
Polonia, aborto. Direttore di ospedale multato e licenziato per aver fatto obiezione di coscienza: «È il riscatto da pagare per la vita del bambino»

Il professore Bogdan Chazan, uno dei medici più rinomati della Polonia e direttore del miglior ospedale di Varsavia, quello della Santa Famiglia, è stato condannato a pagare 70 mila zloty di multa (circa 17 mila euro) per essersi appellato all’obiezione di coscienza nel rifiutare di abortire il bambino di una paziente. Il sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz, come riportavano ieri i quotidiani polacchi, ha anche deciso di rimuovere il medico cattolico dal suo incarico.
LA RICHIESTA DI ABORTO. I fatti risalgono ad un mese fa. Una donna ha chiesto al medico di abortire il figlio concepito con la fecondazione assistita a causa di alcune gravi malformazioni. Chazan, rifiutandosi, le ha offerto il suo consulto medico per la gravidanza e le ha promesso di seguire il bambino prima, durante e dopo il parto. La donna ha rifiutato e l’ha denunciato per aver contravvenuto alla legge.
OBIEZIONE DI COSCIENZA. In Polonia la Costituzione riconosce ai medici il diritto all’obiezione di coscienza ma li obbliga a consigliare alle richiedenti un medico disposto a praticare l’aborto. Il dottor Chazan si è rifiutato di partecipare anche solo indirettamente all’interruzione di gravidanza e per questo è stato multato. L’obbligo di riferire le donne a un medico abortista è una questione spinosa in Polonia ed è già stata oggetto di un ricorso al Tribunale costituzionale polacco da parte del Consiglio nazionale dei medici, che ne hanno chiesto l’abolizione.
CASO MONTATO AD ARTE? Secondo alcuni media polacchi, ripresi dal sito National Right To Life News, le accuse a Chazan potrebbero essere montate ad arte. Non solo il medico è famoso per il suo profilo pro-life ma in passato è stato anche attaccato per questo dalla parlamentare Wanda Nowicka, abortista, che dodici anni fa l’ha costretto a dimettersi dalla carica di consigliere del governo sul tema della maternità e da direttore del dipartimento di ginecologia dell’Istituto della madre e del bambino. Dunque, è molto difficile che una qualunque donna di Varsavia si rivolga a lui per portare a termine un aborto.
«RISCATTO DA PAGARE». L’avvocato di Chazan ha dichiarato comunque che il dottore non ha violato nessuna legge e la multa è «scandalosa». Ecco perché ha deciso di presentare ricorso, mentre nel paese sono già state raccolte 60 mila firme in suo sostegno ed è stata presentata una raccolta fondi per pagare la multa. Dal canto suo, Chazan ha parlato della multa come del «riscatto da pagare per la vita del bambino che non ho voluto uccidere».
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22 commenti
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una polonia così, in cui un antiabortista non si può esprimere, è come la germania di hitler: a quando i campi di concentramento? cosa possiamo fare per difenderci da un paese così arrogante e che insulta la democrazia?
Se il medico non voleva praticare l’aborto, ma per legge era tenuto a indirizzare la donna a un altro medico disponibile a eseguirlo, doveva farlo e ha violato la legge. Un medico ha certamente il diritto all’obiezione di coscienza, ma anche una donna ha il diritto di abortire se, per qualsiasi motivo, ha preso questa decisione. Se c’è una legge che regola l’aborto, questa legge dev’essere rispettata e la sua applicazione dev’essere comunque garantita.
Non riesco a capire perché la vita di un bambino debba essere prima acquistata come fosse un qualsiasi prodotto al supermercato e poi buttata via se è avariato . Ma io dico si parla di VITAAA la stessa che permette a te di fare queste idiozie . Non sei tu che decidi a chi far nascere o a chi far morire , non sei tu che puoi permetterti di dare la possibilità ad un’altra vita di provare emozioni vivendo qui sulla terra …… tu non sei dio lo vuoi capire o no !!!!
La situazione è scandalosa ma devo dire che la multa non la deve pagare lui ma l’ospedale.
@Cavaliere di San Michele
Ho accettato la sfida e sono andata a leggere le storie della quercia millenaria. Umanamente ho molto rispetto per il dolore di questi genitori e in particolare di queste donne ma onestamente faccio molta difficoltà a comprendere certe scelte. Inoltre devi ammettere che questa associazione raccoglie i contributi di persone molto credenti e che hanno una filosofia di vita non comune. Del resto la stessa associazione secondo me confonde l’assistenza sia pure molto improntata all’accoglienza, con la fede. E credimi quando dico che per me sono scelte incomprensibili anche se rispettabilissime, sono veramente sincera.
In questo preciso momento non ho la possibilità di accedere al sito ma prometto che lo farò. Mi vien da dire però che come puoi pensare che se è vero che la malformazione era di quel tipo praticamente incompatibile con la vita, per lo stesso bene del neonato, qualunque persona di buon senso direbbe era meglio che non nascesse. E questo senza neppure prendere in considerazione lo stato d’animo
della donna, l’unica tra l:altro che avrebbe titolo per decidere se se la sente o meno di portare a termine una gravidanza in queste condizioni.
La verità vale ovunque come è scritto nella Evangelium Vitae. Se ti multano o ti espellono, non ti curarar di lor ma guarda e passa.
