Primo KO per gli integralisti.

Di Rodolfo Casadei
12 Luglio 2001
«Non rassegnatevi a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro...

«Non rassegnatevi a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Difendete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, sforzatevi con ogni energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. La fede non può lasciare il cristiano indifferente di fronte a simili questioni…». L’appello di Giovanni Paolo II all’Angelus dell’8 luglio non lascia indifferenti non solo i cattolici, ma tutti coloro che, credenti o meno, affondano le proprie radici umane e culturali nella tradizione giudaico-cristiana che è alla base della civiltà occidentale. Il dibattito e anche le contrapposizioni cominciano quando si tratta di passare dai fini –attorno ai quali c’è unanimità- ai mezzi per ottenerli. Quando si propone di migliorare le condizioni dei poveri introducendo una tassa sulle transazioni valutarie di problematicissima applicabilità, che rischia di alimentare la speculazione finanziaria anziché frenarla e di bloccare le attività finanziarie funzionali all’economia reale; quando si trattano gli accordi di Kyoto sulle emissioni di CO2 come articoli di fede, senza curarsi della recessione globale che la loro applicazione causerebbe, e dei miliardi di poveri che ne sarebbero afflitti ben più dei ricchi; quando si fa demagogia circa la cancellazione del debito estero, senza porsi il problema della fragilità dei sistemi produttivi dei paesi poverissimi, destinati a riaccumulare in breve tempo il debito cancellato; quando si perora la causa dell’accesso ai medicinali contro l’Aids senza preoccuparsi della fragilità dei sistemi sanitari del Terzo mondo, che finirebbe per rendere più resistente il virus dell’Aids; quando ci si propone questi programmi, non si fa il bene dei poveri, ma si opta per politiche che aumenteranno il loro numero e la loro infelicità. Quasi quarant’anni fa il Concilio Vaticano II invitava i credenti a superare le tentazioni dell’integralismo. Oggi assistiamo ad una strana convergenza. Cattolici che si proclamano eredi dell’insegnamento conciliare sulla laicità come metodo di affronto dei problemi terreni e laici che si vantano di anteporre il principio di ragione al religioso principio di autorità sostengono insieme posizioni che sconfinano continuamente nella demagogia, nell’irrisione del dato di realtà fino alla vera e propria superstizione. C’è voluto l’intervento di un ente delle Nazioni Unite non sospetto di connivenze con le multinazionali del Biotech per fare uscire dal limbo del politicamente scorretto l’idea, espressione di puro buon senso, secondo cui gli Ogm sono preziosi per combattere la fame nel mondo. Perché le proposte degli anti-G8 sono così fragili? Perché in realtà non nascono per risolvere dei problemi, ma per combattere un nemico: l’Occidente. La cui identità e la cui storia sono cariche di colpe, ma non di tutte le colpe del mondo. Il benessere dell’Occidente e la povertà del Terzo mondo hanno soprattutto cause endogene, che la sinistra radicale non ha interesse, per ragioni propagandistiche, ad approfondire. Ma questo settimanale continuerà, in tutta modestia e disponibile a correggersi, a difendere le ragioni della ragione: è il miglior servizio che possiamo rendere a credenti e non credenti.

Rodolfo Casadei

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