
Quando un giornalista esce da Twitter non incontra un no vax, ma un collega

Didascalia a una foto. L’immagine che vedete qui sopra andrebbe mostrata nei corsi d’aggiornamento per giornalisti per ricordare loro chi sono i primi spacciatori di fake news.
È stata scattata ieri alla Stazione Centrale di Napoli e ritrae i due (dicasi due) no vax lì riuniti per protestare contro i vaccini e il green pass. La foto è oggi pubblicata da quasi tutti i giornali con la didascalia “il flop dell’adunata no vax”.
Che alle manifestazioni antivacciniste ci fosse la metà di quattro gatti, è fuor di dubbio, ma il loro non è stato l’unico “flop”. C’è il loro – immortalato – e c’è quello di una stampa che da giorni (ma vogliamo dirlo? da mesi) sovradimensiona un fenomeno più mediatico che reale e un mondo più frastagliato che monolitico.
Più giornalisti che manifestanti
Come spesso capita, i media sono sempre molto rapidi nell’indicare gli errori altrui, ma assai restii a riconoscere i propri. Dopo alcuni episodi di violenza fisica (il gazebo dei 5 stelle e il giornalista di Repubblica) e verbale (minacce via social), i quotidiani hanno ingigantito a dismisura l’allarme per un possibile “attacco” alle stazioni ferroviarie, manco ci trovassimo in Afghanistan.
Nei giorni scorsi abbiamo letto titoli cubitali sulla “follia no vax”, la “caccia all’uomo”, “l’escalation di violenze”. Il risultato? Il Corriere oggi lo descrive così: «Una trentina di persone alla stazione di Roma, con alcuni esponenti di Forza Nuova e lo striscione “Italiani contro il green pass”. Qualcuna di più, con insulti e slogan contro media e forze dell’ordine, allo scalo Garibaldi di Milano, una quindicina a Bologna, otto a Genova, cinque a Bergamo, addirittura due a Napoli».
Insomma, ieri in stazione c’erano più poliziotti che manifestanti e più giornalisti che poliziotti.
Stragrande maggioranza
Dividere il mondo in bianco e nero è la prima delle fake news. Dipingere tutti i “non vaccinati” come terroristi anarchici o gente sempliciotta o creduloni terrapiattisti, definirli «sorci» come fece Burioni o accrescerne la presenza nella società quando oltre il 70 per cento degli italiani sopra i 12 anni ha fatto la doppia dose, è la prima causa della diffidenza che si è creata nei confronti dei farmaci.
Tra di loro ci sarà pure qualche invasato, ma la stragrande maggioranza è composta da persone che hanno legittimi dubbi o che vorrebbero vaccinarsi ma non possono.
Molto rumore per nulla
Sui giornali di oggi, nessuno ha riconosciuto l’errore. Fa eccezione Michela Marzano su Repubblica:
«Osservando il flop dei No Green Pass, mi sono chiesta se anch’io non abbia in fondo confuso tra “reale” e “virtuale” – facendo esattamente ciò che rimprovero ai miei studenti quando dico loro: “State attenti, ciò che leggete o vedete su Internet non è la realtà! Dovete imparare a gerarchizzare le informazioni e a non prendere per oro colato tutto ciò che vi viene detto o mostrato”. E mi sono quindi domandata se, mio malgrado, non sia io stessa caduta nel tranello della rete, proprio come i protagonisti della commedia shakespeariana Molto rumore per nulla».
Insomma, come racconta la cronaca del Foglio, quando il giornalista esce da Twitter e va in stazione non trova il no vax, ma un altro giornalista che è appena uscito anche lui da Twitter.
«Scusi, lei è un attivista no green pass? “No, sono della Digos di Roma”. E poi capiterà il contrario, certo: “Perché sta fotografando? È un manifestante?”, ci chiede un agente in tenuta antisommossa. E succederà anche di meglio: sei qui per protestare? “A dire il vero sono della tv svizzera, sei un collega?”».
Foto Ansa
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