
«Quest’anno 9.000 ebrei lasceranno la Francia per Israele»

Scrive il Times of Israel che già lunedì 16 novembre, tre giorni dopo la strage di Parigi, «una quarantina di ebrei francesi sono atterrati all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, andando ad aggiungersi agli altri sei che che hanno fatto aliyah domenica». Aliyah è il termine ebraico che indica l’immigrazione definitiva in Israele. Secondo Avi Mayer dell’Agenzia Ebraica, sono «dozzine» gli ebrei che stanno emigrando dalla Francia verso la Terra Santa proprio in questi giorni.
ATTACCHI IN SERIE. A gennaio i quattro ebrei assassinati dal terrorista islamico Amedy Coulibaly in un supermercato kosher a Vincennes, poche ore dopo la strage islamista nella redazione di Charlie Hebdo. Poi la scelta dell’obiettivo principale del raid di venerdì 13 novembre: il Bataclan, un locale legato alla comunità ebraica francese (i proprietari sono ebrei) e per questo entrato da tempo nelle mire degli estremisti musulmani. Infine due giorni fa l’insegnante di scuola ebraica accoltellato per strada a Marsiglia da tre aggressori che non sono riusciti a togliergli la vita ma prima di colpirlo gli hanno mostrato simboli dello Stato islamico e la foto di Mohamed Merah, il killer di Tolosa (un rabbino e i suoi tre bambini ammazzati davanti a un’altra scuola ebraica nel 2012). Si capisce perché la Francia, il paese che vanta in Europa la popolazione ebrea più numerosa (500 mila persone) è diventata per Israele la prima fonte di “sbarchi”.
NOVEMILA ALIYAH. Dal gennaio scorso, secondo il ministero israeliano per l’Assorbimento degli immigranti, sono più di 6.000 gli ebrei di Francia che hanno deciso di attraversare il Mediterraneo. Praticamente il doppio rispetto al 2013. Il fenomeno per altro riguarda tutta l’Europa, come ha spiegato a febbraio a tempi.it Sergio Della Pergola, ma in Francia, evidentemente, da quest’anno la situazione è passata a un livello superiore.
Agli ebrei francesi, osserva l’Economist, «la violenza di venerdì ha riportato alla mente il secondo round degli attentati contro Charlie Hebdo a gennaio, che hanno colpito un supermercato kosher di Parigi, e l’attacco del 2012 davanti all’ingresso di una scuola ebraica a Tolosa. Dall’attentato al supermercato, le istituzioni ebraiche di tutta la Francia sono rimaste sorvegliate dall’esercito. Gli ebrei francesi hanno reagito in modo ambivalente, grati della protezione da una parte ma dall’altra angosciati dalla loro condizione di soggetti a rischio. Gli attentati hanno dato impulso a una nuova ondata migratoria: si stima che quest’anno circa 9.000 ebrei lasceranno la Francia per Israele».
LA VITA VA AVANTI. Eppure secondo diversi osservatori la stessa Francia dopo venerdì 13 è diventata un po’ Israele. Il rabbino capo del paese Haim Korsia ha detto in un sermone che la società francese «si risolleverà dal suo dolore come la società americana si è risollevata dalla tragedia dell’11 settembre, e come la società israeliana, che non si è mai abbattuta».
Cnaan Liphshiz, reporter del Times of Israel, è stato in Francia due volte quest’anno: la prima dopo gli attentati di gennaio, la seconda adesso. Nel “diario” scritto per il suo giornale racconta che rispetto alle stragi di Charlie Hebdo e del negozio kosher, queste ultime sono state molto più sanguinose, «eppure, quando sono arrivato a Parigi, ho trovato un’atmosfera molto diversa rispetto a gennaio. Al posto di una nazione sospesa, ho visto lo stesso atteggiamento del tipo la-vita-va-avanti che ho conosciuto in Israele dove sono nato, soprattutto a Tel Aviv. Anche gli attentati più terrificanti là hanno effetti minimi sulla routine quotidiana dei cittadini, che continuano a uscire per andare al ristorante, ai matrimoni e in discoteca». Alcuni dei parigini interpellati da Liphshiz gli hanno spiegato che «Parigi, come Israele, da gennaio si è semplicemente abituata a vivere il più normalmente possibile all’ombra del terrorismo».
