
«Il Diavolo vuole ridurre la ragione perché anche la nostra libertà sia rattrappita». Intervista all’esorcista Babolin

«La vera filosofia è la santità della ragione» è un’espressione che don Sante Babolin ha ricavato da L’Action di Maurice Blondel (1893) e che condensa il suo approccio alla vita e al ministero a cui, da sette anni, lo ha chiamato il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo. Babolin è esorcista e in questo lasso di tempo ha seguito oltre 1.300 casi. «Questo è il compito che mi ha affidato il vescovo quando avevo già settant’anni», racconta a Tempi. «Ho fatto molta fatica ad accettarlo, e l’ho accettato per pura obbedienza».
Le edizioni Messaggero di Padova hanno da poco dato alle stampe un libro di Babolin intitolato L’esorcismo. Ministero della consolazione, un volume che rifugge ogni tipo di sensazionalismo sull’argomento e cerca di andare alla radice di che cosa siano il male e il bene e di come essi possano essere intesi (ragione) e scelti (libertà). Per questo il libro di Babolin è di estremo interesse. Non è un elenco di aneddoti, quanto un manuale che – partendo dallo specifico caso dell’esperienza dell’autore – aiuta a scoprire in maniera non superficiale qualcosa in più sulla fede cattolica.
Babolin ha alle spalle una solida formazione filosofica. Ordinario emerito di Filosofia, l’ha insegnata alla Gregoriana per oltre trent’anni, prima di dedicarsi a questa nuova «emergenza pastorale» – l’espressione è sua – che, racconta, ha deciso di limitare alla sua sola diocesi, un po’ perché non avrebbe altrimenti le forze per un più gravoso impegno, un po’ perché «è necessario che altri vescovi s’accorgano del problema e non lo trascurino. Ma io non vado in cerca di problemi, accetto solo quelli che mi arrivano, altrimenti come posso confidare che il Signore mi aiuti a risolverli? Io amo la Chiesa come amo il Signore e per questo continuerò ad obbedire e a riconoscerne l’autorità».
Don Babolin, nel suo testo continuano a ritornare con insistenza alcune parole: «ragione», «discernimento», «razionalità», «scelta», «alternativa», «giudizio». Il suo invito è a usare la ragione per distinguere il bene dal male, in una società che invece tende a mostrare come “tutto uguale” e a liquefare i confini tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Al tentativo del Demonio di creare confusione, lei scrive, occorre difendersi con la «santità della ragione». Cosa intende?
La ragione è santa quando è ragione. Pare una tautologia, ma quel che cerco di fare intendere è che la ragione è tale solo quando rispetta la realtà, cioè quando rispetta lo statuto ontologico dell’uomo, che è una sintesi straordinaria, meravigliosa e incomprensibile di spirito e materia. La ragione è lo strumento in nostro possesso per discernere, per usare correttamente i sensi. Lo diceva san Tommaso stesso: «Et sensus ratio quaedam est». La ragione rispetta la realtà perché deve partire sempre dai dati dell’esperienza, altrimenti diventa un’interpretazione errata, fuorviante e disincarnata. In una parola: una ideologia.
Lei scrive che è proprio questa capacità a difenderci dal Maligno, aiutandoci a distinguere il bene dal male. Perché solo così saremo «liberi di amare».
Vede, il Diavolo, così come scritto nei Vangeli, è costitutivamente menzognero. È menzognero quando stravolge la realtà, ma anche quando dice qualcosa di vero. Anche quando dice il vero, il Diavolo lo fa con un secondo fine, secondo una intenzionalità che non è quella del Creatore. Perché quel che vuole fare il Diavolo è ridurre la ragione in modo tale che anche la nostra libertà sia rattrappita. Come scriveva Blondel, «la libertà per la libertà è un inganno». La vera libertà è quella di amare, non ne esiste un’altra. La libertà si realizza nell’amore, un amore che può anche essere sacrificio e che necessariamente diventa un servizio all’altro. La libertà senza l’amore mangia se stessa.
Oggi però viviamo nella società che mette al primo posto non la ragione, ma la spontaneità, il “mi sento”, l’istinto.
