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Problema immigrazione. Così si spiega la strana alleanza fra India ed Emirati

Di Rodolfo Casadei
20 Ottobre 2022
La costruzione di un tempio indù ad Abu Dabhi è l'ennesimo segnale dei cordiali rapporti tra i due Stati. Che hanno l'uno bisogno dell'altro
Il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Bin Zayed Al Nahyan con il primo ministro indiano Narendra Modi, New Delhi, India, 25 gennaio 2017
Il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Bin Zayed Al Nahyan con il primo ministro indiano Narendra Modi, New Delhi, India, 25 gennaio 2017

Un grande tempio indù è in costruzione su una superficie di 27 acri dono del governo locale ad Abu Dabhi, mentre il tempio indù di Dubai, costruito negli anni Cinquanta, è stato ri-inaugurato dal ministro della Tolleranza Nayhan Bin Mubarak al Nayhan all’inizio di ottobre, dopo essere stato ampliato grazie al dono di altri 15 acri di terreno da parte delle autorità locali.
Non è una sorpresa l’apertura a forme sorvegliate di pluralismo religioso da parte del governo degli Emirati Arabi Uniti (Eau), che concede agli 8,8 milioni di stranieri immigrati nel paese di praticare i loro differenti culti presso templi corrispondenti, ma è significativo che queste concessioni a una confessione che non è nemmeno una “religione del Libro” abbiano luogo pochi mesi dopo lo scandalo che nel giugno scorso ha scosso le relazioni fra i paesi musulmani e l’India, allorché due esponenti di alto profilo del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito al governo a Nuova Delhi dal 2014, hanno usato in tivù e ...

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