
Cosa dicono in privato i leader musulmani ai missionari cattolici. Scene da un “dialogo” in Medio Oriente
In Italia siamo (quasi) tutti convinti che «il vero nemico dell’umanità è il terrorismo islamico», ha scritto mons. Bruno Forte il 31 agosto scorso (su Il Sole 24 Ore), lanciando un forte grido d’allarme sul diffondersi dell’estremismo islamico, oggi “il Califfato”. Prima c’erano i Fratelli Musulmani, i Talebani, Al Qaeda, Boko Haram e altri locali, che continuano a soffiare sul fuoco. La sostanza è sempre la stessa: c’è un nemico mortale dell’uomo (anzi, “il vero nemico”) che si aggira per il mondo. Non è solo anti-cristiano e anti-occidentale, ma contro l’umanità intera, contro gli stessi musulmani, pur ispirandosi all’islam “puro e duro” e alla storia islamica: è l’estremismo radicale, il terrorismo, la “guerra santa”. E Forte spiega che questo giudizio viene anche dal fatto che il Califfato dice di agire “in nome di Dio”, la peggior bestemmia che si possa immaginare. Ma aggiunge che tutto questo «non va assolutamente confuso con le forme dell’Islam autentico e con le aspirazioni alla pace e alla giustizia che pervadono il cuore e l’impegno di tanti musulmani» (vedi il mio Blog del 5 settembre 2014).
Parlo di questo con un missionario cattolico che vive in un paese islamico del Medio Oriente. Si dice d’accordo con quanto ha scritto mons. Forte, però teme che il tragico e travolgente prevalere di queste violenze disumane facciano dimenticare ai cristiani d’Italia e d’Europa che la Chiesa ha scelto, come rapporto con i popoli islamici il dialogo, l’accoglienza, la solidarietà verso i bisognosi. La Chiesa denunzia e condanna fortemente l’estremismo e il terrorismo di radice islamica, ma vede anche queste situazioni con gli occhi di Dio, non con i nostri occhi pieni di passioni.
E mi parla dei frequenti e fraterni incontri che ha con tre rappresentanti dell’islam nella sua città, che condannano tutti decisamente il terrorismo islamico, in privato con lui, ma non in pubblico. A questi amici ha posto questa domanda: «L’umanità potrà essere una sola famiglia?». Nell’incontro del mese seguentei tre hanno risposto.
Il primo che risponde è molto fedele al Corano, ma come lo interpreta lui. Dice per esempio: «Ormai siamo amici, ma non potrei darti la mano, perché sei un cristiano, un miscredente. E poi, poveretto, non potrai salvarti! Dio vuole solo credenti nell’Islam. Gli altri sono esclusi dalla convivenza umana. L’umanità non potrà mai essere una sola famiglia, lo proibisce il Corano!».
Il secondo, o meglio la seconda, è una donna e un po’ più aperta ad accettare il dialogo con appartenenti ad altre culture e religioni. Spesso racconta le difficoltà della convivenza anche all’interno del suo ambiente musulmano e della sua stessa famiglia. In realtà lei nota un moltiplicarsi di posizioni sempre più differenziate all’interno degli stessi musulmani, uno spirito e uno sguardo di giudizio, quasi di controllo sulla fedeltà degli altri alle tradizioni e pratiche di preghiera, ramadan, elemosina e doni cultuali, portamento del velo, eccetera. Questo è dovuto a un certo indottrinamento da parte di persone venute da altri paesi.
Il missionario aggiunge: «Infatti io vedo crescere il razzismo nei confronti di persone di colore diverso e di religione diversa, un crescendo di secolarismo e di comportamenti di ipocrisia anche in persone semplici, che non sono mai state così».
La signora risponde decisamente: «Oggi è impossibile che l’umanità diventi una sola famiglia, non siamo uniti nemmeno noi musulmani e temo che ci divideremo sempre più, vedendo dove porta un certo modo radicale ed estremista di vivere l’islam!».
Il terzo è un professore che negli incontri mantiene il ruolo di ascolto rispettoso e spesso concilia e avvicina le posizioni divergenti. Legge molto e ama informarsi ed estendere le sue conoscenze. La sua risposta è questa: «La cosa va studiata. Anche all’interno dell’Islam, ci sono persone che si impegnano alla convivenza rispettosa con i non musulmani, atteggiamento che suscita divisioni fra noi. Non mi sento di prevedere il futuro, che comunque è sempre nelle mani di Allah».
«Le tre risposte – conclude il missionario – mostrano che all’interno del mondo musulmano le divergenze possono aiutare a una riflessione più profonda sull’islam, alla rilettura dello stesso Corano e all’ascolto rispettoso delle altre esperienze religiose. E capisco meglio il mio servizio di accompagnamento nell’ascolto reciproco, nella riflessione e nello scambio di esperienze e di valori».
Il missionario, vivendo in paese islamico, leggendo anche la stampa locale e frequentando molti musulmani, anche persone autorevoli in campo religioso-culturale, è convinto che il terrorismo islamico è certamente contro l’Occidente cristiano («ma voi siete sempre meno cristiani!», mi dice), ma è ancora più convinto che la battaglia finale sarà tra musulmani violenti e intolleranti e musulmani veramente amanti della pace e della convivenza tra popoli di diversa religione e cultura.
La soluzione del terrorismo islamico non verrà quindi, secondo lui, dalla guerra dell’Occidente contro l’islam e dal rifiuto dei musulmani come tali, ma dal dialogo e dall’appoggio e sostegno delle iniziative che nascono nell’islam, contrarie alla “guerra per Dio”. Un conto è “fermare l’ingiusto aggressore”, un altro è dimenticare che l’islam è una grande e nobile religione (è un discorso che va approfondito) e condannare tutti i musulmani come nemici dell’Occidente. Questa mentalità, se si diffonde anche fra noi cristiani, porta inevitabilmente alla guerra totale, mondiale, che non avrà né vinti né vincitori.
tratto dal blog di padre Piero Gheddo
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L’unico vero nemico (di cristiani e musulmani) è il peccato (e Satana). Quando saremo convinti di questo, allora non ci saranno più nemici (umani), e ci sarà un unico obiettivo, la sottomissione al Dio misericordioso, che è Dio, Gesù Cristo, alleluia!
Cisco,
Di contraddizioni più o meno apparenti ce ne sono anche nella Bibbia, così come ci sono interpretazioni anche contrapposte della stessa da parte delle confessioni che si rifanno a essa.
Il punto era la veridicità della frase “Violenza e l’intolleranza affondano le proprie radici direttamente nel Corano”, che anche tu contesti con la tua ultima citazione.
@Anonimo
Purtroppo non si può contestare in generale che “la violenza e l’intolleranza affondano le proprie radici direttamente nel Corano”, perché leggendo alcune sure così parrebbe. Quindi è sempre un problema specifico di interpretazione, cioè di scegliere quelle parti coerenti tra loro per dargli un significato compiuto contestualizzando le altre. E’ come l’interpretazione – mutatis mutandis – della frase evangelica di Mt 18: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”, da cui i cattolici fanno discendere il Primato di Pietro e gli altri cristiani un bel nulla, nonostante apparentemente sia chiara. Per questo più che di violenza/non violenza del Corano occorre fare riferimento alle comunità musulmane in carne ed ossa, par capire quali siano o non siano fondamentaliste.
