroso contestato e contradditorio. Non ti accorgevi di me: voto 8.
Chissà se l’intero nuovo prodotto di questi due mostri sacri, in uscita, ripetiamo, ognuno per conto proprio a novembre sarà all’altezza dei singoli-pilota. Come cantava Lucio, nella sua ultima canzone con Mogol: Lo scopriremo solo vivendo.
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