IL CLIMA È CAMBIATO. Anche la comunità ebraica ha reagito in maniera molto diversa, continua il reporter del Times of Israel. «Mentre a gennaio le organizzazioni ebraiche hanno chiuso quasi del tutto» subito dopo gli omicidi, questa volta «centinaia di ebrei domenica si sono radunati nella sinagoga di rue des Tournelles a Le Marais per prendere parte a quattro cerimonie di matrimonio consecutive». Ovviamente all’esterno la sorveglianza era rafforzata, ma dentro tutto si è svolto come sempre.
Liphshiz è stato anche alla sinagoga de la Victoire per parlare con Samuel Sandler, padre e nonno delle vittime di Tolosa. Gli ha detto Sandler: dopo lo shock iniziale, «i francesi a novembre hanno capito meglio quello che noi ebrei, specialmente in Israele, abbiamo sempre saputo: che devi combattere il terrore in una guerra continua accanto alla tua vita, non al posto di essa».
PAURA A MILANO. Anche in Italia nel frattempo parte della comunità ebraica è costretta a vivere con il fiato sospeso. Ancora non si è trovato l’uomo che la sera giovedì 12 novembre ha aggredito a coltellate l’ebreo ortodosso Nathan Graff nei pressi di un ristorante kosher a Milano. La vittima è fuori pericolo e in una intervista a Repubblica non ha voluto dare “alla cieca” un’identità, una religione o un’ideologia precise al suo assalitore. L’unica cosa che sa, dice, è «che voleva uccidermi. Non era una rapina, non voleva portarmi via niente. Sennò lo avrebbe fatto. Ho pensato che non era un ladro ma solo un fanatico che mi voleva ammazzare perché sono ebreo».
CINQUE MORTI IN ISRAELE. Milano come Parigi, come Marsiglia e come Israele? Proprio ieri a Tel Aviv e in Cisgiordania la cosiddetta “Intifada dei coltelli” ha fatto altre 5 vittime: come riporta la Stampa, a Tel Aviv un palestinese di 24 anni «ha attaccato i passanti davanti alla sinagoga “Ohel” durante la preghiera pomeridiana. Una persona muore subito, la seconda vittima decede in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. Vi sono altri tre feriti, di cui uno versa in gravi condizioni»; due ore dopo nell’insediamento di Gush Etzion, a sud di Gerusalemme, «un palestinese a bordo della sua auto spara con un fucile mitragliatore contro un ingorgo stradale: muoiono sul colpo di un israeliano di 50 anni, un 18enne americano impegnato in un corso di studi religiosi ebraici e un palestinese di 40 anni». Hamas ha celebrato l’attentato di Tel Aviv e il suo «atto eroico».
Foto Ansa
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37 commenti
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Non mi sembrano tanto saggi: vanno da un paese dove gli attentanti bene o male sono ancora saltuari a uno dove con cadenza settimanale.
Vanno via da un Paese in cui non si aspettano le coltellate che gli arrivano e le solidarietà di facciata a uno in cui tutto il Paese rischia con loro.
9000?
Significa che serviranno altre circa 2000 case da costruire sui territori che Israele ruba ai palestinesi che poi si mettono ad accoltellare gli israeliani che quindi mandano carrarmati ed aerei a bombardarli.
Spero che questi francesi ci ripensino.
Così, si fanno accoltellare dalla brava gente come questo spiritosone.
W ISRAELE!
Si, quello i cui confini sono stati stabiliti con la risoluzione ONU numero 181 del 1947. Questa risoluzione è assai criticabile in quanto sbilanciata a favore di Israele assegnandogli ben il 55% del territorio in questione, tuttavia è l’unico quadro legale di riferimento.
Tutto il resto è occupazione, furto, crimine.