Capire che cosa, Cisco? A giudicare da come pensa di capire e giudicare me, non molto. Non è facile capire, per es., quali comunità siano fondamentaliste e quali no; e questo vale anche per i singoli musulmani, che possono mettere a rischio la testa del prossimo e la pace di tutti. In ogni caso, il Corano autorizza a mentire ai non islamici, a dissimulare, a ingannarli ogni volta che questo serva alla causa dell’Islam e alla sicurezza e prosperità dei fedeli (taqyya: non è stato così accorto l’imam che, nei giardini vaticani, chiamato a pregare, invoca Allah perché aiuti i suoi fedeli a distruggere i nemici dell’Islam): a starsene tranquilli quando i musulmani non sono in condizione di imporsi, ma a colpire quando il numero e la situazione sono dalla loro parte.
Detto questo, è consentito, comunque, ai non fondamentalisti islamici, venire in Occidente e piano piano, come sta avvenendo – per il momento, pacificamente – stravolgerne l’identità culturale, civile, demografica? In ogni caso, siamo obbligati a accettare l’ondata migratoria che, stando a documenti O.N.U., dovrebbe rimpiazzare i “vecchi europei” con i “nuovi”, fissava in 159 milioni e rotti immigrati entro il 2030 il fabbisogno per un “ricambio” di popolazione? E a parte la Bibbia e il Corano (e la “sete di potere” cara a Cisco per evitare di prendersela con le comunità islamiche fondamentaliste “in carne e ossa” come scrive lui, forse, pensando, alla carne e alle ossa che questi islamici fanno a pezzi), perché non leggere anche i documenti raccolti in “Eurabia” da Bat Ye’Or, documenti in cui è sancito che l’Ue, in cambio del petrolio, si impegna ad accogliere immigrati dai Paesi arabi e di riscrivere i libri di storia in tutte le scuole di ogni ordine e grado europee in modo filo-islamico?
Che tutto questo – e altro – avvenga, è un dato di fatto. In confronto a questi processi, il dissenso sulle interpretazioni di Bibbia e Corano è un esercizio accademico. Il dialogo, in queste condizioni, è un modo per sfoggi di retorica.. Ci sono leggi, regole, modi di vivere, tradizioni, perfino, da noi, questa non è terra di nessuno: se non piacciono, queste cose, che succede? Abbiamo il diritto o no, come cittadini non ultimi o penultimi arrivati di questo Paese, di stabilire chi può entrare e chi no?
sull’ondata migratoria mi piacerebbe sapere raider cosa bisognerebbe fare. se non li fermiamo vengono, se li fermiamo vengono. anche fermandoli ora tra pochi decenni, uno o due, la popolazione europea calerà molto e per loro sarà facile venire qua. anzi forse sarà loro richiesto visto che quanti sono già qui saranno maggioranza o quasi. a prescindere da altro (=che tutto ciò pare orchestrato) cosa bisogna fare? io credo occorra chiedersi in primis perchè nelle nostre terre loro crescono di numero mentre noi no cioè caliamo. chiedersi significa trovare ed eliminare le cause. tutte. altrimenti è solo un bel chiacchierare senza fare un fico secco. continuando così tanto prima o poi loro comanderanno in europa.
Caro Mike, la ringrazio perché lei, anziché confondersi col cardinale Biffi o qualcuno anche più su e espellermi dalla comunione ecclesiale, facendo di me, addirittura, un nemico della Chiesa, mi pone gli stessi interrogativi che anch’io, come tanti altri, ci siamo posti. Che si può e si deve fare? Se mi permette di risponderle senza pretendere che in un breve spazio – e io me ne prendo già tanto quando intervengo – possa esporre una proposta in tutti i dettagli, io direi, come prima cosa, che non si può, anzi non si deve rinunciare al rispetto dei propri confini nazionali. La difesa del propri territorio avviene in tutti i Paesi del mondo, ma non in un’Italia che è anche per questo lo zimbello di tutti coloro che ci rispediscono indietro i clandestini dicendoci, se va bene per trattarci una volta di più da idioti, “arrangiatevi.”
Quindi, si possono respingere gli immigrati utilizzando anche le rilevazioni dei satelliti per sapere da quale porto arrivano: e se c’è chi, per interessi materiali o di altro genere, viola la legalità internazionale e le nostre leggi, allora, una volta tanto, la nostra Marina Militare interverrà per fare rispettare la legalità violata, sparando addosso a pirati e autorità improvvisate e autonominatesi tali di sceicchi, emiri e Stati che speculano sull’immigrazione. Certo, la paura di tanti è che le reazioni, anche a casa nostra, all’uso giusto della forza per impedire un’invasione da noi stessi foraggiata, possano essere quelle di cui abbiamo avuto qualche assaggio nell’Occidente e non solo. Ma se rinunciamo a difendere le frontiere esterne, questa frontiera e questo fronte ce lo ritroveremo all’interno, prima o poi: e mi pare che già ci siamo, tanto è vero che, per molta brava gente, è meglio fare finta di nulla e prendersela con chi, come me, constata la realtà dei fatti.
Non è che soccombere a un’islamizzazione soft sia tanto più bello che provare a fermarla: perché a questo stiamo andando incontro. Siccome il dialogo non arresta un nel nulla, né l’immigrazione né il fondamentalismo strisciante e conclamato, è inutile fingere che la colpa sia nostra perché siamo introversi e non abbastanza loquaci o dei musulmani a disagio a parlare dei fatti loro. Ai moderati islamici, se esistono davvero e non per per qualche comparsata televisiva, si dovrebbe dire chiaro e tondo che non gli daremo mai la cittadinanza. Possono stare qua e lavorare, se il lavoro c’è e essere trattati con tutte le garanzie di legge e i diritti riconosciuti dalla legge: ma di cittadinanza, neanche parlarne. Queste sono alcune, le prima delle cose da fare.
@Raider
Quindi, cristianissimo Raider, se ho capito bene:
– il dialogo che ha per obiettivo l’evangelizzazione (cioè l’autentico dialogo) non serve
– i musulmani moderati possono essere individuati (ma non era accademia?), e persino invitati a lavorare, purché non si permettano di chiedere la cittadinanza
Dal che mi permetto di evincere – senza bisogno di scomodare il card. Biffi, che senz’altro ha di meglio da fare – che lei ritiene che i battezzati possano fregarsene della propria vocazione missionaria, sia quella naturale che quella ad gentes: tanto non li ascolta nessuno. Insomma, il sacramento del Battesimo e della Confermazione sono trovate buoniste che non devono trovare cittadinanza, esattamente come musulmani.
Mi sono trovato a polemizzare anche con altri,qui, anche molto più distanti dal mio modo di pensare, ma non da quello di intendere il rispetto del prossimo; nessuno ha raggiunto il suo livello di inciviltà, di ottusità e di faziosità velenosa, egregio Cisco, che, dall’alto del suo magistero di non so che genere, rilascia, prendendosi sul serio, patenti di ostilità verso la Chiesa con la stessa facilità con cui, prendendo sul serio anche l’ironia che si attribuisce, affibbia qualifiche di segno opposto.
Io non ho mai portato la polemica sul piano personale; ho sempre cercato di controbbattere sul piano delle idee; se non mi sono sempre attenuto a questa regola, non è stato volutamente; e comunque, quando ho chiamato in causa qualcuno, ho sempre esposto le ragioni per cui lo facevo, senza lanciare anatemi né demonizzare chicchessia né esigere autodafé, come fa lei.
Non avrei motivo di replicare a un Cisco che dimostra di non capire quello che legge – solo alcune cose e non altre, peraltro; ma senza che, con questo, Cisco mostri di capire meglio quelle meno meritevoli delle sue espressioni di biasimo – così come non sa dare conto di quello che scrive esprimendo giudizi sugli altri, di cui gli coloro che gratifica con una presunzione che accompagna Cisco passo per passo (ricorda? “Ci saranno altre ragioni”, siccome a Cisco non ne veniva in mente neppure una), sono in grado di verificare meglio di lui la fondatezza.
