PREMIATI PER IL REALISMO. ORA UNA SERIA RIFLESSIONE NELLA COALIZIONE

Innanzitutto grazie. Grazie agli elettori di Lombardia che ci hanno confermato fiducia e consenso. Dieci punti e forse più al terzo mandato, dopo dieci anni di governo, e dieci anni di governo non demagogici, sono un successo netto e la conferma che la politica non deve avere paura della verità. Perché noi agli elettori abbiamo sempre detto la verità. Bisognava mettere i ticket? Li abbiamo messi. Occorreva bloccare il traffico? L’abbiamo bloccato. Provvedimenti certamente non popolari ma che la realtà esigeva, con il risultato che noi oggi abbiamo una Regione con i conti della sanità a posto, mentre altre Regioni – sì, alludo a quelle governate dal centro-sinistra, quelle storiche che si sono vantate in campagna elettorale di non averli introdotti – li dovranno mettere tra poche settimane, perché hanno sfondato i bilanci sanitari per centinaia di milioni di euro.
Punto secondo: qui in Lombardia siamo forse l’unico caso in Italia ad aver invertito il trend in discesa della Casa delle Libertà, al punto che oggi abbiamo cinque punti in più rispetto alla somma dei partiti nelle elezioni europee dell’anno scorso.
Negativo invece è il trend complessivo della Casa delle Libertà. Mentre rilascio queste note non ho ancora i risultati definitivi, ma comunque il trend è quello, negativo. Ciò significa che occorre una chiara e spietatata riflessione all’interno della Casa delle Libertà. Perché è evidente che c’è qualcosa che si è rotto nel rapporto tra centro-destra ed elettori. è chiaro che ci sono state situazioni negative (guerra, congiuntura economica e tutto il resto) ma ripeto, qualche cosa si è rotto nel rapporto tra governo e cittadini, e quindi bisogna riflettere e dire la verità. Io già da anni vado dicendo che per far politica bisogna stare tra la gente, bisogna ascoltarla, bisogna dirle la verità, bisogna inventare soluzioni nuove. Ecco, ahimé, questo risultato ci butta drammaticamente in faccia il fatto che è stato fatto poco di tutto questo, che non rimane molto tempo davanti a noi e che bisogna tirar su le maniche, tornare tra la gente, essere presenti, dire come stanno le cose, lavorare.
Qualcuno già chiede se riprenderò il progetto di un allargamento della CdL a personalità e forze sociali disposte a collaborare lealmente per il bene comune e perciò a riforme che non sono né di destra, né di sinistra, ma che semplicemente ci sono richieste dalla realtà. Rispondo: certamente sì, riprenderò quel progetto, non stiamo forse perdendo per non aver saputo allargare la coalizione, fare alleanze, battere piste nuove? Basta pensare all’effetto Mussolini in Lazio, al caso Democrazia Cristiana in Piemonte e qui, nella stessa Lombardia, a come abbiamo perso tre punti per la Mussolini e altri due per il Partito Pensionati che è passato dall’altra parte dicendo con chiarezza che non l’ha fatto a causa di Formigoni, non a causa del governo regionale, ma perché a livello nazionale è stato trattato a pesci in faccia. Insomma, la coalizione qui in Lombardia ha buttato via cinque punti e in altre regioni sono stati i punti decisivi. Ecco dunque l’altra storica lezione: in politica bisogna sempre allargare, mai chiudere.

Roberto Formigoni

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