@Lucillo
Anche accoltellare un ebreo e’ un crimine.
Qui si, in Israele è Resistenza.
E’ quello che dice anche l’Isis, il genere di “resistenza” che predicano e praticano gli islamo-nazisti, che un genderista getti la maschera non stupisce, gli islamo nazisti sono complici del genderismo e infatti, non si danno mai addosso: ora, escono allo scoperto, due facce dello stesso Pensiero Unico.
P.S- Potreste fare passare il post che ho inviato qualche ora fa? Grazie!
Non “resistenza” ma Resistenza
Di che “resistenza” si tratti, questo genderista al servizio degli islamo-.nazisti che trattano i gay come piace a lui lo vada a dire a suoi compagni di lotta anti-cristiana che hanno in Hitler un eroe, anche se, talvolta, gli rimproverano il difetto di essere di origini ebraiche.
Il 25 aprile degli ultimi anni, in Italia, islamici con bandiere palestinesi – e qualche palestinese ci doveva essere in mezzo -, hanno impedito di sfilare alla Brigata Ebraica che aveva preso parte alla Liberazione, alla Resistenza, cioè: mentre gli islamici, palestinesi in particolare, si erano arruoalti nelle arnate hitleriane.
Quindi, il militante genderista che viene qui a parlare a vanvera di cose che non capisce, se le faccia spiegare dai palestinesi e dagli islamici, com’è che in Italia possano sfilare come anti-fascisti i nazi-islamici che esaltano Hitler e la memoria e le lotte degli islamici che combatterono dalla parte dei nazi-fascisti E se sarannno sopravvissuti a queste spiegazioni, si facciano dire che ne pensano nell’Islamistan dei gay che i genderisti e militanti gay difendono tanto accanitamente dai cristiani.
N.B. Chiedo alla Redazione di fare passare il post precedentemente inviato.
Tutto ciò depone a favore della sanità mentale di Giovanna
Ma non della tua salute mentale, di cui faresti bene a preoccuparti, visto che a rispondere delle tue farneticazioni non ci pensi nemmeno – pensare non ti pasa dalla testa.
@Lucillo
Lascia perdere, sei ridicolo: uno non “resiste” accoltellando. Casomai si “resiste” come fecero Gesù Cristo e Gandhi. La cosiddetta “Resistenza” venne combattuta anche da ebrei e da gente mediamente molti più intelligente di te.
I confini, i territori, le risoluzioni: figurarsi ben 154 risoluzioni dell’O.N.U. dfoinaa dai Paesi arabi musulmani e dai loro clientes, petroliferi e finanziari, condannano Israele per violazioni varie: più di quante condannino i Paesi islamici che accettano la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, carta fondamentale di questo baraccone internazionale e sovranazionale, solo finché non siano in contrasto col Corano. Il che è tutto dire dell’O.N.U. che sarebbe aservita agli interessi di Israele, secondo i deliri nazi-islamici.
E Lucillo interviene qui, se non ricordo male, a favore dei diritti dei gay: però, se i gay sono trattati dagli islamici secondo i principi coranici, nulla da obiettare. E si è visto come i genderisti di stanza su “Tempi.it” abbiano tenuto ad associare le stragi parigine al Cristianesimo, tanto per stabilire una sorta di par condicio nell”intolleranza che ha come unità di misura per questi accostamenti il ridicolo. E si nota, in effetti, si nota molto bene che i militanti gay politicamente corretti mai intervengono per criticare o anche, attaccare l’Islam o perlomeno, i complottismi paranoici di cui si nutre l’intolleranza che genrea questi mostri: e i nazi-silamici rendono il favore ai loro sodali di fatto gay politicamente corretti evitando di attaccarne programmi e progetti di legge. Non si pestano i calli: marciano divisi per colpire uniti i Cristiani. Che non sembra si rendano sempre conto di questa duplice minaccia: omofobia, islamofobia: due minacce dirette alla libertà di espressione. La sharya coranica e quella arcobalenica sono equamente solidali contro il Cristianesimo: e l’emblema, la prova e lo strumento di questo fuoco incrociato sono i superstiti di Charlie Hebdo, che hanno capito la “lezione”: niente satira sull’Islam: e sparare a alzo zero sulla religione cristiana, specie se cattolica.