Se rispondo a Cisco è per rispetto verso chi potrebbe leggere questi post e potrebbe pensare, per una ragione sbagliata o l’altra, che Cisco rappresenti un’autorità spirituale per cui Cisco potrà scomodare chi vuole quando vuole e se vuole e insomma, appunto, gli fa comodo, ma che non impedisce a me di essere di opinione diversa anche da quella di un cardinale in una materia – che non è la vocazione missionaria – in cui le opinioni dei cardinali valgono quanto quelle di chiunque altro. Ma non lascio decidere a Cisco in merito a cosa rispondergli: Cisco non ha risposto alle domande che gli sono state poste da me nel merito di questioni precise e non di carattere personale. D’altra parte, con l’esercizio abusivo e diversamente dalle ong, del tutto gratuito della professione di carità, Cisco non potrebbe aspettarsi alcuna risposta.
Mi limiterò soltanto a rilevare che fa osservazioni che non hanno nulla che fare con l’argomento; e per giunta, per farmi dire le cose che lui immagina io abbia detto o possa dire. Io ribadisco, al cardinale Biffi e a chi la pensa come il cardinale Biffi, che non avrebbe senso chiedere agli immigrati musulmani se si considerano moderati, dialoganti e miti di cuore o disposti a farsi esplodere con una cintura di dinamite per scatenare il terrore da noi; che, se si dovesse essere tanto dabbene, più che buonisti, nessun musulmano sarebbe così dabbene da dirci cose diverse da quelle che vogliamo sentirci dire; che, se anche mettessimo come discriminante la fede, assisteremmo a una conversione di massa al Cristianesimo o a una diffusione di agnosticismo e ateismo, che non ci garantirebbero sulla autenticità delle stesse né di un ritorno, in tempi più o meno rapidi, alla “religione naturale dell’umanità” che è tale anche per gli islamici dialoganti, nonché urlanti in piazza solo contro Israele e contro l’Occidente.
@Raider
Gentile Raider, suvvia non sia permaloso, un pò di ironia fa bene.
Guardi, io ho citato il Concilio Vaticano II e i papi (oltre al povero card. Biffi), proprio perché ho avuto l’umiltà di rimettermi a chi è più autorevole di me. Invece mi pare che lei l’abbia presa sul personale. Non so peraltro dove lei abbia trovato la frase (di Biffi?) che lei critica scrivendo che “non avrebbe senso chiedere agli immigrati musulmani se si considerano moderati, dialoganti e miti di cuore o disposti a farsi esplodere con una cintura di dinamite per scatenare il terrore da noi;”. Ma chi ha detto una frase del genere? Non penso che il card. Biffi sostenga una stupidaggine del genere, cioè che per capire se un musulmano è moderato o meno glielo si debba chiedere! Tantomeno io, che sostengo l’esperienza diretta della conoscenza personale quale criterio, e nel frattempo non vorrei neanche mezzo musulmano in più!
Comunque Raider, se si è perso la risposta sul’Eritrea (ricorda? “Ci saranno altre ragioni”…) è perché era nell’altro post, quello più in alto.
Forse le è sfuggito. Buona lettura e buona notte.
Lei la mette sul piano personale, ma non è in discussione se sono e quanto permaloso io sia e se, nel caso, il carattere avesse tutte le ragioni di fare la parte che gli spetta. Lei mi ha accusato di una cosa del tutto (per usare un termine modesto) errata e come io, suscettibile quanto posso sembrarle, non mi sarei permesso con nessuno e di cui, nel caso, mi sarei scusato. A coloro con cui (anche qui) polemizzo non ho mai fatto rilievi sul carattere (non so neppure che faccia abbiano e anche per questo, dò del lei a tutti), né, come vedo fare altri, sulle scelte di vita (tanto più se non le approvo: poi, che gli altri pensano e vivano in coerenza o no con quello che dicono di pensare e con maggiore o minore coerenza di me, non mi interessa, finché non tocca chi è più vulnerabile).
Mi sono perso, vero, il post precedente da lei inviato, che ho appena letto e in cui solo ora (solo ora) constato che lei risponde a una (una: non ad altre) questioni che le ho posto a suo tempo: e trovo la risposta ugualmente insufficiente e anzi, inconsistente, chi ha lavorato e vissuto per anni in Eritrea sa che, servizio di leva o no, gli eritrei vogliono venire a stare qua, a prescindere da età, sesso, religione e etnia. Quelli con cui ho parlato qui, ragazzi piuttosto tranquilli e soddisfatti della nostra accoglienza e senza bisogno di drammi da lacrime e sangue e rancio e fureria e popolo, vestiti meglio di tanti loro coetanei di qui, con telefonini con cui spediscono immagini sorridenti, con cuffie e Nike ai piedi perché quelli rimasti a casa sappiano quanto è bello stare in Italia, tanto che gli spediscono buona parte degli euro che vengono dati ogni giorno in modo che amici e parenti li raggiungano al più presto, mi hanno detto che a loro, francamente, non importa nulla, Chiesa, religione, legge, guerra e pace, non torneranno più indietro.
Indietro, invece, ce li rimandano gli altri Paesi Ue: e dopo aver annunciato che i barconi saranno distrutti, quella testa fina e finita di Alfano emana circolari in cui raccomanda ai Prefetti di prendere le impronte digitali a tutti gli immigrati, per dire quali sono le impronte digitali delle mani in cui siamo a lei che se la prende con me in termini e toni inaccettabili. E d’accordo con Renzi, hanno nel programma di governo lo jus soli: ma Renzi ha spiegato che non sarà uno jus soli “automatico”, perché occorrerà fare un percorso scolastico e compiere diciotto anni: che è quello che succede oggi, ma, sempre nella politica Renzie/Alfie/Sekfie degli annunci, il suo effetto lo farà, specie se la Kyenge farà da ragazza-immagine: l’Italia diventerà la sala-parto dell’Africa da nord a sud e del medio Oriente e conterà di colpo qualche centinaio di milioni di abitato, in ottemperanza ai programmi onusian-eurocratici (legga pure quelli) delegati ai nostri governi-fantoccio.
Il conflitto di interessi, nel caso delle ong, ha un’incidenza politica, oltre che economica, che fa dei professionisti del settore i paladini interessati dell’immigrazione come valore ideologico in sé e della rinuncia alla sovranità sui confini come valore costituzionale per sé. Non posso dire di più, qui, perché è un argomento tabù; ma quanto alla gestione dei fondi per la solidarietà, i precedenti sono quelli che sono: tali da non ispirare molta fiducia, diciamo pure. Dopodiché, se il Cardinale Biffi non intendeva quello che anche altri come me hanno capito, vorrei capire che intendeva, il dialogo amichevole si può fare anche stando ognuno a casa propria o dove i cristiani erano e non sono più minoranza: e noi li prendiamo qua tutti, cristiani, yazidi, sciiti, sunniti, uno può dire quello che vuole, come si fa a stabilire certe cose? Quello che è sicuro è che vogliono venire qua in Italia, non andare nemmeno di passaggio a Malta o a Cipro; dicono che non vogliono tornare più da dove sono venuti, anche se l’Isis fosse fatto a pezzi domani. E quindi, anche sconfitti, i musulmani violenti vincono lo steso: in casa e fuori casa.
