
PREGIUDIZI ANTI-ANTISEMITI
Il 16 novembre scorso alla Sala del Refettorio della Camera si parlava di nuovo antisemitismo. Il giornalista di Repubblica Mario Pirani ha preferito guardare altrove. Secondo Pirani in Israele si assisterebbe ad un ritorno del “complesso di Masada” e ad una “nuova diaspora” di giovani israeliani, ha detto di essere stanco di sentir parlare di antisemitismo e che se vogliamo dirla tutta esso nasce dall’antigiudaismo cristiano, dalla Chiesa che ha creato i ghetti, da Martin Lutero e dal film di Mel Gibson. Invece di parlare dei nuovi antisemiti che hanno cacciato Shai Cohen dall’Università di Pisa, che firmano appelli accademici per boicottare Israele, che a Durban usano l’espressione “stato di apartheid”, invece di spiegarci cosa sia l’antisemitismo islamista che in Francia causa ogni anno più di 300 attacchi, Mario Pirani guarda altrove, verso la profanazione dell’ostia a Urbino di Paolo Uccello. Molto più affascinante.
è stato il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, a riportare la discussione sul piano della realtà, ricordando che «intorno a Israele e al suo diritto a difendersi si combatte una battaglia cruciale per i destini del mondo contemporaneo». Servono fatti e realtà, perché secondo Ferrara «quest’obbligo a teologizzare il problema Israele è ambiguo e sospetto». Si è chiesto quindi se si possa davvero contestare il progetto sionista all’origine. La risposta è no, perché «il sionismo è parte della storia, ci vuole un di più, uno strappo per essere contro. Non è contestabile da una persona sana di mente».
Di cosa parlano quindi i teorici della razza guerriera? «Dei loro pregiudizi, la storia invece parla dell’infezione ebraica e democratica in una terra che la rifiuta».
Secondo Ferrara alla base dei fenomeni di intolleranza e di nuovo antisemitismo nel «pensiero unico politicamente corretto, c’è una perversa trasformazione della secolarizzazione in ideologia esclusivistica. La ragione come strumento di canonizzazione del pregiudizio anziché di libertà. Si arriva ad una perversione del concetto di laicità, che diventa prescrittiva ed escludente». Perché altrimenti l’Onu è arrivata a definire razzista l’unica democrazia del Medio Oriente? Perché la “Gad” socialista e liberale europea che ha discriminato Rocco Buttiglione è la stessa che disprezza il protestantesimo americano? Perché Zapatero si pone il problema di insegnare l’islam nelle scuole spagnole dopo aver cassato l’ora di religione cattolica?
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