Gente come Lucillo non ha nulla da obiettare: anzi, così conciati per le feste i Cristiani, si preoccupa di garantire agli Ebrei la sua razione di odio.
Io detesto la religione musulmana, altro che difenderla.
L’unica cosa che parzialmente, ma sempre meno, li scusa, è di non aver mai avuto una rivoluzione francese (presa come punto, ma chiaramente tutto ciò che la precede a partire almeno da Giordano Bruno, e che la segue fino alla nostra attuale cultura). Molto meno scusabile, o meglio per nulla, chi in occidente ha simili o identiche idee (e per fortuna non più pratiche, ma solo perché non glielo si permette) su omosessualità, posizioni maschili e femminili nella società, rapporto fra credo religioso e vita civile.
Indipendentemente da quello che io pensi dell’islam – e indipendentemente dalle questioni di genere che qui non c’entrano nulla (tanto per dire chi sta in tema e chi divaga) – rimane che Israele vive in una costante illegalità e compie continue azioni di criminalità di stato.
Quindi, tutta la tirata di cui sopra era per giunegre a dire un’latra cosa senza senso finché non viene spieigata e per svicolare dalla Resisenza che gli islamo-nazisti filo-palestinesi scrivono minuscolo per andare alla manifestazioni del 25 Aprile e impedire non a Isarele,ma agli ebrei della Brigata Ebraica di ricordare il contributo alla Liberazione. I Palestinesi e i musulmani, invece, lottarono a fianco di Hilter: eppure, si fanno passare loro per “resistenti” proprio mentre discriminano gli Ebrei in quanti Ebrei falsificando la storia della Resistenza. E invvece di scendere in piazza il 25 Aprile per impedire questa sopraffazione, i genderisti coraggiosi offendono chi rleva queste contraddizioni, falsificazioni on line e on the road again e soipraffazioni.
Il 25 Aprileprossimo, come fate con le Sentinelle In Piedi, andateci voi a difendere la Associazioni ebraiche dall’aggressione e dalle minacce musulmane non a Gaza o a Tehrean, ma a Roma e Milano.
Che ci siano quattro cretini ed ignoranti che alle manifestazioni del 25 aprile contestano la Brigata Ebraica non toglie ne aggiunge nulla al fatto che Israele è uno stato illegale nella sua attuale articolazione territoriale di fatto, e criminale nei confronti dei palestinesi – ed entrambe le definizioni non sono sentimentali ed emotive, ma basate su risoluzioni e convenzioni internazionali che, piaccia o non piaccia a Raider, sono l’unico riferimento possibile per tentare di capire e valutare.
I palestinesi sono soli ed abbandonati da tutti, a partire dai paesi arabi; perché hanno altro di cui occuparsi, e a causa della potenza militare (atomica compresa) di cui Israele dispone, in gran parte annualmente finanziata dagli USA.
Minimizzare la realtà di fatti come quelli che si svolgono puntualmente il 25 Aprile è un modo come un altro per tirarsi d’impaccio, i quattro cretini e ignoranti fanno quello che gli pare nel silenzio di gente come Lucillo, vada lui la prossima volta, a impedire questa sopraffazione che non si limita negare un diritto, ma nega e ribakata la realtà storcia, di cui gente coe Lucillo farebbe bene a prendere atto: chi ha fatto la Resistenza è espulso da chi combatté contro la Resistenza e sfila come “resistente.”
Le risoluzioni dell’O.N.U. non condannano i Paesi arabi che, solo per limitarsi alla violazione più clamorosa, accettano la Crata dei Diritti dellUomo dell’O.N.U. solo nella misura in cui e fintantoché essa non è in contrasto col Corano. E l’O.N.U. è in balia dei Paesi arabai, che ottengono la presidenza di Commissioni come quella sui diritti umani: Paesi in cui i genderisti sapranno con quanto riguardo sono trattate le categorie di persone per cui si battono maggiormente.