Sarebbe lungo soffermarsi qui sui documenti vaticani. Sul modo in cui questi documenti sono stati intesi da molti cristiani e soprattutto, dai musulmani, specie nell’odierno contesto, i fatti parlano chiaro. Chiaro come, per es., i documenti Ue-petrolieri arabi pubblicati in “Eurabia” da Bat Ye’or; per evitare di dare quelli che potrebbero sembrare consigli di lettura, mi limito a suggerirle, nel caso non l’avesse fatto (le cose che lei afferma mi fanno ritenere di no), le suggerisco la lettura del libro di Jacques Ellul, “Islam e Cristianesimo – una parentela impossibile”, della Lindau.
Mi limito a questo e non le dico “buonanotte” perché sento che ha bisogno di un’esortazione a svegliarsi dal sonno dogmatico del dialogo che vede bene a che punto siamo. (Filomena che sciorina come un bollettino di vittoria la percentuale degli inglesi autoctoni a Londra, scesa dal 55% al 45& in dieci anni, mentre sono in ascesa le percentuali delle masse migranti, insieme alla percentuale di tribunali coranici, matrimoni poligamici, l’inglese come seconda lingua con cui continuare un dialogo fra musulmani.)
Spero la Redazione pubblichi il mio ultimo post a Cisco.
le rispondo raider, mi sembra doveroso.
sul difendere i nostri confini nazionali sono d’accordo. essi vanno difesi impedendo che illegittimamente gente di altri paesi entrino in territorio italiano.
sui musulmani moderati moderati beh il discorso è più articolato. ce ne saranno pure mica lo nego, ma è che anche facendoli entrare non si affronta un problema nostro ossia l’imminente collasso demografico. che sarà accentuato dal fatto che loro sono più prolifici di noi. basta osservare: le loro donne spesso/sempre hanno bambini a fianco, da noi non è così. non è essere maschilista infatti dico anche che le loro coppie almeno un bimbo ce l’hanno le nostre no non sempre cioè di rado. facendo entrare questa gente tra pochi anni, come moriranno i 60 enni e 70 enni, saremo noi minoranza o quasi. anche se loro sono quelli bravi, moderati. in ogni caso avremo un’altra cultura a fianco a noi, meglio e più simile alla nostra di quelle estremo orientali, ma pur sempre altra. è questa la cosa cui occorre dare attenzione. vogliamo o no salvare la nostra cultura? tanto loro vogliono salvaguardare la loro, e senza capirlo lo fanno infatti sono prolifici. sarà squallido ma le civiltà sono anche questione di numeri.
in italia pare che non si possa dire esplicitamente quali sono i problemi che impediscono di non far collassare demograficamente, cioè non tutti, sennò qualche anticattolico si arrabbia e dice di guardarsi allo specchio. per me la cosa dovrebbe farla chiunque, se la mettiamo in questi termini.
La ringrazio per il “doveroso”, Mike: solo, una domanda: che vuol dire, con “doveroso”, che avrebbe fatto a meno di questa cortesia? Penso di no. Fra l’altro, mi pare, con qualche distinguo, che lei sia d’accordo con me su molte cose. E non le ho detto tutto quello che si potrebbe fare, se ci fosse una volontà politica che non c’è; e che, a ogni buon conto, è resa superflua da un’azione di svuotamento della democrazia rappresentativa che è di tutta evidenza.
Le ho risposto, Mike, ma niente post, per ora. Per ragioni di spazio, comunque, solo qualche proposta: giusta o sbagliata che possa sembrarle, la prego di tenere conto che si tratta di qualcosa di concreto, non di un pestare acqua nel mortaio a via di parole come continuazione del dialogo per non concludere niente.
@Raider
Provi a raccontare a chi ha avuto parenti ammazzati dal’ISIS se è la stessa cosa avere a che fare con i fondamentalisti o con chi da essi li difende: è facilissimo distinguerli, come per esempio sta avvenendo nel Kurdistan iracheno. Oppure secondo lei anche i curdi che rischiano la vita dissimulano, quasi fosse un orgasmo? Certamente avranno anche il loro interesse, ma sta di fatto che stanno proteggendo i cristiani, altro che dissimulazioni! Il fatto che il Corano autorizzi a dissimulare non significa che tutti lo facciano. Qui non stiamo parlando (solo) di politica immigratoria, ma di convivenza tra cristiani e musulmani dove questi sono già nelle nostre società occidentali (e pure cittadini) oppure dove – come in Medio Oriente – convivono da secoli. Forse le sfugge che si sono convertiti all’Islam anche cittadini occidentali, nati e cresciuti tra di noi, e sono tra i più fondamentalisti: quindi cosa ce ne facciamo di stabilire chi può entrare e chi no, se i nemici ce li abbiamo in casa?
Cisco, le assicuro che non mi sfugge nulla, perlomeno, di quello che lei teme io possa essermi perso; semmai, sfugge a lei quello che io ripeto da tempo anche qui, siamo stati così superficialmente buoni, ovvero, egoisti in piccolo, per il nostro orizzonte immediato (potrei citarle una efficacissima, ma volgarissima espressione delle mie parti per farle capire come il disinteresse possa avere un raggio cortissimo, quello del proprio posteriore, al di là del quale ognuno può fare ciò che vuole), da spalancare le porte a tutti, sulla base di diktat internazionali e ideologismo migratorio, da Toni Negri (la “moltitudine” è il nuovo dio, ogni desiderio di essa è la sua religione assolutista, dogmatica dei diritti) alle ong che hanno interesse a che non gli manchi mai la materia prima. Potrebbero andare in loco a prestare opera volontaria: ci vadano!
Gli occidentali convertiti, se il potere vero non avesse criminalizzato, su disposizione delle potenze petrolifere islamiche e con la complicità delle Sinistre terzomondiste, l’Occidente e il Cristianesimo, blandendo appassionatamente “l’Islam religione di pace”, richiamo irresistibile dello stabbio, dell’ovile in vista della ghettizzazione dei cristiani anche da noi, jingle cui vedo sensibile anche lei, sarebbero una minoranza risibile com’era prima delle ondate migratorie e del lavaggio del cervello mediatico vigente. Lei è talmente schiavo del pregiudizio che la fa ritenere antropologicamente superiore o cristianamente migliore di uno come me (mi ha accusato di volere lasciare affondare i barconi: no, li si riporta indietro), che scopre ogni volta l’acqua fresca, in attesa di scoprire quando sarà troppo tardi quella calda: certo che non tutti i musulmani dissimulano! Ma non possiamo, appunto per questo, fidarci di quello che dicono.
Non chiedo nulla che, per es., l’Australia già non faccia: i barconi con indonesiani, indiani, bengalesi, pakistani, afghani, sudanesi e mozambicani (anche loro, pensi un po’!) sono stati riportati indietro, su un’isola a più di cento chilometri dalla costa più vicina. Ebbene, dopo qualche mese, i tentativi sono finiti. Noi dovremmo riportarli, mercé le foto satellitari, da dove sono partiti: e se la legalità internazionale non è un trastullo vano e le nostre leggi non valgono solo per essere usate contro di noi e le nostre forze armate non sono semplice personale di bordo per crociere di piccolo cabotaggio, sceicchi e emiri autoproclamatisi, pirati e scafisti dovrebbero vedersela con i nostri cannoni.
