
Quanto costa l’immortalità? Storia di Kim, che si è fatta ibernare

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Il New York Times ha raccontato la storia di Kim Suozzi, giovane americana malata di cancro, che è ricorsa all’ibernazione nella speranza, un giorno, di essere di nuovo tra noi, «con tutti i suoi pensieri e i suoi desideri».
Nel 2011 Kim ha scoperto di avere un tumore al cervello, una brutta bestia, incurabile e violenta. Lei, «agnostica fanatica delle scienze», ha deciso di affidarsi alla Alcor, società di crionica, che, dietro pagamento, consente la conservazione del cervello a -200 gradi. Dopo aver racimolato 80 mila dollari grazie anche a una raccolta fondi via web, Kim ha deciso di accelerare il decesso, smettendo di bere e mangiare.
La sera dell’agonia il fidanzato Josh ha chiamato i tecnici dell’Alcor che sono accorsi a casa della giovane, hanno atteso che morisse e un istante dopo l’hanno adagiata in una vasca di ghiaccio. Ora, «la ragazza che ha scelto di ibernare i suoi sogni cercando l’immortalità» giace ibernata nell’azoto liquido e a Josh sembra che tutto è stato fatto per «il meglio».
Il problema, però, è che Kim non può svegliarsi perché non sta dormendo, ma è morta. Diceva Chesterton che quando gli uomini hanno smesso di credere in Dio hanno cominciato a credere a tutto. Persino di essere immortali, che è pure una gran sventura se la vita diventa la persistente ripetizione di un vissuto che è deserto e vuoto. L’unica alternativa sarebbe credere non nell’immortalità, ma nell’eternità e in qualcosa di nuovo – e gratuito – che accadrà dopo.
Articoli correlati
9 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Per favore, se mi trovate morta da qualche parte NON IBERNATEMI, ne ho avuto abbastanza!
Ora che è morta non penso proprio che voglia tornare in vita, avrà sicuramente qualcosa di più importante da fare.
E se un domani esistesse un modo per non morire mai?
Qualcosa che eviti l’invecchiamente e le malattia, che garantisca con buona probabilità che se non si vuole morire si possa ancora vivere in salute.
Magari senza necessariamente che la vita diventi “la persistente ripetizione di un vissuto che è deserto e vuoto”.
Come la vedresete? Necessariemente in contrasto con il credo cristiano?
Vivere in eterno in QUESTO mondo? No grazie. Cioè, non devi solo debellare la malattia e l’invecchiamento, per convincermi…
Vabbè dai, il mondo si può cambiare. Tanto brutto da non vivere ancora non mi pare lo sia 🙂
Mi sa che non ti sei reso conto di quanto dovresti cambiarlo, il mondo, per rendere sopportabile viverci per sempre… Dovresti come minimo abolire la necessità di lavorare per vivere, rendere disponibile ogni bene a tutti gratuitamente, acquisire il controllo atmosferico e sismico del pianeta, controllare le menti delle persone perché vadano tutti d’accordo. Ah, e costruire case che si puliscono da sole e che fanno il bucato.
A parte gli scherzi, il mondo non è brutto, è questa vita che dà gioie ma anche dolori e fatiche. Se non mi assicuri solo le prime, un’eternità fatta anche dalle seconde non mi interessa proprio.
Il problema principale è se un anche un giorno dovessimo “riaccendere il cervello” sarebbe la stessa persona di prima? Non è ancora stato compreso il collegamento “hardware” (cellule cerebrali) e “soffware” (psiche) quindi sussiste il legittimo dubbio se la persona che eventualmente sarà riportata in vita sarà psicologicamente identifica a quella deceduta esistono tesi scientifiche divergenti su questo punto.
Il fatto è che tutti gli esseri viventi sono programmati per morire nessuno escluso e quindi anche chi si muove da una prospettiva scientifica deve riconoscere l’utilità della morte, la morte è una previsione che rientra nelle leggi del progetto-natura. È un ingiustizia per il deceduto che egoisticamente è comprensibilmente vorrebbe vivere per sempre ma è una giustizia per tutti gli altri in quanto le risorse non sono infinite e dalla morte nasce la vita, pensate a tutti quegli organismi animale, vegetali, batteri e funghi che vivono decomponendo i corpi morti.
Come cristiano penso dobbiamo accettare la bontà del disegno divino e guardare alla morte sorretti dalla certezza che rappresenti non la fine ma un nuovo inizio, una porte che si chiude sulla vita terrena e si apre sulla vita ultraterrena!
Non li provochi su questo campo…
Scommetto un abbonamento a tempi che nella cassa ce l’hanno messa un momento PRIMA che morisse e non un momento DOPO. Tanto, chi controlla?
Finiremo come Demolition man 🙂