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Una sera piovosa di novembre. Salone dell’orientamento per la scelta della scuola superiore: caos e caldazza, mascherine d’ordinanza, tutti intruppati a curiosare tra atelier improvvisati di moda, esperimenti di una non meglio precisata materia, peraltro visibile solo su tablet con connessione scarsa, un certo numero di professori pronti a offrirti qualsiasi cosa pur di attirare la tua attenzione e preiscrizione. Mentre cercavo di capire in che film avessi visto la tipa leopardata seduta al banchetto degli odontotecnici, mio figlio mi ha indicato uno striscione. «È SOLO UNA QUESTIONE DI SGUARDO» c’era scritto, così, a caratteri cubitali. Erano quelli del liceo. Mio figlio chiede che c’entra lo sguardo con la scuola e così me lo sono chiesto anche io, per giorni. La risposta, superficiale, è che senza essere guardato non impari un tubo, ma credo che ci sia di più e credo anche che il cinema, come spesso capita, ci aiuti a dare una risposta.
Si può dire che tutto il cinema sia ...
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