Invece, come le ho scritto sopra, si sa cosa sta facendo e vuole fare Renzi: se non vogliamo peggiorare le cose e se non vogliamo che i clandestini che non troveranno da mangiare, finiti i fondi per l’accoglienza, passino ad assaltare i forni, per dirla con Manzoni, occorre praticare i respingimenti, ripristinare il reato di immigrazione clandestina, non concedere la cittadinanza agli immigrati e non parlare neppure per babbiare di jus soli.
non condivido l’idea del missionario cattolico che la battaglia finale sarà tra musulmani violenti e non violenti, nè che per abbattere il terrorismo basti puntare sugli aspetti buoni dell’islam. i quali ci saranno pure ma il punto è un altro. l’isis viene dall’occidente, è creazione occidentale per distruggere l’islam e per fare pulizia religiosa (anti-cristiana) nel mondo islamico. da noi usano leggi ad hoc, nell’islam l’isis ossia la violenza la quale la si usa anche in certi paesi come il pakistan dove l’isis non c’è. poi dire isis è come dire boko haram ed al qaida. la stessa razza, la stessa pasta. i terroristi arabi sono i comunisti arabi, finanziati dall’occidente per cancellare in quelle loro terre i due principali monoteismi. è gente che odia la religione, sono comunisti appunto mascherati da musulmani. la prova chiara è che ci mettono poco ad uccidere musulmani e ad abbattere moschee. alla fine l’intervento USA sarà stato solo un contentino per l’opinione pubblica cattolica occidentale.
la battaglia finale già la si combatte ed è tra il monoteismo ed il laicismo occidentale. e come ha detto il papa è la terza guerra mondiale ma a capitoli.
Tipo Deuteronomio 17:2; Esodo, 21:20-21; Marco, 7:10; Deuteronomio
7:5; Matteo, 10:35-36; Esodo 22:18-20; Ezechiele, 23:45-47; Re, 15:16; Numeri
25:3; Numeri 25:5 ecc.
Li ho citati proprio come ha fatto il primo commentatore. E a chi dice che sono soprattutto del Vecchio Testamento e che quindi sono stati “cancellati” dal nuovo: Matteo 5:17.
Avevo inviato un post in cui rispondevo a Anonimo, ma non ne vedo traccia. Comunque, sperando che questo post abbia migliore fortuna, ribadisco che nella Bibbia si troveranno esortazioni alla guerra, ma per ragioni di sopravvivenza nella lotta contro popoli che vogliono distruggere o sottomettere Israele, mentre non si troveranno mai inviti a distruggere o sottomettere e neppure a convertire gli infedeli, Tutte le citazioni addotte non hanno, quindi, nulla a che fare con il messaggio che si vorrebbe fare passare e cioè, che gli islamici, oh poveretti, non sono chiamati alla guerra santa più degli altri. Le pagine scelte per falsificare religione e storia sceglietele meglio. Che gli islamici e il loro Califfato abbiano sempre tentato, per restare a noi, di conquistare l’Europa, in una guerra protrattasi per secoli da Occidente, la Spagna, a Oriente, i Balcani, è scritto nei libri di storia, è storia, che parla in modo inequivocabile.
Voler ammettere, per es., la Turchia nell’Ue, solo perché rimane un lembo di Europa come estremo residuo di un tentativo di espansione secolare e si conquista dell’Europa, è una cosa inaccettabile. I Turchi si sono europeizzati e ci stanno ripensando, con Erdogan e l’Akp: ma non è che siccome sono occidentalizzati grazie alle maniere forti di Ataturk (e fate un confronto fra i loro cugini del Turkmenistan, da cui provengono e i Turchi anatolici: sfido che sembrano europei e non asiatici, questi ultimi, che per secoli hanno razziato le ragazze più belle dell’Ucraina, della Russia, della pensiola blacanica e di quella iberica, della Spagna e dell’Italia: Maometto II aveva i capelli rossi perché le favorite dei loro progenitori erano ragazze occidentali) vuol dire che hanno contribuito all’identità europea. A questo titolo, mezzo mondo dovrebbe essere ammesso nell’Ue. Se ai turchi fosse riuscito di vincere a Vienna e a Zenta, a quest’ora noi vivremmo nelle condizioni miserabili in cui l’Impero ottomano si è trascinato fino al Novecento, una volta esaurita la spinta bellica che gli permetteva di annettersi territori economicamente fiorenti e non potendo contare su una borghesia cristiana o ebraica istruita come personale amministrativo, vista come nemica dalle masse islamiche ignoranti e fanatizzate.
Comunque, questo è solo un esempio dei paradossi in cui ci si impegola quando si procede in maniera da mettere tutto nel mucchio. Quella dell’Islam religione di pace, con un profeta che si arma e scatena la guerra e i suoi successori che si armano e vanno a conquistare il Medio Oriente, il Nord Africa, le Persia, l’Afghanistan, l’India, l’Asia centrale, l’Europa meridionale, è una balla colossale. Con le armi in pugno o con un’invasione programmata dell’Occidente, il compito di conquistare, sottomettere gli infedeli e realizzare il Califfato mondiale è sotto gli occhi di tutti. E quello che succede in Londonistan e altrove in Europa lo dimostra in modo chiarissimo,
“nella Bibbia si troveranno esortazioni alla guerra, ma per ragioni di sopravvivenza nella lotta contro popoli che vogliono distruggere o sottomettere Israele, mentre non si troveranno mai inviti a distruggere o sottomettere e neppure a convertire gli infedeli”
Nessun invito a distruggere o sottomettere?
Deuteronomio 7:16 “Sterminerai dunque tutti i popoli che il SIGNORE, il tuo Dio, sta per dare in tuo potere; il tuo occhio non si impietosisca, e non servire i loro dèi, perché ciò sarebbe per te un’insidia.”
Deuteronomio 20:10 “10 Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se acconsente alla pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e soggetto. Ma se essa non vuole far pace con te e ti vuole fare guerra, allora l’assedierai; e quando il SIGNORE, il tuo Dio, l’avrà data nelle tue mani, ne passerai a fil di spada tutti gli uomini”
Numeri 25:5 “Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ciascuno di voi uccida quelli dei suoi uomini che si sono uniti a Baal-Peor»”
Luca 19:27 “E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”
@Anonimo
Il Vecchio Testamento non è stato abolito, ma il nuovo gli ha dato “compimento”, come dice appunto Mt 5:17. Infatti prima si poteva divorziare, dopo no. Il fatto è che le principali confessioni cristiane (cattolicesimo, ortodossia, anglicanesimo) hanno delle autorità riconosciute, che interpretano “correttamente” la scritture. Mentre l’Islam no, è molto più frammentato, paragonabile al mondo evangelico e protestante. Il principio teologico della presunta “non interpetabilità” o “immutabilità” del Corano è storicamente falso, sia perché il Corano è stato scritto quando ancora l’arabo non aveva punteggiatura (e infatti ne esistono diverse versioni), sia perché di fatto esistono non solo sciiti e sunniti, ma anche diverse scuole coraniche che lo interpetano in maniera diversa, anche se dal loro punto di vista non ammetteranno mai che la propria sia una interpretazione arbitraria e non la vera voce di Allah (Tafsir). Inoltre senza esegesi non si capirebbe neanche come possano stare insieme le sure meccane e quelle medinesi, spesso in contraddizione tra loro. Per esempio ci sono anche versetti favorevoie ai cristiani e agli ebrei: «In verità coloro che credono, siano essi Giudei, Cristiani o Sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti.» (Corano, Sura 2, vv. 62)
“Violenza e l’intolleranza affondano le proprie radici direttamente nel Corano (Sura 4:56, 5;33, 2:191, ecc.)”
Si possono citare anche decine di versetti dalla Bibbia a sostegno della violenza nel Cristianesimo.
