Quando Bergoglio moltiplicava le empanadas. Una nuova biografia di Papa Francesco

Di Evangelina Himitian
06 Giugno 2013
Tradotta in italiano la biografia di Papa Francesco scritta da Evangelina Himitian, giornalista argentina amica della famiglia Bergoglio

Riproponiamo l’epilogo del libro Francesco. Il Papa della gente. Dall’infanzia all’elezione papale, una vita al servizio degli altri (Rizzoli, 380 pagine, 15 euro), pubblicato nell’edizione del 7 giugno dell’Osservatore Romano. Il libro è la traduzione italiana della biografia di Jorge Mario Bergoglio edita in Argentina da Aguilar che l’autrice, vaticanista della Nación e amica della famiglia Bergoglio, ha donato al Papa pochi giorni fa. La stessa Evangelina Himitian ha raccontato sul suo giornale (in un articolo pubblicato il 2 giugno) quell’incontro: una breve udienza privata che, per i molti impegni del Pontefice, sembrava fino all’ultimo destinata a essere annullata. Invece, venuto a sapere della sua presenza, Papa Francesco l’ha fatta subito chiamare: «Le norme del Vaticano per le udienze papali sono molto strette. Con un solo gesto Francesco le rompe tutte. Affretta il passo, offre un abbraccio, un bacio. Ti chiama per nome e sorride. Si sforza di dimostrare quello che a ognuno appare chiaro appena lo vede: che è lo stesso padre Jorge di sempre».

Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Ho avuto l’opportunità di intervistare Bergoglio in diverse occasioni e circostanze ma, in un momento in cui abbondano gli aneddoti di chi dice di averlo conosciuto molto bene, il mio è davvero un contributo minimo. Posso solo dire che una volta l’ho visto moltiplicare il cibo, come ha fatto Gesù con i pani e i pesci. Era l’ottobre del 2012.

Io collaboravo con l’ufficio stampa degli incontri ecumenici di cattolici ed evangelici di cui padre Bergoglio era uno degli organizzatori. Nello stadio in cui si svolgeva l’incontro l’amministrazione non consentiva di introdurre cibo, perciò durante le pause tutti i presenti dovevano comprare da mangiare in loco. La scelta non era molto varia: c’erano solo empanadas, i tipici fagottini di pasta ripieni di carne, e per di più erano scarse. Era un giorno di festa nazionale e non erano in programma altri eventi. Qualcuno chiese a Bergoglio se preferisse andare a pranzare nell’esclusivo quartiere di Puerto Madero, a pochi passi dallo stadio, in cui si trovano diversi ristoranti eleganti, ma lui rispose che sarebbe rimasto a mangiare con tutti gli altri.

Quando noi giornalisti ci prendemmo una pausa per il pranzo era già molto tardi e non era rimasto quasi niente. Mentre percorrevamo la sala dove si serviva il cibo, Bergoglio si avvicinò, ci salutò uno per uno e ci ringraziò per il nostro lavoro. Noi ci sedemmo all’ultimo tavolo. La cameriera ci portò un piatto con cinque empanadas, ma noi eravamo in otto. Qualcuno prese l’iniziativa e cominciò a tagliarle a metà. Condividere: questo era lo spirito dell’incontro. E comunque non avevamo altra scelta.

Dal suo tavolo dall’altra parte della sala Bergoglio vide i nostri movimenti e capì. Si alzò in piedi e cominciò a chiedere agli altri avventori se avessero finito di mangiare. Recuperò dalle mani di pastori e sacerdoti le ultime empanadas, le riunì su un piatto e ce le portò. Commossi dal suo gesto così premuroso, ci sentimmo lusingati e molto stupiti. Aveva moltiplicato il cibo.

Quel suo piccolo miracolo ci rimase scolpito nel cuore. L’uomo che oggi occupa il soglio di Pietro aveva visto un bisogno e l’aveva colmato, mentre nessun altro se ne era accorto.

Questo è l’uomo che, a settantasei anni, si propone di cambiare il mondo. Ci riuscirà?

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