
Primo bilancio sul Reddito di cittadinanza: disastro

“Ogni posto trovato ci costa 166 mila euro” titola oggi Libero parlando del reddito di cittadinanza, la misura voluta dai grillini per «abolire la povertà» (cit. Di Maio) o, almeno, dimezzarla (cit. Il Fatto). Ma, come appunto sottolinea il quotidiano milanese, finora i risultati sono stati molto scarsi e deprimenti.
I numeri
Stanno infatti uscendo i primi numeri, utili a fare un bilancio. Il Messaggero, qualche giorno fa, citando voci sindacali, ha detto che, finora, dopo un investimento di tre miliardi di euro, hanno trovato lavoro solo mille persone su 704.595 beneficiari. Numero smentito dall’Anpal che, invece, ha parlato di 18 mila persone. Fossero quindi 18 mila, ognuno di loro è costato allo Stato 166.666 euro, «per di più – scrive Libero – quasi il 69% dei rapporti di lavoro attivati consiste nell’odiatissimo contratto a tempo determinato».
I risultati
Finora le procedure di colloquio e avviamento a percorsi che dovrebbero portare le persone a trovare un lavoro sono state poco più di 200 mila. I rapporti di lavoro e i tirocini finora attivati sono 17.637. I collocati l’1,8 per cento dei percettori. Dei 704 mila beneficiari del sussidio non più del 40% ha le caratteristiche per essere avviato al collocamento. Come si può capire, dunque, i risultati sono miserevoli. I veri beneficiari, finora, sono stati i 4 mila navigator assunti dall’Anpal.
Gli extracomunitari
La novità degli ultimi giorni, è che l’Inps ha sbloccato l’erogazione del sussidio per gli extracomunitari (ai 55 mila che già lo ricevono se ne aggiungeranno altri 23 mila. Totale: 78 mila). Come spiegato da Italia Oggi, i cittadini extracomunitari esentati da presentare la documentazione necessaria per aver il Rdc sono: coloro che hanno lo status di rifugiato politico; coloro per i quali le convenzioni internazionali dispongano diversamente; e – attenzione – coloro per i quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni.
Foto Ansa
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