Sui finanziamenti U.S.A. ai Paesi arabi, è tutto l’opposto: le rendite petrolifere consenbtono ai Paesi arabi di condizionare l’Occidente e non solo, il ricatto energetico si somma a quello finanziario E Paesi come l’Iran sono stati messi in condizione dalla Russia, in primo luogo e da altri Stati, di disporre di aramenti nucleari.
Queste reazioni, però, confermano solo quanto si era capito da tempo: nazi-islamici e arcobalenisti-genderisti non polemizzano fra di loro, filano e sfilano d’amore e d’accordo marciando divisi per colpire uniti il Cristianesimo nel nome del Pensiero Unico.
Ancora sti genderisti? Ma sei proprio ossessionato.
Qui il tema è Israele, a partire dall’articolo che annuncia il trasferimento di 9000 ebrei francesi.
A parte alcune “ignoranze” storiche e politiche, sapresti dire a quali fonti fare riferimento fuori dal quadro legale costituito dall’ONU pur con tutti i gravi problemi giuridici implicati? Se no ognuno spara le sue e si va sul puro piano della forza… che poi è quello che appunto utilizza costantemente Israele.
Ho constatato che un genderista come Lucillo, così deciso nell’attaccare i cattolici e le Sentinelle In Piedi che manifestano silenziosamente il loro dissenso su matrimoni e adozioni gay, interviene per prendere le difese dei palestinesi, che i gay li trattano come non avviene, per non andare tanto lontano, in Israele: e iscrive alla “Resistenza” quelli che gli islamo-nazisti o nazisti tout court filoislaici e filo-palestinesi chiamano con disprezzo “resistenti.”
Curioso, no? Anziché spiegare la differenza fra “Resistenza” e “resistenti” a chi li confonde per cacciare via gli Ebrei in quanto tali dalle manifestazioni del 25 Aprile, questo genderista ossessionato dai cattolici che non sono d’accordo con lui vorrebbe dire a chi rileva la contraddizione che invece no, è tutto a posto: lo dica ai suoi amici in Palestina che scappano in Israle e in Occidente per non essere fatti a pezzi a norma di Corano, se è tutto a posto.
Vada a fare le manifestazioni per il Gay Pride a Gaza: e se non questo, se si tratta di “quattro cretini ed ignoranti” che non contestano, però (e comunque non lo fanno certo tacendo come le Sentinelle In Piedi), cacciano via gli Ebrei senza che gli antifascisti a passo di marcia glielo impediscano, avrà buon gioco, la prossima volta, a cacciare via da questa manifestazione gente come chi su “Tempiit” si firma Eulalio, Camerata Joe, Aldorisio, Ambrogio/Ambra, ecc…, nei cui riguardi un genderista pro-gay come Lucillo non ha nai scritto un solo rigo: e gli islamo-nazisti ricambiano la cortesia, a riprova che il nemico di entrambi è chi dice
NO ALL’ISLAM!
NO AL GENDER!
NO AL PENSIERO UNICO!
Pubblicate anche l’altro mio post, per favore. Grazie.
Tanti cittadini di fede Ebraica in Europa, stanno purtroppo pensando di lasciare il nostro Continente visto che qui non si sentono più sicuri.E’ una brutta sconfitta per noi Europei, soprattutto partendo dal presupposto che dei nostri conterranei non si sentono più protetti nei confronti dell’integralismo islamico avanzante.Ovviamente la cultura dominante diffonderà la solita storiella,cioè che i nostri concittadini di fede Ebraica abbandonano la nostra Europa per paura dei “rigurgiti neo fascisti” !
e che i “migranti” sono buoni e bravi, portano cultura e ricchezza e ci pagano le pensioni. E se sbagliano vanno “capiti” e integrati. Le solite bale di immigrazionisti, buonisti, sinistrume, antirazzisti e gentaglia che ha rovinato irrimediabilmente l’Europa trasformandola nella discarica del terzo mondo