Contenuto riservato agli abbonati
L’odierna cultura accademica e intellettuale, impregnata fin nel midollo di sconcertanti e banalissimi meccanismi di produzione di continue gerarchie di minoranze di oppressi, si è spinta a una latitudine che nemmeno i padrini della French Theory anticoloniale e antioccidentale avrebbero saputo immaginare; la distruzione, per decostruzione, di qualunque forma di identità e con essa l’assassinio dell’ontologia stessa del canone morale, filosofico, storico dell’Occidente.
In questa prospettiva, sin dal famoso viaggio iraniano di Foucault e risalendo poi alle famigerate elucubrazioni di Judith Butler che arringava nel 2006 gli studenti californiani descrivendo Hamas e Hezbollah come movimenti facenti parte della resistenza progressista globale, Israele occupa un posto del tutto speciale per l’attenzione dei volenterosi carnefici filosofici della civiltà occidentale; Israele sembra incarnare, con la sua stessa esistenza, la latitudine di un Occidente che dimostra come sia possibile istitui...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno