
Lettere al direttore
Proposta sine talio del direttore: Mantovano alla guida di Tempi
Pubblichiamo la rubrica delle “lettere al direttore” contenuta in Tempi n. 21. Per scrivere ad Alessandro Giuli: [email protected]
Benedette, e finalmente!, le parole di Mantovano: «La pena, prima di essere riabilitazione, è anzitutto retribuzione» (cfr Tempi n. 40). Dal latino re-tribuere, rendere, restituire, ritornare. Di nobili origini anche l’inglese retaliation in kind (ritorsione della stessa natura, occhio per occhio) dal latino talis, siffatto, conforme e poi talio, taglione o pena del taglione. Cicerone usa addirittura le due parole sine talio, cioè senza pena siffatta o conforme al crimine, per indicare un crimine o un criminale impunito. Senza scandalizzarsi se qualcuno usa il termine “vendetta di Stato”. E senza doversene vergognare. O almeno non più di quanto debbano fare coloro che vogliono impedire a tutti i costi che si tocchi Caino, dimenticando che è esistito anche un certo Abele.
[Paolo Luchessa Milano]
Ogni settimana lo leggo e poi dico ai miei redattori che vorrei tanto Mantovano alla direzione di Tempi.
Leggo solo ora i commenti di Tempi a proposito dello scandalo dei concorsi universitari truccati e sono francamente deluso. Mi spiace, ma non avete proprio colto il punto. Non solo non posso accettare la morale secondo cui “si è sempre fatto così, dunque che c’è di male?”. Ma il punto in ballo è: non si tratta né di giustizialismo né di “è normale che uno favorisca i suoi allievi migliori”. Magari fosse così! Nelle università italiane (e non solo italiane, peraltro) si mandano avanti i mediocri, solo per garantire la porzioncina di potere del loro “maestro” che così non finirà nell’ombra. Ma poi, per quanto riguarda le facoltà umanistiche, è in atto una continua censura ideologica: chi è etichettato (anche senza suo merito) come “cattolico”, “di destra” e così via viene regolarmente emarginato e gli vengono preclusi dottorati, assegni di ricerca eccetera. L’esperienza della cosiddetta “abilitazione scientifica nazionale” è rivelatrice: io stesso potrei dimostrarvelo in base all’esperienza mia e di altri nel settore a cui ho partecipato. Se poi a voi non interessa che persone veramente di valore vengano umiliate (umanamente e professionalmente, impedendo loro di lavorare proficuamente) perché serie e coerenti e se a voi la censura ideologica “di sinistra” va bene, se vi sembra normale, allora ditelo pure apertamente. E condannatevi all’irrilevanza.
[Luca Pignataro via internet]
Tutti detestiamo i trucchi! Uno di questi è il valore legale del titolo di studio.
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