Decine, soprattutto nel Vangelo, tipo “porgi l’altra guancia” o qualcosa del genere…
Nella Bibbia, si tratta di nemici d’Israele per una lotta di sopravvivenza, da nessuna parte nella Bibbia leggerà che gli infedeli vanno annientati o sottomessi. So bene che esistono correnti ebraiche, però, ereticali e non da oggi, ma da sempre, che parlano del popolo eletto da Dio pressappoco nei termini in cui Hitler della razza ariana. L’ebraismo talmudico, il sabbatianesimo e il frankelismo sono altra cosa dalla Bibbia: e sono altra cosa dal Cristianesimo. Quindi, le pagine scelte per fare polemiche assurde sceglietele meglio. Corano non Corano, l’obbligo di diffondere l’Islam è un retaggio culturale da sempre: i missionari sono quei moderati islamici che usano le nostre leggi per instaurare la sharya, come avviene con gli esempi addotti anche da “Tempi”: e se ne potrebbero fare altri, che non giungono alle pagine dei giornali e delle inchieste televisive perché, di fatto, vige un regime politicamente corretto che preferisce oscurare notizie non in linea con le direttive emanate in conformità ai documenti con cui l’Ue accetta le condizioni imposte dai signori arabi del petrolio e ora, della finanza globale. Che si sono accaparrati l’Alitalia e la prima cosa che hanno fatto è stata cancellare dalle rotte dell’ex compagnia di bandiera italiana gli aeroporti della mia Sicilia, mentre desertificano la nostra agricoltura subissandoci – grazie all’Ue e a Renzi e a Alfano – di carciofi egiziani, agrumi del Marocco e pomodorini dell’Algeria.
Concordo con Anonimo.
l’Islam vuole la rivincita dell 11 settembre 1683 quando 60.000 soldati cristiani annientarono 300.000 tagliagole mussulmani alle porte di Vienna, In quanto all’Islam moderato, come viene evocato fino alla nausea, credo che non esista in quanto mantiene un rigoroso silenzio e non condanna ufficialmente i tagliagole, quindi chi tace acconsente
Comunque i problemi gravi per noi sono 2:
1) 1000 islamici al giorno che entrano
2) la sinistra che favorisce tale invasione e che ha causato l’attuale crisi economica e morale
Chissenefrega di quello che dicono in privato.
In privato possono anche dire che Maometto è un testimone di Geova tanto è privato.
Quel che preoccupa è quello che NON dicono in pubblico, segno che NON sono liberi di esprimersi senza temere ritorsioni.
Convochino i loro “sinodi” e si inventino quello che vogliono.
Tanto il corano conta già 10 letture diverse e quando iniziarono a trascriverlo la lingua araba scritta non era ben codificata.
Se vogliono inventarsi qualcosa per renderlo “decente” hanno i margini per farlo: in fondo si parla di religione, non di scienza esatta.
Voi vi preoccupate dell’islam, io mi preoccupo di una società occidentale frantumata dalle lotte culturali e legali condotte dalla massoneria contro il cristianesimo. Quando la Chiesa si sveglierà, sarà tardi.
Mi sembra logico ed evidente che all’interno dell’Islam si stia combattendo (almeno) una feroce guerra, e anche molto più sanguinosa di quella dei fondamentalisti contro l’Occidente. Lo dimostra anche il fatto che gli islamici dell’articolo possono condannare il fondamentalismo solo privatamente, rischiano grosso. L’omertà difende dai farabutti di ogni risma. Ma è chiaro che il problema di convivenza non dipende solo dalla violenza, ma anche da una diversa visione dell’uomo e della società, che nessuna (e quindi ciascuna) autorità islamica può purtroppo rivendicare.
Lei, Cisco, fa di tutto per restare nell’ambiguità, che è un brodo di coltura per gli islamici di tutte le sfumature, ma quelli messi a bollire siamo noi. La lotta interna al’Islam fa vittime anche da noi, l’Islam che fa paura ai moderati islamici, che non sembrano avere la stessa voglia di combattere per noi che solo noi dovremmo avere, è quello che attacca i moderati perché ce l’ha con noi, che traviamo dalla retta via i moderati; si ammazzano del dar-el-Islam come potranno fare, oggi domani, in Eurabia o Europistan, al momento opportuno; e le, Cisco, dà per scontata la convivenza, proibendo, come farebbe un islamico sia moderato che integralista, di dire “no” all’immigrazione, di chiudere le porte a un’invasione che ci mette in minoranza e ci annienta senza bisogno di combattere, intanto che si discute inutilmente. Ridotti a dhimmi, protetti in cambio di un pizzo monetario o migratorio e ideologico: questo accade già oggi. Possibile lei, Cisco, tanto sveglio quando si tratta di trovare tutte le giustificazioni agli islamici e tanto pronto a dare lezione di dialogo a chi non è d’accordo con lei, non se ne sia ancora accorto? Che fa, non sente neanche le bombe? Guai a offendere gli islamici con dodici vignette! Guai a dire “no” a nuove moschee! Guai a rifiutare altri arrivi di immigrati, islamici e non! Guai a non riconoscere che Maometto non era un profeta! Guai a negare potere di giurisdizione ai tribunali islamici! Guai!
Perché? Che domande! Perché tutta la brava gente che è arrivata qui potrebbe mettere a ferro e fuoco le nostre città! Siamo già ricattati: se poco poco dico qualcosa che non garba agli amici dell’Isis o dell’Islam o dell’immigrazione, chi mi garantisce che non sarò minacciato o peggio? Alfano? Renzi? Lei? Io non mi lascio intimidire, non m’importa nulla delle minacce islamiche, non rinuncio a una libertà di pensiero e di parola per cui in tanti hanno combattuto e per cui combatterò anch’io: ma vedo che ci sono tanti altri che se la fanno sotto da un pezzo. Già. E se cominciano a seminare bombe? Se fanno come gli dicono i loro sceicchi e cominciano a ammazzare chi capita capita? Ecco le “nobili” ragioni per cui fare finta di niente e subire tutto, finché questo gli basterà. E chi dobbiamo ringraziare per tutto questo “arricchimento culturale”? L’O.N.U., l’Ue, una Chiesa che sta svendendo tutto all’O.N.U. e al “dialogo” con chi ci prende in giro in alternativa al massacrare cristiani e non cristiani, la Sinistra, le ong che speculano su questo business… E Cisco e chi la pensa come Cisco.
@Raider
Gentile Raider, non capisco dove abbia letto che io sarei favorevole all’immigrazione islamica.
Ho capito che la chiesa a lei non piace, ma io sono cattolico, che ci posso fare? Ho ribadito piu’ volte che la penso come il card. Biffi, cioè che occorre proprio limitare l’immigrazione islamica, con cui è difficile l’integrazione con i valori occidentali. E allo stesso tempo soccorrere chi è in pericolo senza chiedergli di che religione è (sul presunto “business delle ONG”, che non sono a scopo di lucro, meglio lasciar perdere). Il problema è che la convivenza tra cristiani e musulmani c’è anche in Oriente e dove opera questo missionario, dove non ci sono i valori occidentali, ci sono società strutturate in maniera completamente diversa dalla nostra. Quindi va cercato un modello diverso di convivenza, che comunque già oggi c’è anche senza “dhimmitudine”. L’obiettivo dei missionari è quello di evangelizzare, cosa che non possono fare con la spada, proprio perché sono cattolici e non islamici fondamentalisti. L’unica possibilità che abbiamo è cercare di usare la ragione nel dialogo con loro, come insegna BXVI, e sperare nella loro conversione. L’alternativa è fare un genocidio.
