
«Quella sull’Imu è stata una vittoria di Pirro. In Europa difendiamo il nostro No Profit, non solo la mortadella»
Su Italia Oggi, il deputato del Pdl Gabriele Toccafondi definisce la decisione della Commissione europea sull’Imu una «vittoria di Pirro». Toccafondi, che alla Camera fa parte della Commissione bilancio, si occupa da tempo della questione e non si mostra molto soddisfatto della decisione presa da Bruxelles sull’Ici (in sostanza, come riassume il giornalista Goffredo Pistelli che lo intervista, «chiudere un occhio sul passato ma non transigere sul futuro»).
«Abbiamo vinto una battaglia – dice Toccafondi -, quella dei mancati versamenti pregressi che non saranno recuperati, ma perduto la guerra del non profit.Il commissario per la concorrenza Joaquin Almunia è stato chiarissimo: sul futuro non si transige. Saranno sì esentate le attività religiose e sociali ma se svolgeranno attività che, in qualche modo, ricadono in un mercato, pagheranno l’Imu».
COOPERATIVE E UNIVERSITA’. Non è una questione di alberghi di lusso, ma di scuole e opere sociali. Esemplifica il deputato: «La cooperativa sociale che impiega disabili o recupera tossicodipendenti, insegnando loro un lavoro, chessò, facendo e vendendo piccoli lavori di falegnameria o attività di giardinaggio, pagherà l’Imu». Non solo. «Pochi sembrano capire che quanto puntualizzato da Almunia non riguarda soltanto l’Imu ma anche tutte la contribuzione che dallo Stato o dalle Regioni o dagli enti locali possa essere destinata al volontariato o al non profit che, in qualche modo svolga attività di tipo commerciale. E che basterà che un cittadino qualsiasi, non necessariamente un soggetto del mercato, faccia ricorso, perché tutto possa saltare. Anche le università, per esempio, potrebbero essere a rischio». Toccafondi dice che «se il ragionamento di Almunia sarà portato agli estremi, come giustificheremo i contributi che diamo alla Bocconi, alla Cattolica, alla Luiss in quanto atenei sì privati ma che svolgono un servizio pubblico?».
NON SOLO MORTADELLA. Quel che è da difendere, invece, è «un welfare intermedio, assicurato da migliaia di realtà del Terzo settore, in campo socio-sanitario ed educativo. Associazioni e cooperative che rischiano di chiudere. Ma soprattutto una peculiarità del nostro Paese che l’Europa ci sta chiedendo di accantonare».
Cosa poteva fare l’Italia per evitare questa situazione? «Monti – dice Toccafondi – ereditava una situazione vecchia di sei anni e il fatto di averla chiusa è lodevole. Dico però che il prossimo governo e il prossimo Parlamento in maniera bipartisan, e la nostra rappresentanza a Strasburgo, dovranno porsi il problema di difendere questa tipicità italiana che non è da meno dell’olio dop o della mortadella».
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