Inchiesta molto strombazzata, indagati messi in cella per "cantare", un procuratore che ama molto discettare di moralità davanti ai microfoni. Vi ricorda qualcosa?
Quando «noi» avevamo catapulte d’avanguardia e legioni schierate a testuggine pronte a civilizzare il mondo, nonché acqua calda nelle terme e fior di filosofi e giuristi, "loro" vivevano in capanne di paglia e fango, vestiti di pelle di vacca o d’orso, al massimo tiravano di frondola e l’igiene era quel che era. Negli anfratti più profondi dei nostri luoghi comuni, non sempre infondati, quante volte abbiamo sentito il rumore di pensieri di questo genere immaginando un paragone tra "noi" italo-latini e «loro» nordeuropei? Sicuramente tante.
Ecco, analogamente e un po’ scherzosamente, diremmo oggi che quando noi «rivoltavamo l’Italia come un calzino» sperando di vedere un giorno i ricchi e i potenti «agli angoli di una strada a vendere caldarroste» sorretti dal principio para-gesuitico che «il sospetto è l’anticamera della verità», cioè quando noi avevamo Di Pietro che «a quelli li sfascio» e Davigo che «non esistono innocenti ma solo colpevoli ancora da stanare», loro, nella migliore d...