La tesi secondo cui l’islam fondamentalista ce l’ha con noi perché traviamo gli islamici moderati dalla retta via mi sembra curiosa. Io penso invece che la sete di potere vale per ogni uomo, che poi può trovare i pretesti che vuole.
@Raider
Capisco che lei non ami la Chiesa, ma non si può tacciare di ambiguità la posizione, che io condivido in pieno, di menti lucidissime del mondo cattolico tradizionale, per esempio quella del card. Biffi, che distingue tra politica dell’immigrazione e carità cristiana:
“Io penso che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano come unica salvezza per l’uomo – e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.”
Quindi regolamentazione restrittiva dell’immigrazione islamica – per facilitare l’integrazione o almeno per non compromettere la nostra identità – e apertura verso colore che fuggono da situazioni di persecuzione:
“Di fronte a un uomo in difficoltà – quale che sia la sua razza, la sua cultura, la sua religione, la legalità della sua presenza – i discepoli di Gesù hanno il dovere di amarlo operosamente e di aiutarlo a misura delle loro concrete possibilità.”
Quanto alla polemica sulle ONG, che farebbero soldi approfittando della situazione, mi chiedo come possa avanzare una tale critica: il fatto che una ONG prenda soldi (d’altra parte senza soldi non esisterebbe nessuna organizzazione) non significa che una ONG operi con scopi di lucro. Quindi spero che lai abbia prove convinventi per l’accusa che sostiene.
Infine, riguardo alla sua idea secondo cui i fondamentalisti islamici attaccherebbero i moderati perchè traviati da noi occidentali è semplicemente falsa storicamente, dato che gli attacchi dei musulmani ai cristiani si contano già dal XVIII secolo. La verità è che la sete di potere oscura le menti dei criminali di ogni risma, che poi cercano di trovare giustificazioni accusando gli altri di ogni malefatta.
Egregio Cisco, lei sostiene di capire, ma dimostra di non avere capito affatto, perlomeno o tanto per gradire, quando esprime giudizi sul mio conto. Da cose presume che io sarei contro la Chiesa? Io critico, legittimamente, quei settori della Chiesa che, andando oltre l’ambito pastorale e dottrinale (in cui, ultimamente, sembra prender piede l’idea del “rompete le righe” e “tutti a casa”, un atteggiamento lassista e di appiattimento sulle linee di forza della società odierna), si pronunciano e anzi, autorizzano, con il paradigma, anzi, il dogma del dialogo, la resa pressoché incondizionata all’islamismo e all’immigrazione, se ne sarà reso conto, senza argini di alcun genere, senza limiti di numero e senza termini di tempo né di spazio. Gli effetti sulle società occidentali di tutto questo – per limitarci a questo, perché di questo e non della mia presunta ostilità verso la Chiesa si sta parlando – sono sotto gli occhi di tutti: e anche “Tempi” documenta alcune di queste trasformazioni in atto, sul piano demografico, sociale, culturale e a quanto pare, irreversibili, specie continuando a ragionare come fa lei accusando gli altri senza alcun motivo di essere contro la Chiesa. Lei può dire quello che vuole, però, è pregato di motivare accuse lanciate senza spiegarne la ragione.
Sulla stessa falsariga, Lei richiama contro ragioni umanitari che io non ho mai messo in discussione: poteva almeno dire dove e quando avrei sostenuto che occorra abbandonare al loro destino profughi e immigrati come, per es., dall’Eritrea: ricorda? Un sacerdote eritreo che li conosce meglio di lei e di me affermava che la ragione per cui lasciano il loro Paese è che il servizio militare dura troppo a lungo: quando gliel’ho fatto notare, lei, non trovando un’accusa come quella che mi muove adesso né argomenti plausibili, ha concluso che “ci saranno altri motivi”, che lei conosce e il sacerdote eritreo e gli eritrei che arrivano qui, giovani in età di leva, vecchi, donne, bambini, no, evidentemente. Questo appello a ipotesi senza nulla a riscontro, come prova di lucidità e di onestà intellettuale e alla fine, anche di una buona dose di presunzione, insieme alle accuse gravi lanciate con leggerezza in mancanza di meglio, può bastare.
Quanto alle ong, non sono a scopo di lucro, ma hanno un costo, c’è gente che dell'”accoglienza” fa un lavoro e quindi, sull’immigrazione, come dire, è in conflitto di interessi. La carità cristiana, per chi sia dentro la Chiesa per trinciare giudizi sul prossimo accusato di esserle ostile come lei accusa me, come per chi sia fuori della Chiesa per decreto degli Scalfar8 come lei che delegittimano così caritatevolmente chi non è d’accordo con lei, dovrebbe essere una cosa diversa.
Venendo alle divisioni interne all’Islam, di cui la ringrazio anche se ne ero al corrente (come le è sfuggito: si sarebbe potuto risparmiare di intrattenermi sul risaputo e già che c’era, dire qualcosa di meno scontato e soprattutto, di concreto in merito alle domande che ho posto non solo a lei), l’idea per cui la divisione fra islamici moderati e fondamentalisti abbia a che fare con la volontà di integrarsi nel modello di civiltà occidentale non è così peregrina come pensa lei: come se la cosa fosse una questione interna che non ci tocca (e noi, in mezzo, come Totò nello sketch, che prende botte essendo scambiato per Antonio, ma se la ride per l’errore di persona e non fiata perché, tanto, l’affare riguarda Antonio). La “contaminazione” con i valori occidentali e il modello di vita occidentale è, appunto, il terreno (di scontro, di guerra) su cui si misura la maggiore o minore prossimità all’Islam “autentico”: e si figuri quanto possono essere interessati gli integralisti a prendersela con noi.
Invece, lei conclude sempre con l’idea, buona per tutti gli usi e i discorsi a vuoto, che sia il “potere”, la “sete di potere” responsabile degli attacchi di cui fanno le spese islamici meno (meno) settari e cristiani, atei e non islamici. Un’accusa che va bene per tutto, se ve bene a lei. Ma che, è vero, non va bene almeno a me. E che le permette di sfuggire alla dura realtà che le ho ricordato nei post precedenti; ma, anche questo è vero, che lei non è tenuto a leggere, anche se pensa di avere capito lo stesso il tanto che le basta per accusare me di cose totalmente false.
@Raider
Io non mi permetto di giudicare lei, ma quello che lei scrive: lei sarebbe contro “quei settori della Chiesa che, andando oltre l’ambito pastorale e dottrinale (…) si pronunciano e anzi, autorizzano, con il paradigma, anzi, il dogma del dialogo, la resa pressoché incondizionata all’islamismo e all’immigrazione (…).”
Ora, posto che – come immagino saprà, visto che è cristiano – la pastorale cattolica sull’Islam non è quello di Matteo Salvini, vediamo esattamente come stanno le cose dalle voci più autorevoli della Chiesa, cioè Papi e Concili:
Nella Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II è scritto (punto 3):
“La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra (5), che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.
Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.”
San Giovanni Paolo II, in occasione della visita alla Grande Moschea Omayyade di Damasco nel 2009, ha detto le seguenti parole, ancora più importanti oggi per comprendere l’attuale guerra civile siriana:
“È importante che i musulmani e i cristiani continuino a esplorare insieme questioni filosofiche e teologiche, al fine di ottenere una conoscenza più obiettiva e completa delle credenze religiose dell’altro. Una migliore comprensione reciproca certamente porterà, a livello pratico, a un modo nuovo di presentare le nostre due religioni, “non in opposizione”, come è accaduto fin troppo nel passato, “ma in collaborazione per il bene della famiglia umana”.