Se è prevista l’obiezione di coscienza il sanitario può rifiutarsi di praticare l’aborto ma in ogni caso non può impedire od ostacolare la donna che vuole abortire. Il fatto di omettere di informarla che altri medici possono praticare l’aborto al suo posto è una scorrettezza professionale che in Italia sarebbe sanzionata in quanto la donna non ha ricevuto l’assistenza per quanto ha richiesto e che necessitava in relazione al suo stato di salute per il quale mettere al mondo un figlio malformato avrebbe pregiudicato il suo stato psichico e sociale. Inoltre anche dal punto di vista civile (oltre che deontologico e forse anche penale) la donna potrebbe chiedere un risarcimento danni in relazione del fatto che il medico pur essendo a conoscenza della malformazione l’avrebbe indotta a portare avanti la gravidanza contro la volontà dell’assistita.
1. non mi pare ci voglia una scienza per cambiare medico
2. se sempre più ginecologi si rifiutano di praticare aborti un motivo ci sarà
3. ripeto, non mi pare che nessuno l’abbia costretta a rimanere incinta, come che il medico l’abbia costretta a non abortire. le ha dato solo un suggerimento, umano e professionale.
4. tu hai appena suggerito di condannare penalmente una persona perché è contraria all’eliminazione dei nascituri disabili. te ne sei accorto/a?
Sono perfettamente consapevole ma non perché si dichiara obiettorea perché non può decidere per la donna e influenzarla con la sia morale. Poi non è assolutamente vero che non serve una scienza per cambiare medico. Nella pratica spesso sono le donne straniere che ricorrono all’aborto e non sanno destreggiarsi molto bene con le nostre leggi. Facilmente le puoi raggirare dicendo loro che come medico non lo puoi fare ma non illuderti abortiranno lo stesso illegalmente.
Infine è vergognoso dire che “nessuno l’ha costretta a rimanere incinta’. La sessualità legata all’affettività è un bisogno delle persone ma non necessariamente è legata alla procreazione che risponde ad altri bisogni della persona. E’ tipico dei cattolici una visione della sessualità così colpevolizzante. Per voi il benessere psico fisico è peccato e solo la frustrazione dei bisogni vi fa guadagnare il paradiso, se poi il paradiso non c’è?
Siamo sicuri che stiamo parlando di una “straniera”, siamo in Polonia e la donna si era sottoposta a fecondazione assistita…non mi sembra il caso tipico dell’extracomunitaria in cerca d’aiuto.
Lo sproloquio sulla morale sessuale dei cattolici é fuori luogo, ti posso assicurare che anche a noi piace trombare ma se per caso ci scappa il bambino non lo buttiamo nel cesso perchè in fondo volevamo solo scopare…
Ecco una delle PER FORTUNA differenze tra cattolici e non… chi non lo è non sta a farsi tanti problemi a “buttare nel cesso”.
Forse ai cattolici non entra in testa (ma ne hanno una?) che il consenso al “piacere di scopare” è limitato al qui-ed-ora e non si estende alle eventuali conseguenze indesiderate.
Filomena , come al solito ti arrampichi sui vetri. La donna ha concepito il figlio con la fecondazione assistita, conosceva bene la legge,tanto che lo a pure denunciato, e tu tiri fuori la storia che la poverina poteva non essere in grado di trovare un’altro medico? Ma piantala di sparar fregnacce!
Il discorso vale per tutte le donne non solo per questo caso
Filomena si vada a leggere i primi cinque articoli della legge 194 e poi torni a intervenire sull’argomento con cognizione di causa.
In Italia non mi sembra ci sia l’obbligo di fornire il nome di un medico abortista quindi per questo motivo non sarebbe stato sanzionato.
Offrire il proprio aiuto per terminare la gravidanza e per assistere il bambino anche dopo la nascita sarebbe, in Italia, perfettamente in linea con i primi articoli della legge 194, fatta salva la libertá della donna di rifiutare l’aiuto e voler in ogni caso abortire, quindi anche in questo caso in Italia non sarebbe sanzionabile (l’offerta d’aiuto non é configurabile come un tentato raggiro anzi é proprio raccomandata dalla legge).
Per la legge polacca la questione é evidentemente differente ma il fatto che una donna si rechi da un medico notoriamente antiabortista e di fronte al suo rifiuto di collaborare lo denunci suona molto di trappolone…che sarebbe molto triste considerando che di mezzo c’é la vita di una povera creatura malata.
La vita di una povera creatura malata…il bambino è nato con la mezza testa e cervello fuori, è sopravvissuto 10 giorni, mercoledi sera è morto.
Se il medico sapeva bene che tipo di malformazione e quanto avrebbe potuto sopravvivere il nascituro, hanno fatto bene a licenziarlo. Strano che di questa cosa non fa cenno l’articolo…..
Ma che bella mentalità eutanasica!
Di solito non mi piace attaccare direttamente chi non la pensa come me, ma questa volta ti sfido, Filomena.
Ti sfido ad andare sul sito della Quercia millenaria, sezione testimonianze, a leggertele TUTTE fino in fondo, e poi a continuare a sostenere che vite che durano dieci giorni o anche meno non valgano niente.
Saluti
quindi seguendo questo ragionamento dato che l’aspettativa di vita di un uomo di 79 è di pochi mesi, direi di eliminarli tutti, sarebbero dei folli quei medici che li tengono ancora in vita….
Legge 194/78 – art.9 comma 4
> Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale.
C’è l’obbligo di GARANTIRE l’espletamento delle procedure (=aborto) ed in tale obbligo è per induzione incluso il dovere di informare la donna sul nome ed ubicazione di altra struttura ove effettuarlo, se l’effettuarlo “in loco” è impossibile (per assenza o totale non presenza in struttura di personale non obiettore).
Magari non sarà un medico specifico a prendersi la denuncia, ma la struttura sì.
In italia se sei obiettore sull aborti non sei tenuto perché legge a indurizzare la donna dai un meduco abortista. li dico dai medico. Tanto per chiarezza. Saluti