Uno può avere anche una reazione azzeccata, immediata, ma uno non può vivere con questo stile. In un certo senso, gli animali sono più fortunati di noi, perché il loro istinto non sbaglia mai. La loro vita non dipende dalla ragione ma dall’uso dei sensi e delle pulsioni. Per questo anche l’agnello, sebbene nessuno gli abbia mai insegnato che il lupo è pericoloso, quando lo vede, fugge. Ma per noi non è così. Se la nostra sensibilità non sfocia nella ragione, lascia incompiuta la sensibilità stessa. Infatti quando dalla ragione torniamo alla sensibilità, diventiamo creativi e qui nasce l’arte.
Nel suo manuale fa più di un riferimento al pericolo che venga stravolta l’istituzione familiare.
Sì, per le ragioni che ho appena detto, ma anche per una motivazione che riguarda la fede. Il Maligno, e questo dagli esorcismi emerge con evidenza, come vuole profanare l’eucarestia così vuole profanare e distruggere il matrimonio. Il sacramento del matrimonio è il sacramento più vicino all’eucarestia. Non è un caso che Gesù, dopo il battesimo nel Giordano, partecipi alle nozze di Cana e istituisca il matrimonio, che è il sacramento che consacra l’origine della vita.
Perché?
Una volta, durante un esorcismo, chiesi al Maligno perché gli dava tanto fastidio l’amore tra due coniugi che si erano uniti in chiesa. E lui mi disse: «Non sopporto che si amino». Il Maligno può offrire sesso, ma non amore. Quando i coniugi si offrono reciprocamente con il sigillo del matrimonio si danno l’un l’altro anche lo Spirito Santo. E il Diavolo questo lo sa, ed è per questo che cerca di distruggerlo. Ma se un rapporto affettivo comincia avendo come finalità il matrimonio, questa finalità ritorna come riflusso su tutto il percorso. Quando i coniugi si presentano all’altare, dichiarano la loro decisione e il sacerdote la offre al Signore invocando su di loro lo Spirito Santo. Ma il momento in cui lo Spirito Santo invocato dalla Chiesa scende e trasforma il loro rapporto è quando avviene la prima unione. Quindi il sacramento nasce nel talamo. Per questo io chiamo “talamo” il letto coniugale, perché quello è l’altare di chi crede in Cristo. È l’altare dove nasce la liturgia nuziale, che durerà tutta la vita. Giusto ieri ho incontrato due coniugi che hanno due bambini con problemi legati al mio ministero. Questi due genitori stanno lottando in modo meraviglioso contro il Maligno e sa cosa li difende e dà loro forza? Il loro amore unito nel sacramento del matrimonio.
Quindi tornando alla famiglia…
Quindi tornando alla famiglia, in essa noi vediamo la trinità umana. Dai genitori arriva il terzo, il figlio, e così noi nella famiglia vediamo il riverbero del mistero del Dio uno e trino. L’uomo non è duplex ma triplex perché in lui c’è il germe della trinità di Dio.
Lei racconta un episodio riferito da un altro esorcista, padre Matteo La Grua che, dopo un esorcismo, trovandosi di fronte al Diavolo, gli chiese: «“Chi sei tu?”. E lui mi rispose: “Sono nessuno. Ho perduto il mio nome”. E scomparve, lasciandomi sbigottito (…). Parole eclatanti, perché nella cultura biblica il nome si identifica con la persona, per cui era come se il diavolo mi stesse dicendo che, dopo essersi ribellato a Dio, non era più nessuno, perché, staccandosi dal suo Creatore, aveva perduto se stesso, la propria identità e la propria verità».
Quando, durante gli esorcismi, dico al Diavolo che lui è «nessuno» si arrabbia moltissimo. Gli dico: «Tu vorresti annullarti, ma non puoi, perché sei creatura». La creatura non può crearsi ma nemmeno annullarsi. Lui vorrebbe sparire per non soffrire, ma non ci riesce. È spaventoso solo pensarlo. In un certo senso, c’è un continuo tentativo di distruzione e autodistruzione che non si può realizzare. Il Maligno soffre lui stesso della sua condizione, ma non può liberarsene. Vede, Dio ha dato davvero la libertà ai puri spiriti e all’uomo. È un dono serio, che Dio non toglie più. Ma la libertà significa essere liberi di dire “sì” e di dire “no”. Se uno si fissa nel suo “no”, il “no” diventa irreversibile. Per noi umani, il Signore ha più misericordia perché siamo anche carne, ma per i puri spiriti… esiste una irreversibilità.
Cosa significa? Che è la nostra carne a salvarci?
È proprio così. Finché siamo in vita possiamo essere salvati. È la carne che ci salva. Infatti, Lui si è fatto carne proprio per salvare noi che siamo nella carne. È il grande mistero dell’Incarnazione di Dio.
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17 commenti
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Curioso, il moderatore ha prontamente rimosso un mio precedente post nel quale consigliavo a chiunque creda di parlare col demonio di andare a fare quattro chiacchiere con uno psichiatra…
Strano, perché codesto consiglio è il medesimo che gli stessi esorcisti rivolgono alla stragrande maggioranza dei loro “pazienti”.
Bisogna considerare, tuttavia, che è difficile trovare degli psichiatri in gamba disposti ad accettare nuovi pazienti, visto che le loro sale d’attesa sono zeppe di disturbati che, invece di credere al diavolo, credono al “mondo migliore”.
Stoppani, veramente io mi riferivo all’intervistato, visto che nell’intervista dichiara di conversare periodicamente col satanasso (“Una volta, durante un esorcismo, chiesi al Maligno perché gli dava tanto fastidio l’amore tra due coniugi che si erano uniti in chiesa. E lui mi disse”…eccetera). E poi, scusa, quale sarebbe invece il “mondo migliore”, quello nel quale chiediamo l’intervento dell’equivalente nostrano dello stregone africano che ti libera dagli spiriti maligni? Perchè, non so se ve ne rendete conto, ma da quelle parti siamo…
Non sempre, ma piuttosto spesso, il mondo in cui uno stregone libera dagli spiriti maligni è di gran lunga preferibile di quello in cui l’uomo crede di essere come Dio e persegue, a forza di omicidi, guerre e torture, le varie utopie (leggasi “stronzate”) ideologiche che rientrano genericamente nella definizione di “mondo migliore”
Resta da dire che è inutile cambiare nickname a ogni piè sospinto se proponi le stesse obiezioni (paragoni, argomentazioni) sia in veste di Bifocale che in veste di Giovanni.
Stoppani che tu mi creda o meno (ma alle magie degli ‘stregoni’ nostrani, gli esorcisti sembra che tu ci creda) alla fine poco mi importa, ma ti voglio dire comunque che io non ho mai postato nessun commento spacciandomi per ‘Giovanni’, che non so chi sia ne’ da dove scriva.
Ma nell’articolo quando si menziona un certo padre La Grua, non e’ che invece di parlare con il maligno stava parlando con Massimo Moratti ??
Schiva, nei testi di Maria Valtorta viene narrata l’origine del male e della morte in una forma così semplice e lineare che possono comprenderla anche i bambini.
Tutto ovviamente espresso in perfetta armonia con la dottrina della Chiesa.
Vale la pena di darci un’occhiata senza doversi impegnare in complessi testi di teologia (….non che io abbia mai avuto il dubbio che tu sia solito impegnare in tali letture il tuo tempo libero!)
Maria Valtorta è una mistica dello scorso secolo che ha rivisto in numerosissime visioni la vita di Maria e di Gesù, lo stile è un po’ ampolloso e può infastidire, ma il contenuto avvince e ti converrebbe darci uno sguardo.
La ricerca della causa più appropriata del male, diversa Dio, è al vertice assoluto dell’insonne eterna ricerca filosofica su ciò “che è”.
Per fortuna, quello che non è, non è, quindi, in senso stretto, il nulla non è pensabile.
Ma questa è una affermazione veritativa: ciò che è nulla, è vero che non è nulla. Le cose che devono essere per forza, e tra queste siamo inclusi noi stessi,ci provocano stupore. Che cosa significa, ci chiediamo, se le cose che non sono necessitate ad esistere fossero davvero non esistenti, non fossero davvero fuori dei confini del nulla, come del resto sono entro i confini dell’esistere, e fuori di quelli del nulla, quelle che esistono davvero? Quindi, se vogliamo riflettere sul nulla, dobbiamo prima sperimentare che qualcosa c’è, l’affermativo.Solo dopo arriviamo ad affermare il nulla, negando l’esistenza dell’essere.Anche se meditiamo sul nulla, siamo obbligati a pensare un sostituto, una realtà, immagine contraria di quella, o di ciò che non è. E’ davvero problematico: pensiamo di negare qualcosa della realtà che è oggetto del nostro pensiero, e nello stesso tempo sappiamo benissimo che ciò che neghiamo (nella nostra mente) esiste.
La meditazione sul maligno è necessariamente correlata alla riflessione sul nulla. Il male è correlato con l’esistenza, non con il nulla. Il nulla non è il male. La presenza del maligno “cade” sulla scena di cose che avrebbero potuto accadere, ma avrebbero dovuto essere altrimenti.
L’esperienza elementare di ognuno è ciò da cui si parte per esaminare il problema del male.
San Tommaso inizia il suo capolavoro ( un testo concepito per principianti!) dicendo che l’esistenza del male è la ragione principale, se non l’unica, che giustifica la non credenza in Dio.
Attenzione: l’Angelico non nega qui nè l’esistenza di Dio, nè quella delle cose, nè del maligno. Il suo intento è di chiarire che se non si capisce il male, il problema del male, non potremo nemmeno capire Dio. Ho già detto in un commento precedente sul tema del maligno che, per noi, esseri contingenti, che viviamo nel tempo, nel relativo, non abbiamo alcun modo di misurare la montagna, se non quello di misurare la profondità della valle.
Il male, è così lapalissiano e dominante nel mondo e nella storia, che sarebbe folli negarne l’esistenza, quindi concludere che questo implichi la negazione di Dio, sembrerebbe dire di sfondare una porta aperta.
Questa conclusione è vera, ci chiediamo?
Quello che san Tommaso dice, tuttavia è che Dio ha in mente un progetto così grandioso da implicare la possibilità del male. “Permettere” non è lo stesso che “causare”.In altre parole, l’esistenza concreta del male potrebbe indicare non l’incapacità di Dio di prevenirlo, ma la Sua genialità nel superarlo a Suo modo, per ottenere un bene più stupefacente.In questo senso, pensare al male è un modo per pensare a Dio. Dio stesso è implicato in una certa logica, o ordine, in Se stesso, nel Suo proprio Essere, alleluia!
Abbiamo già visto all’inizio che l’esistenza delle forze del male ci costringono a pensare più chiaramente su ciò che pensiamo come già noto, assodato. La razionalità del nostro essere mette in conto la possibilità del male, non già la sua bontà o giustificazione in quanto male. Paradossalemte, come nella fede, nelle posizioni della rivelazione cristiana, anche la ragione, quando riflette sul male, alza il tiro, per così dire, su tempi migliori, alleluia!
Paolo, grazie per questo intervento molto bello e profondo, che ho letto e riletto, e che trovo in netto contrasto con la superficialità dei nostri amici atei/materialisti (ragione – ideologia uno a zero :)).
Ma la ragione ci dice che il demonio che non puo esistere in nessun caso come non puo esistere la resurrezione.
Se si è religiosi e crsitiani allora il demonio sarebbe perfino vitale e necessario …
La ragione ci dice che il male esiste. I cristiani per fede credono che questo male tragga origine dal cattivo uso della libertà che hanno fatto le creature di Dio create libere. Quindi certamente per un cristiano l’esistenza del demonio e’ un dogma di fede, per questo il papa ne parla e per questo esistono gli esorcisti. Ma non è affatto “necessario”, perché Dio non vorrebbe che le sue creature si ribellassero a Lui…
E ti sbagli invece.. è necessario altrimenti non potrebbe esistere il concetto stesso di libero arbitrio.
In pratica Dio non è stato capace di creare un mondo SENZA la necessarietà del male.
Non solo.. la natura stessa creata da Dio è senza morale: vige la legge del piu forte, dove ogni creatura viene da Dio indotta a sbaranare altre creature e in questo il demonio non ha nessuna colpa.