Il dialogo interreligioso è più efficace quando nasce dall’esperienza del “vivere gli uni con gli altri”, ogni giorno, in seno alla stessa comunità e cultura. In Siria, i cristiani e i musulmani hanno vissuto per secoli fianco a fianco ed è stato portato incessantemente avanti un ricco dialogo di vita. Ogni individuo e ogni famiglia conosce momenti di armonia e momenti in cui il dialogo viene meno. Le esperienze positive devono rafforzare le nostre comunità nella speranza della pace; e non si dovrebbe permettere alle esperienze negative di minare tale speranza. Per tutte le volte che i musulmani e i cristiani si sono offesi reciprocamente dobbiamo cercare il perdono dell’Onnipotente e offrire il perdono gli uni agli altri. Gesù ci insegna che dobbiamo perdonare le offese altrui se vogliamo che Dio perdoni i nostri peccati (cfr. Mt 6, 14).”
Benedetto XVI, nel tanto noto quanto strumentalizzato discorso di Ratisbona, ha voluto mettere in guardia tutte le religioni, non solo l’islam, dal trascurare la ragione: infatti ha citato non solo la “irragionevolezza” della posizione del filosofo islamico – di scuola zahirita – Ibn Hazm, ma anche – in ambito cristiano – la deellenizzazione di Harnack e il volontarismo di Duns Scoto. E in riferimento alla controversia sull’Islam aperta da Manuele II il Paleologo, ha chiaramente precisato che: «Questa citazione, nel mondo musulmano, è stata presa purtroppo come espressione della mia posizione personale, suscitando così una comprensibile indignazione. Spero che il lettore del mio testo possa capire immediatamente che questa frase non esprime la mia valutazione personale di fronte al Corano, verso il quale ho il rispetto che è dovuto al libro sacro di una grande religione. Citando il testo dell’imperatore Manuele II intendevo unicamente evidenziare il rapporto essenziale tra fede e ragione. In questo punto sono d’accordo con Manuele II, senza però far mia la sua polemica».
Benedetto XVI si è anche recato due volte in visita in moschea.
Nell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, papa Francesco fa propri i principi di accoglienza e reciprocità allo stesso tempo:
«Noi cristiani dovremmo accogliere con affetto e rispetto gli immigrati dell’Islam che arrivano nei nostri Paesi!. Così come speriamo e preghiamo di essere accolti nei paesi di tradizione islamica. Prego e imploro umilmente tali Paesi affinché assicurino libertà ai cristiani affinché possano celebrare il loro culto e vivere la loro fede, tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei paesi occidentali! ».
Nel suo ultimo viaggio in Albania, il papa ha sottolineato come il paese sia un esempio di pacifica convivenza tra fedi diverse, islam compreso.
Quindi, se è vero che esistono “settori della Chiesa” troppo accomodanti verso l’Islam (o, meglio, verso i pericoli che da esso possono derivare), è anche vero che l’atteggiamento pastorale verso i musulmani è chiaro e improntato alla Speranza, che per un cristiano è una virtù teologale, non un atteggiamento buonista. Il problema della “invasione” islamica non è colpa dei musulmani, che fanno quello che gli stati occidentali gli consentono di fare: se fanno il bello e cattivo tempo – come i tribunali basati sulla sharia o la poligamia – è perché l’occidente svuotato di se stesso si è suicidato e non ha nulla da proporre se non la teoria del gender. E nessuno si converte alla teoria del gender, se non con la “spada”, che oggi assume la forma di un sistematico lavaggio del cervello a partire dalla tenera età.
Nel caso dell’Eritrea, peraltro, si tratta di immigrazione in prevalenza cristiana: il suo amico sacerdote forse si è dimenticato di spiegarle che il cosiddetto “servizio di leva” è una forma di schiavitù con durata a tempo indeterminato, e che quel criminale di Afeworki concede ai militari la licenza di un solo mese all’anno per vedere le proprie famiglie, ridotte alla miseria e prive di diritti. Per questo scappano attraversando centinaia di kilometri nel deserto rischiando la morte, non per un piacevole safari. Poi cosa significa che “chi dell’accoglienza fa un lavoro e quindi ha un costo” sarebbe in conflitto di interessi? Tutti quelli che lavorano finanziati dallo stato sono in conflitto di interessi? Mi auguro sia una svista, perché non ha nessuna logica: il conflitto di interessi esiste quando chi decide il finanziamento di un progetto ne può anche trarre guadagno diretto, quindi difetta di imparzialità. Le diverse associazioni che gestiscono l’immigrazione (se questa non ci fosse gestirebbero comunque altre emergenze nazionali) devono essere accreditate – come per esempio un ospedale convenzionato – per poter operare. E se sgarrano vengono azzerate, come è accaduto per il centro di Lampedusa gestito da «Lampedusa accoglienza», dove ci sono stati casi di cattiva organizzazione. Si chiama principio di sussidiarietà: se lo stato gestisse direttamente queste strutture, lo farebbe peggio e a costo più elevato.
Infine, la “sete di potere” non è una mia invenzione per tutte le occasioni, ma un peccato grave contro il decimo comandamento. E come tutti i peccati, ogni uomo può commetterlo. La scrittrice yemenita Elham Manea, voce critica dell’Islam, ha scritto proprio che l’Isis è il prodotto di un processo politico che è iniziato con la nascita dell’ideologia dell’islam politico, propagato a partire dal 1973 grazie ai soldi del petrolio delle monarchie del Golfo e proseguito con la rivoluzione iraniana del 1979.
Un missionario parla con tre islamici – campione assai ristretto – in privato – di nascosto. Guai se si sapesse in giro! In terra islamiche, questo, in attesa di islamizzare anche casa nostra -: e scopre che loro per primi hanno paura dei loro correligionari, non si fidano di essi; e questo basta a dire, se c’erano dubbi, che non tutti gli islamici sono fondamentalisti, ci sono anche quelli che hanno paura e dissimulano e quelli da cui guardarsi, ma che sanno mentire come gli altri.
Quindi? Tutto questo che vuol dire, che significa, che dimostra? Che decidono i musulmani se e fino a che punto dobbiamo fidarci dei musulmani? Che sono a loro a stabilire se dobbiamo ancora spalancare le porte all’immigrazione, islamica e non o quanti immigrati possiamo o dobbiamo accogliere?
Non so, mi sembra che per prendere per buoni tali “segni di buona volontà” si debba essere più vili e ipocriti di quelli che dicono sottovoce tutto questo. Si vede che la migliore prova di buona volontà, per gli immigrazionisti di ogni risma, consiste nel vedersi corrisposti nel bisogno di essere presi in giro, di restare nella certezza di essere continuamente ingannati per non ammettere di avere come “faro” del “dialogo” l’autoinganno.
Non sono d’accordo.
Violenza e l’intolleranza affondano le proprie radici direttamente nel Corano (Sura 4:56, 5;33, 2:191, ecc.), che, in quanto direttamente parola di Allah, non può essere interpretato come la nostra Bibbia.
La religione islamica prevede la morte per apostati, adulteri e omosessuali, differenzia l’umanità tra musulmani e non, tra uomini e donne, tra liberi e schiavi. Prevede la prevalenza del dogma religioso sullo stato laico (un po’ come se il Presidente del Consiglio fosse il Papa…).
D’altronde i guai che provaca l’islam nel mondo sono talmente ampi e profondi che è davvero sconvolgente constatare come vi siano ancora persone disposte a minimizzare il problema.
In altre parole, solo un giullare può non rendersi conto di quanto gravi siano i problemi all’interno dell’islam e il pericolo che corriamo nel non impedire la sua diffusione.