Provate a commissariare la Lombardia da Roma

Di Luigi Amicone
21 Aprile 2020
Scommettiamo che il giorno dopo l’unità d’Italia non c’è più? Lo sanno anche loro, ecco perché possono solo sostenere l’ennesimo circo mediatico-giudiziario
La prima pagina di Repubblica del 18 aprile con il titolo sulla Lombardia

Cronache dalla quarantena / 38

Domenica 19 aprile era la giornata della Divina Misericordia, festa istituita da san Giovanni Paolo II nel 1992. Eppure erano giorni che, sia pure in svariate maniere, calchi e interpretazioni, occhieggiava e riecheggiava ovunque, in giro per l’Italia: “Anziani, nessuna pietà”. Titolo a caratteri e spirito da paura mostruosamente cubitali, steso a tutta pagina, stampato e celebrato in giro per le ganze tv per fare nera la Lombardia.

Depravata Lombardia (colpa di Cl, copyright Roberto Saviano) e, di conseguenza, deprivata di ogni misericordia per i suoi poveri nonni. Sebbene, ad onor del vero, da Madrid a New York, accade in tutto il mondo, o perlomeno in quella parte del mondo più colpita dal virus (accade anche tutt’ora, purtroppo) che vi sia una morìa di anziani. È colpa di nessuno. Così dice scienza e buon senno. Di doloso non c’è nulla, fino a prova contraria. La colpa è dell’altissima velocità di propagazione e attacco alle persone più anziane che ha avuto quel buon vecchio virus che denunciamo ormai da mesi. 

Ricordiamolo, per favore, che poi con la fregola che hanno Vito Crimi e Andrea Orlando di mettere le mani sulla Lombardia per ripianare i debiti, i disastri, i fallimenti plurimi, ventennali, miliardari, della malasanità di regioni come il Lazio, magari se lo dimenticano. E magari poi combinano un guaio che sarebbe molto difficile riparare.

Perché, oggettivamente parlando, provate a commissariare la Lombardia da Roma. Scommettiamo che il giorno dopo l’unità d’Italia non c’è più? Non c’è bisogno di insistere, lo sanno anche loro, per questo non possono fare altro che sostenere l’ennesimo circo mediatico-giudiziario. È toccato a Roberto Formigoni e a Roberto Maroni. Toccherà ad Attilio Fontana. Che problema c’è?

Detto ciò, non c’è niente da fare, moneta falsa scaccia moneta buona. “Anziani, nessuna pietà”. È davvero difficile arginare la menzogna che si annida in una ferita. È una sorta di setticemia che impedisce di ragionare. Un deserto che si muove. “Potenti tentacoli della dialettica”, dicevano una volta i rossoneri oggi in piega giallorossa.

E non importa quale testata sia – nel caso Repubblica –, son tutte filiazioni dei titoli che fruttano in Borsa al giornalismo alla Marco Travaglio. Il direttore che anche ieri, per replicare a Piero Sansonetti che sul Riformista aveva notato una partecipazione un po’ spuria da parte dei puri alla spartizione delle nomine governative (Travaglio e Il Fatto quotidiano accusati di essere della partita e aver messo le mani sull’Eni), ne ha detta una molto graziosa per non nominare invano il suo collega avversario: «Un qualche miserabile verme annidato nei soliti giornalacci».

Ma dicevamo che domenica 19 aprile era la giornata della Divina Misericordia. Che anche il divino Shakespeare sapeva più potente dei Re e, di qui al Giudice che ci giudicherà tutti con lo stesso metro con cui abbiamo misurato gli altri noi, procuratori e rispettivi sostituti compresi. Due settimane orsono la Corte europea per i diritti umani ha chiesto al governo Conte chiarimenti sulla situazione delle nostre carceri e sui nostri galeotti esposti al rischio virus, alcuni già malati (dopo la ventina di morti a seguito delle rivolte del mese scorso).

Pare che la risposta del ministro Alfonso Bonafede sia segreta – di grazia, e perché? – e che nelle nostre gattabuie niente sia cambiato. Trascrivo qui il messaggio del mio amico detenuto Bruno Turci, cittadino carcerato (senza neanche aver ammazzato nessuno) da oltre trent’anni. E che per assurdo, paradosso, provvidenza, ditelo come vi piace, si trova oggi in libertà provvisoria solo a causa di un serio intervento chirurgico e di una convalescenza che non può proprio fare in cella.

«Vorrei portare all’evidenza di chi ne ha la competenza che nelle galere italiane il virus incombe, dopo avere già fatto danni causando morti tra le fila dei detenuti e dei poliziotti penitenziari. Spero che non si voglia aspettare che le  carceri si trasformano in un lazzaretto globale, dove sarà l’inferno. La Turchia e l’Iran noti territori dei tiranni hanno svuotato le loro galere, restituendo alle loro famiglie dei probabili morti».

Bisogna sapere che, senza scomodare la misericordia, basterebbe essere Vittorio Feltri. Sono sicuro che in fondo all’ennesima tazza di menzogna e inciviltà che i mozzorecchisti ci passano per non tenerci impegnati con ciò che si dovrebbe, il maestro Feltri direbbe così: «Ma quale giornalismo, stronzi: bisogna proprio non aver letto neanche un Maigret per illudersi di coglionare la gente con un pio albergo Gad Lerner».

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