Qual è il primo diritto che il Canada vuole difendere in politica estera? «Il diritto all’aborto»

Di Redazione
06 Luglio 2017
La Conferenza episcopale canadese scrive una lettera al governo per opporsi alle dichiarazioni del ministro degli Esteri Freeland: «Il nostro fondamento non può essere il sostegno all'aborto»

Protest against the Eighth Amendment to the Constitution in Ireland

«I diritti delle donne sono diritti umani. Questi includono i diritti sessuali riproduttivi e il diritto all’aborto sicuro e accessibile. Questi diritti sono al cuore della nostra politica estera». È contro questa dichiarazione del ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland, che i vescovi del paese si sono ribellati pochi giorni fa.

«SI SBAGLIA». In una lettera datata 29 giugno, il presidente della Conferenza episcopale canadese, monsignor Douglas Crosby, ha ribattuto che «pur condividendo la preoccupazione di migliorare il rispetto e la dignità delle donne, sentiamo il bisogno di evidenziare con il dovuto rispetto che le sue parole sono sbagliate».

PROBLEMI PIÙ IMPORTANTI. Il Canada, continua il vescovo, intrattiene rapporti economici con paesi dove «le bambine vengono uccise solo perché non sono maschi o dove le donne non godono degli stessi diritti davanti alla legge, compreso il diritto all’educazione e alla protezione dalla violenza fisica». Queste sarebbero priorità ben più importanti dell’aborto.

FONDAMENTI. Sottolinenando infine che «non è nostro compito imporre i nostri valori nel mondo», il vescovo conclude argomentando che «se la politica estera del Canada ha bisogno di un fondamento stabile, questo non può essere il sostegno dell’aborto e se la dignità della donna deve avere un fondamento morale universale, questo non può basarsi su principi che calpestano i diritti dei bambini non nati».

650 MILIONI PER L’ABORTO. La coraggiosa lettera al ministro Freeland di monsignor Crosby non sarà certo ben accolta negli ambienti di governo. L’anno scorso, infatti, il premier Justin Trudeau ha promesso di destinare 650 milioni di dollari alla promozione dell’aborto nel mondo, contro ad esempio i 120 per sconfiggere la fame in Africa. Questione di priorità.

Foto Ansa

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