Ovviamente questi sono gli ennesimi bug della dottrina cristiana ma immagino che a voi non ve ne freghi nulla.
Caro Shiva, temo che quelli che chiami bug siano delle semplici quanto gravi tue personali lacune.
Infatti Dio ha creato l’uomo perfettamente libero, cioè perfettamente capace di amare Dio. Il fatto che potesse compiere il male non significa che non potesse fare a meno di compierlo: libero arbitrio significa capacita’ – non necessita’ – di compiere il male. Il quale male, come ottimamente spiega l’Aquinate (uno che la ragione la sapeva usare), e’ “assenza di bene”, perché non ha una sua consistenza ontologica.
Eh no Shiva, mi sembra che i bug siano nel tuo uso della logica: il libero arbitrio presuppone la possibilità, non la necessità, di compiere il male. Dio ha creato sia esseri liberi – esseri spirituali come gli angeli, esseri materiali e spirituali come gli uomini – sia esseri non liberi, come gli animali: i primi hanno una morale, i secondi – proprio in quanto senza libero arbitrio – no. Per questo un animale che sbrana un altro animale non commette alcun atto malvagio, alla faccia degli animalisti; mentre un uomo che maltratta un animale sì. Il male, come insegna l’Aquinate (uno che usava la ragione molto bene), non ha una consistenza ontologica, è semplice assenza di bene. Il demonio ha colpa perché si è ribellato a Dio, che è amore infinito. Dio lascia operare il demonio perché lo ha creato libero: non perché non sarebbe stato capace di crearlo schiavo, ma perché costringere qualcuno ad amarti non è il massimo della vita.
@Cisco
Hai letto male…
non ho detto che sei costretto a fare il male, ho detto che il male è necessario affinche sussista il liberio arbitrio!
Come fai ad essere libero di scegliere se non c’e’ nulla tra cui scegliere?
L’esistenza del male pertanto è necessaria, nel mondo creato da Dio.
Inoltre non ho detto che è l’animale ad essere immorale, ma DIO è immorale perche ha creato esseri viventi inducendoli poi a sbranarsi l’uno con l’altro .. ok?
Dio ha creato un mondo dove la vita si manifesta con violenza, brutalita ed ogni essere vivente è in estrema competizione l’uno con l’altro senza sosta.
Poi ha creato la Terra soggetta a terremoti e catastrofi, ecc…
Pertanto o Dio è cattivo oppure è imperfetto.
” alla faccia degli animalisti” ?? ma gli animalisti criticano proprio l’uomo mica gli animali!
Leggi bene per favore che sei distratto.
se esistesse dio soltanto che è amore nn esisterebbe il male, tantomeno a che sarebbe servito creare tutto per poi distruggerlo? il fatto che Dio esiste lo si può capire guardandosi un po’ attorno, oppure con un semplice esperimento, ovvero prendi un sasso o qualunque altro oggetto, prova a farlo cadere per terra, è scientificamente provato che tale oggetto non cadrà mai nella stessa posizione a meno che per nostra volontà non lo riposizionato che è caduto la prima volta a mano, dunque i pianeti, tutto il sistema solare e le costellazioni disegnate in tal modo non possono formarsi dalla casualità del caos ma per mezzo di una volontà superiore, dunque nemmeno ogni cosa che da la vita si forma per caso, mi sembra molto più logico, il caos non può avere volontà propria. dunque credete in Dio creatore che è molto più logico che non credervi…altra cosa, gli scienziati hanno analizzato dell’acqua di marte e hanno visto che è h2o come quella della terra, se ogni elemento in tutto l’universo è uguale significa che una volontà ha stabilito le leggi universali e quindi non è che serve fare 1000 dibattiti per capire ste semplici cose…se esiste Dio quindi anche il cornuto esiste, in origine era il bene voluto da Dio poi lucifero per libero arbitrio scelse il male
Questo Babolin mi sembra una persona straordinaria.
Purtroppo mentre Papa Francesco continua a parlare del demonio non può non sconcertare – anche alla luce di quanto scrive Babolin – il chiacchiericcio sulla comunione ai divorziati risposati civilmente: senza dubbio anche qui c’è lo zampino di quello del piano di sotto…